lunedì 1 giugno 2020

Rocca di Papa, dal centro d’accoglienza a Tor Vergata per rubare: arrestate 3 nigeriane “ospiti” di Bergoglio



Da Il Mamilio.it –ROCCA DI PAPA – Avevano arraffato merce per 200 euro. Beccate dai carabinieri. Nel pomeriggio di ieri i Carabinieri della Stazione Roma Tor Vergata hanno arrestato 4 persone. Si tratta di 3 cittadine nigeriane, tutte domiciliate presso nel Centro di prima accoglienza per richiedenti asilo a Rocca di Papa e già note alle forze dell’ordine, bloccate appena dopo aver asportato varia merce, del valore di oltre 200 euro, da un esercizio commerciale in via Carnevale.

 In manette anche un 62enne romano, senza occupazione e con precedenti, sorpreso a rubare capi di abbigliamento sportivo, dopo averne forzato le placche antitaccheggio, da un megastore in via Mary Pandolfi De Rinaldis. L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari mentre tutta la merce è stata recuperata e riconsegnata ai negozi.

Avevano arraffato merce per 200 euro. Beccate dai carabinieri. Nel pomeriggio di ieri i Carabinieri della Stazione Roma Tor Vergata hanno arrestato 4 persone. Si tratta di 3 cittadine nigeriane, tutte domiciliate presso nel Centro di prima accoglienza per richiedenti asilo a Rocca di Papa e già note alle forze dell’ordine, bloccate appena dopo aver asportato varia merce, del valore di oltre 200 euro, da un esercizio commerciale in via Carnevale.

 In manette anche un 62enne romano, senza occupazione e con precedenti, sorpreso a rubare capi di abbigliamento sportivo, dopo averne forzato le placche antitaccheggio, da un megastore in via Mary Pandolfi De Rinaldis. L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari mentre tutta la merce è stata recuperata e riconsegnata ai negozi.

Violenze afroamericane, pugno duro di Trump: “Antifascisti nella lista delle organizzazioni terroristiche”



Da Il Secolo D’Italia – Gli Stati Uniti designeranno il collettivo antifascista internazionale Antifa come organizzazione terroristica. Lo ha annunciato il presidente Donald Trump in persona sul proprio account Twitter. L’annuncio segue le dichiarazioni rilasciate questa mattina a Fox dal segretario di stato Mike Pompeo, secondo cui «resta da vedere come le proteste pacifiche da parte di persone chiaramente rattristate e frustrate dal comportamento della polizia contro George Floyd siano diventate violente». Per poi aggiungere: «Non so esattamente come si sia arrivati a questo punto, ma abbiamo già visto questo schema prima, con outsider che si infiltrano». Le violenze registrate, ha concluso il segretario di Stato, «vengono dalle proteste violente Antifa».
“Antifa” è una rete antifascista internazionale
Intento, le tensioni innescate dall’uccisione di Floyd, afroamericano padre di famiglia morto soffocato durante l’arresto dal ginocchio dell’agente di polizia, Derek Chauvin, si sono allargate a macchia d’olio. In oltre 25 città di 16 Stati americani c’è il coprifuoco. In una decina di queste, tra cui Washington, è intervenuta la Guardia nazionale effettuando centinaia di arresti. È chiaro che molte delle proteste risentono anche del clima elettorale. Non sono pochi quanti vorrebbero far risalire allo stesso Trump la responsabilità morale dell’accaduto.
O’Brien, consigliere di Trump: «La polizia Usa non è razzista»
Il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Robert O’Brien, ha negato che nelle forze di polizia americana esista un problema sistemico di razzismo. Si tratta, ha detto, di «poche mele marce che dobbiamo eliminare». «Il 99,9 per cento dei nostri agenti – ha poi dichiarato ai microfoni della Cnn – sono fantastici e grandi americani. E molti di loro sono afroamericani, ispanici, asiatici. Lavorano nei quartieri più duri e – ha concluso O’Brien – fanno il lavoro più difficile in questo Paese». Intanto, la protesta è sbarcata in Europa con cortei a Berlino, Copenaghen e a Londra. Qui, però, la manifestazione a Trafalgar Square è stata interrotta perché i dimostranti non rispettavano le norme sul distanziamento.

domenica 31 maggio 2020

“Ribellarsi è un dovere, via gli incapaci”: migliaia di Mascherine Tricolori “circondano” Montecitorio (video)



Di Antonio Pannullo – Mascherine Tricolori, stamattina il centro di Roma ha ospitato ben tre manifestazioni distinte, ma tutte contro il governo Conte. Le Mascherine Tricolori sono tornate in piazza per il quinto sabato consecutivo, e non hanno intenzione di fermarsi. Anzi, rilanciano, organizzando per giugno una manifestazione nazionale. Sì, perché le Mascherine Tricolori stanno manifestando da oltre un mese contemporaneamente in tutte le piazza d’Italia: daRoma a Milano, da Terni all’Aquila, a Cuneo, a Cagliari, a Perugia, a Udine, a Bari, a Portogruaro, a Cesena, a Bussolengo, a Vittorio Veneto, a Forlì. a Porto Tolle, a Gorizia, a Parma, a Belluno, a Piacenza, a Bolzano, a Vicenza, a Trieste. a Padova, a Bologna. Oltre che in altre decine di comuni dal Nord a Sud della nazione.
Migliaia le Mascherine Tricolori in tutta italia
Migliaia di persone complessivamente hanno protestato pacificamente ma con decisione in tutta Italia, per dire basta a questo governo di incapaci e di inadeguati. Con la loro maggioranza, con le loro task force super pagate, i grillincomunisti non sono stati in grado di risolvere i problemi degli italiani. Problemi causati da un governo che non è stato capace di capire cosa stesse succedendo e che ha colpevolmente sottovalutato la portata del problema. E che dopo, quando sono scappati i buoi, non è stato neanche capace di aiutare gli italiani. Però ha sanato oltre mezzo milione di immigrati.
Nessuna connotazione politica, solo l’italia
Le Mascherine Tricolori non hanno connotazione politica, se non quella di essere italiani. Ci sono imprenditori, partite Iva, tassisti, artigiani, commercianti, ristoratori, baristi, operai, studenti, addetti del turismo e tutte le categorie messe in ginocchio, non dal Covid, ma dalla malagestione del governo dell’emergenza. “Non staremo supinamente a vedere questa banda di incapaci che ci governano mentre fanno a pezzi l’Italia”, dicono risoluti. E promettono di non fermarsi sino a quando questo governo non se ne andrà a casa.
Il governo nella morsa delle protesta continue
Come accennato, sempre stamattina al centro di Roma c’erano altre due manifestazioni di protesta contro il governo. Quella della Marcia su Roma, presso la Galleria Colonna, che è stata repressa e dispersa dalle guardie del regime, e quella dei gilet arancioni, che ne hanno preannunciata un’altra per il 10 giugno. Sono tutti cittadini che non ne possono più, che vedono il loro futuro incerto, e che soprattutto vedono che gli aiuti promessi tronfiamente da Conte e dai suoi sodali stentano ad arrivare. Vedono che le banche si rifiutano di aiutare le imprese, vedono che lo Stato non è vicino al cittadino, ma che troppo spesso è loro nemico. Insomma, concludono, basta andare a Bruxelles con il cappello in mano, la parola torni al popolo.

Vietato onorare i militari italiani caduti per la Patria: il “governo della vergogna” blocca il centrodestra



Di Federico Garau- Dopo l’annullamento della parata prevista a Roma in via dei Fori imperiali per il prossimo 2 giugno a causa di questioni legate ancora al timore di nuovi contagi, ora arriva direttamente da Palazzo Chigi l’ennesimo schiaffo al centrodestra col quale il presidente del consiglio Giuseppe Conte aveva dichiarato di voler mantenere aperto un costruttivo dialogo.

Per celebrare la festa della Repubblica, provvedendo semplicemente a portare una corona di fiori sulla tomba del Milite ignoto, si erano già messi d’accordo inoltrando una richiesta alla presidenza del Consiglio la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il segretario della Lega Matteo Salvini ed il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani.

Come un fulmine a ciel sereno è arrivata per i rappresentanti del centrodestra la notizia del diniego alla richiesta da loro effettuata, anche perchè nessuno da palazzo Chigi si è premurato di avvisare prima i diretti interessati dei giornalisti da cui gli stessi hanno appreso la novità.

“Apprendo dalla stampa che sarebbe stata rigettata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la nostra richiesta di deporre, insieme a Salvini e Tajani, una corona di alloro al Milite Ignoto, al termine della manifestazione che abbiamo organizzato per il 2 giugno”, lamenta Giorgia Meloni sulla pagina personale Twitter. “Al di là delle ragioni del diniego, che non conosco, è normale che ai giornalisti venga comunicato prima che a noi? Questi i metodi di Palazzo Chigi“, conclude in modo volutamente polemico.

“Ceaușescu era più democratico”, commenta un’utente sotto il post della leader di Fratelli d’Italia. “Ma lo dovete chiedere?Andateci e basta!”, replica un’altra, mentre qualcuno ricorda quanto accaduto invece in occasione della cosiddetta festa della liberazione: “Vedete, voi contate meno di qualche partigiano“.

Anche Matteo Salvini su Twitter ha voluto esprimere tutto il suo disappunto sulla vicenda. “Apprendiamo dalla stampa che ci sarebbe stata negata l’autorizzazione a deporre una corona di fiori all’Altare della Patria il 2 giugno. Non si può neanche onorare la memoria ed il valore dei Militari italiani caduti per difendere la Patria? Alla faccia della democrazia…”, si sfoga l’ex ministro dell’Interno.

Nessuna nuova, almeno per il momento, sulla manifestazione organizzata in occasione della festa della Repubblica. “Daremo voce insieme agli alleati del centrodestra, a milioni di italiani dimenticati e traditi dal governo italiano”, conferma su Facebook Giorgia Meloni parlando della mobilitazione contro la compagine dell’esecutivo presieduta da Giuseppe Conte. “Lo faremo in 100 piazze, con iniziative simboliche, in sicurezza e rispettando le normative. I primi di luglio invece tenetevi pronti per una grande manifestazione nazionale“, ha conlcuso.

Sfondarono la testa a un’anziana e la uccisero durante una rapina in casa: sconto di pena per 3 rom



Da Il Secolo D’Italia – Condanne da 24 anni a 8 anni e 10 mesi per i cinque rom che un anno fa, a Roma, fecero una rapina in un’abitazione residenziale nel quartiere Montesacro in cui rimase uccisa l’anziana donna che ci abitava, Anna Tomasino. La vittima, di 89 anni, scoprì in casa due ladri della banda. Per questo la picchiarono con violenti colpi alla testa. L’anziana morì il giorno dopo in ospedale.
I rom condannati per omicidio e rapina aggravata
Oggi la Terza Corte d’Assise di Roma, presieduta da Paola Roja, ha sostanzialmente accolto le richieste del pm Edmondo De Gregorio. Sono state quindi arrivate condanne per omicidio e rapina aggravata a 24 anni Miki Trajcovic e a 16 anni Darko Costic. Quest’ultimo, alcuni giorni dopo la morte dell’anziana donna, si consegnò ai carabinieri facendo i nomi degli altri membri della banda. Tutti abitavano al campo nomadi di via Salviati.
Per due complici scatta lo sconto di pena
Gli altri 3 rom, che durante la rapina fecero da palo aspettando in auto, hanno ricevuto condanne a 8 anni e 10 mesi, con uno sconto di pena per il rito abbreviato. A condurre le indagini, che portarono in poco tempo al fermo di tutta la banda, furono Carabinieri e Polizia di Stato: due rom furono presi mentre cercavano di far perdere le loro tracce, uno a Torino e l’altro a Ventimiglia

sabato 30 maggio 2020

Altissima tensione a Roma: Mascherine Tricolori e Marcia su Roma tentano di raggiungere Palazzo Chigi (Video)



Da Il Tempo – Momenti di tensione a Roma durante una manifestazione a piazza Venezia, promossa negli scorsi giorni da un gruppo di estrema destra attraverso un gruppo Facebook intitolato «Marcia su Roma». I circa 200 manifestanti, tricolori sulle bandiere e sulle mascherine, hanno cercato di dirigersi verso palazzo Chigi dove erano radunati altri manifestanti, imboccando via del Corso ma sono stati fermati dalle camionette e dagli uomini in assetto antisommossa della polizia di Stato. Impossibilitati ad andare avanti i manifestanti si sono dunque prima sdraiati a terra, alcuni hanno poi cercato di passare su via del Plebiscito e corso Vittorio Emanuele.

Sempre scortati dalla Polizia, il corteo è stato lentamente diviso. Alcune decine di manifestanti continuano adesso a protestare su corso Vittorio intonando il coro «Libertà, libertà» e l’inno di Mameli. La manifestazione è stata organizzata contro il governo Conte, colpevole secondo alcuni dei partecipanti «di affamare gli italiani con la scusa del coronavirus» considerato da diversi un’invenzione.

Attimi di tensione a Roma invasa da centinaia di manifestanti scesi in piazza per protestare contro il governo. L’iniziativa organizzata da diversi gruppi riconducibili anche all’estrema destra, in particolare “Marcia su Roma” e Casapound prevedeva la protesta sotto Palazzo Chigi ma i partecipanti sono stati bloccati dalle forze dell’ordine presenti in piazza con un ingente dispiegamento di mezzi blindati Roma della Polizia, Finanza e dei Carabinieri“. “Traditori. Ridateci la libertà”, hanno urlato i manifestanti. Il coronavirus è tutto un disegno politico, economico e sociale perché vogliono venderci alla Cina”.

Guidonia, pakistano molestie sessuali a una donna: accerchiato e pestato a pugni dai residenti. Salvato dalla polizia



Da Today.it – Guidonia, comune dell’hinterland romano, un 29enne del Pakistan ha rischiato di essere linciato dai residenti dopo aver palpeggiato una donna che camminava per strada. La violenza sessuale è avvenuta nel tardo pomeriggio di mercoledì in pieno centro cittadino. La vittima, 41 anni, si trovava poco distante da un comando dei vigili del fuoco quando è stata avvicinata da dietro da un uomo ospite in un centro rifugiati della città.

 Presa alla sprovvista la donna ha iniziato a gridare attirando l’attenzione di numerosi cittadini che in quel momento si trovavano nei tanti esercizi commerciali della zona. Il 29enne, accerchiato, è stato colpito da alcuni pugni prima di essere ‘salvato’ dagli agenti della Polizia Municipale intervenuti assieme ai Carabinieri Forestali. Con la ragazza sotto choc, gli agenti della municipale hanno bloccato l’uomo portandolo alla vicina stazione dei Carabinieri Forestali.

Medicato per i colpo ricevuti dal personale del 118 il 29enne è poi stato arrestato per violenza sessuale.

 Accompagnato al Comando dei carabinieri di Tivoli ed identificato in un 29enne del Pakistan, il magistrato di turno della Procura di Tivoli ha convalidato l’arresto per l’uomo con le accuse di violenza sessuale.

Briatore sbotta in tv contro il governo: “Basta prendere per il c**o gli italiani. Volete anche il sangue?”



di Giulia Melodia – Flavio Briatore, più tranchante che mai. Ospite anche ieri sera di Dritto e Rovescio, il talk condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, ancora una volta non le manda certo a dire, anzi… E così, interpellato e stuzzicato dalle domande del conduttore, sbotta su tutto.

A partire dal passaporto sanitario, per finire con la sua intemerata sulla gestione dell’emergenza coronavirus e sul dopo riaperture guidate dalla task force di governo. Su tutto quanto c’è da discutere in materia di attualità, insomma, l’imprenditore dice la sua. Con chiarezza e veemenza.
Briatore sbotta in tv contro il governo: «Questi prendono per il c**o la gente»
Si comincia con i commenti sull’esecutivo giallorosso e sullo stuolo di esperti al seguito. «Mai visto un governo con 500 consulenti, vuol dire che è scarso», esordisce Briatore, in collegamento con Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio. Ma è solo l’incipit. a stretto giro, infatti, colpendo duro il premier e i suoi ministri, l’imprenditore rincara la dose e aggiunge: «Vittorio Colao, il capo (della task force ndr), vive a Londra.

È come se io avessi i ristoranti a Honolulu e vivessi a Cuneo. Non è possibile»…Poi, a proposito di provvedimenti governativi. Incertezze. Fondi stanziati e troppo spesso mai arrivati, Briatore incalza: «Questi prendono per il c**o la gente, questo è il vero dramma. Tutti ‘sti miliardi non arriveranno mai». Così come l’imprenditore si dice scettico sulle riaperture, soprattutto a fronte delle tante incertezze paventate e dimostrate dal governo.

venerdì 29 maggio 2020

CLORICHINA VIETATA DALL’OMS, ESPERTO: “COSTA TROPPO POCO”



“Il paziente deve essere trattato tempestivamente e questo vuol dire che va curato a domicilio”. Quando andava a casa degli infetti per verificarne le condizioni – “oggi per fortuna di nuovi malati non ne abbiamo” – portava sempre con sé un kit di medicinali pronti all’uso. Tra questi l’idrossiclorochina e, in caso di necessità, antipiretici e cortisone. Dopo la decisione dell’Oms e dell’Aifa di sospendere i trials sull’uso dell’antimalarico contro il coronavirus, Cavanna è ovviamente rimasto spiazzato. La sua esperienza sul campo suggerisce che l’idrossiclorochina “in tanti pazienti si è dimostrata efficace”. “Anche tanti medici l’hanno assunta – dice – Non farà testo, ma vuol dire che credevano in questo farmaco. E poi ci sono centinaia se non migliaia pazienti che l’hanno presa”. Avete visto complicanze particolari? “No, no. Assolutamente no. La più temibile è un disturbo del ritmo chiamato ‘torsione di punta’, ma uno se ne accorge…”.

Nessuno mette in dubbio il prestigio della rivista Lancet. Nessuno dubita della buona fede dell’Aifa e forse pure dell’Oms, che su quello studio si sono basati per bloccare il farmaco. Ma quando per due mesi hai curato i pazienti Covid con l’idrossiclorochina, è normale che poi “qualche dubbio” ti venga. “La prima osservazione è questa: Lancet è certamente una rivista prestigiosa ed affidabile, tuttavia quello pubblicato è uno studio di registro. Ha cioè analizzato i dati di 671 ospedali di 6 continenti e valutato gli effetti del farmaco sui malati, però ha molti limiti dal punto di vista procedurale. In genere i governi e gli enti preposti si basano su studi randomizzati di fase 3 e da lì traggono conclusioni per mettere in commercio o meno un farmaco. E quello di Lancet non è uno studio randomizzato di fase 3”. In fondo, seppur velatamente, lo ammette anche l’Aifa nel suo comunicato, quando sostiene che le “nuove evidenze cliniche” derivano da “studi osservazionali o da trial clinici di qualità metodologica non elevata”. “È una mia opinione – sussurra l’oncologo – ma se realizzassimo un’analisi di questo tipo su altri farmaci, come l’aspirina, forse metteremmo in dubbio anche la sua sicurezza”.

Cavanna non intende “avanzare critiche ad uno studio scientifico”, non è nel suo stile. E lo si capisce anche al telefono: “Parto sempre dal presupposto che ad uno studio scientifico bisogna rispondere con uno studio scientifico”. Cioè “con la forza degli argomenti” e “dei pazienti curati sul campo”. Per questo sta lavorando “a spron battuto” per pubblicare prima possibile una analisi retrospettiva sui pazienti che in Italia, in ospedale o a casa, hanno assunto il farmaco antimalarico. “Una volta osservati i dati, e valutati anche gli effetti collaterali, potremo probabilmente dire che l’idrossiclorochina è molto più sicura di quanto non si voglia far credere”. I primi risultati, anticipati dal Giornale.it, dicevano che su 250 persone curate a domicilio, nessuno è morto, meno del 5% è stato ricoverato e tutti alla fine sono tornati a casa. Solo fortuna? “L’idrossiclorochina è in commercio da tante decadi. Perché tanto clamore proprio quando c’è una malattia così diffusiva e drammatica? Le persone con artrite reumatoide o il lupus la utilizzano da tempo: scopriamo che è così pericoloso a maggio 2020? Ma non le viene qualche dubbio?”.
Coronavirus, il metodo che evita la strage: “Nessun paziente è morto”
Cavanna “capisce” la scelta dell’Aifa di adeguarsi “a cascata” alle indicazioni dell’Oms. Ma sul fatto che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia fatto una valutazione adeguata “ho i miei dubbi”. Un ruolo nella “guerra” all’idrossiclorochina potrebbe averla giocata l’attenzione mediatica attirata sul farmaco dalla decisione di Donald Trump di assumerlo come “prevenzione”. “Lo dico fuori dai denti – spiega l’oncologo -: sembra che l’idrossiclorochina sia entrata a far parte di un gioco politico”. I sospetti sono diversi, e Cavanna li esterna senza intento polemico. La chiama “una suggestione da libero pensatore”. L’idrossiclorochina costa poco (“con 6 euro si possono curare 2 persone”) e ora in gioco ci sono sperimentazioni, plasma e vaccini vari. “In un sistema in cui tutto è basato sul costo – dice – magari si spinge su farmaci che hanno un prezzo diverso…”.

Ora la sfida è chiudere in tempo la ricerca “per dare ai decisori politici la possibilità di scegliere non sulla base dell’emozione, ma su realtà scientifiche le più veritiere possibile”. Cavanna intende farlo “per rispetto della gente” e dei “suoi” pazienti. Ma soprattutto perché bisogna “essere pronti in previsione di un ritorno del virus”: “Auguriamoci arrivi il vaccino e che questo dramma finisca. Ma mi lasci dire che ogni farmaco ha un costo, economico e biologico. Ma se il beneficio è di gran lunga superiore al costo, allora vale la pena utilizzarlo”. Nonostante le scelte dell’Oms.

Quelle trame PD-toghe per far sbarcare i clandestini della Diciotti. Il centrodestra chiede la testa di Legnini



Da Affari Italiani – Matteo Salvini – si legge sul Corriere della Sera – va all’attacco e invoca l’intervento del capo dello Stato perchè, dice il leader del Carroccio, c’è in gioco «la credibilità dell’intera magistratura. Salvini è certo che Mattarella «non resterà indifferente» di fronte a queste nuove «incredibili intercettazioni»: da queste chat, dice, «emergono le trame di Giovanni Legnini, vice presidente Csm e sottosegretario di due governi a guida Pd, per far intervenire il Csm a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti»

“Non c’è ombra di complotto, né di congiura, né mi sono mai espresso nel merito e mai ho attaccato Salvini. Mi sono solo limitato al mio dovere quale vicepresidente del Csm di tutelare l’indipendenza della magistratura», assicura Legnini. Spiegando quelle parole male interpretate. Erano i giorni dello sbarco negato ai migranti salvati dalla nave Diciotti, e Salvini rivendicava la «linea dura» in polemica con la Procura di Agrigento.

«Il Csm era chiuso. C’era un attacco nei confronti della magistratura. C’erano le prese di posizione della magistratura associata. Era doveroso per il Csm che tutela l’indipendenza della magistratura prendere una posizione. Ho ritenuto doveroso, prima di farlo, conoscere l’orientamento di tutte le componenti dei togati. Ho chiesto a tutte di esprimere la loro posizione e a Palamara ho chiesto quella della sua corrente Unicost, che ancora non si era espressa ».

Ma Salvini controreplica: «Si arrampica sugli specchi». E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e Silvio Berlusconi lo appoggiano. La pubblicazione delle chat, «non mi ha fatto arrabbiare. Anzi è stata una ulteriore conferma della politicizzazione di una parte della magistratura che, negli ultimi trent’anni, da ordine dello Stato è diventata un potere dello Stato che ha addirittura sottomesso a sé gli altri poteri. Adesso ce l’hanno come sempre con me e anche con Salvini perché il centrodestra potrebbe vincere le prossime elezioni», dice Berlusconi. E la Meloni si appella a Mattarella chiedendo di azzerare il Csm.

“Attaccate subito Salvini”: il PD ordina, i giudici di sinistra eseguono. Il leghista: “Mattarella non può tacere”



Giorno dopo giorno stanno emergendo le trame oscure tra magistrati, Csm e giornali per mettere fuori gioco Matteo Salvini. Chi pensava che le chat sull’ex ministro dell’Interno (“Una m***a, ha ragione ma va attaccato”) fossero un caso isolato, deve ricredersi: il piano era molto articolato, al punto che sono venute alla luce anche le mosse di Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm e sottosegretario di due governi a guida Pd, per far intervenire il Consiglio a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti.

In quell’occasione, stando alla ricostruzione de La Verità – che ha pubblicato altre intercettazioni – quattro consiglieri del Csm (tra cui ovviamente Luca Palamara) invocavano l’intervento del Consiglio per difendere “l’indipendenza della magistratura” che Salvini avrebbe messo in pericolo. Tra l’altro proprio Legnini si era avvalso degli ottimi rapporti con una parte della stampa, facendosi immediatamente rilanciare sul sito di Repubblica il messaggio confezionato in sole 24 con lo scopo screditare Salvini ed esaltare la magistratura al di sopra delle parti.

Era infatti il 24 agosto 2018 quando Legnini contatta Palamara: “Luca, domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave”. La risposta del consigliere non si fa attendere “Ok, anche io sono pronto. Ti chiamo più tardi e ti aggiorno”. Legnini insiste: “Sì, ma domattina dovete produrre una nota, qualcosa insomma”. Allora Palamara riceve un altro messaggio: “Dobbiamo sbrigarci! Ho già preparato una bozza di richiesta. Prima di parlarne agli altri concordiamola noi”. Devono aver fatto molto presto, visto che il giorno dopo, 25 agosto, Repubblica in primis e poi le agenzie di stampa danno notizia di quattro consiglieri di Palazzo dei Marescialli, fra cui Palamara, che chiedono di inserire il caso migranti all’ordine del giorno del primo plenum del Csm.

“Svelata la natura di alcune iniziative dei magistrati contro il sottoscritto”, ha commentato il segretario della Lega, che si sta prendendo la sua personale rivincita dopo gli attacchi strumentali subiti durante l’esperienza di governo: “Sono sicuro che il capo dello Stato non resterà indifferente: ne va della credibilità dell’intera magistratura italiana, la situazione è ormai intollerabile e occorrono interventi drastici, rapidi e risolutivi, per il bene del Paese”. Per il momento, però, Sergio Mattarella continua a tacere: ufficialmente neanche una parola è stata detta sulle incredibili intercettazioni che stanno emergendo e travolgendo la magistratura

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