giovedì 28 maggio 2020

Assembramenti vietati agli italiani, non al PD che vuole festeggiare: “Sì alle feste dell’unità. Ci servono soldi”




Nel Pd vi è la seria intenzione di celebrare tranquillamente la Festa dell’Unità, nonostante le misure stringenti adottate dal governo e gli innumerevoli appelli alla cautela. Infatti è stato spesso ripetuto che gli assembramenti e le rimpatriate tra amici sono vietati, così come non si possono avere contatti fisici tra le varie persone, bisogna mantenere la distanza di sicurezza ed è stata dichiarata guerra alla cosiddetta movida. Una serie di condizioni che inevitabilmente stanno cambiando le nostre abitudini di vita, costringendo a chiederci ogni istante se stiamo agendo nel pieno rispetto delle norme.

Non a caso il governo sta seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di impiegare ben 60mila assistenti civici, ovvero dei volontari che controlleranno il territorio e faranno la spia ai danni dei trasgressori, pattugliando i mercati, i giardini e le aree giochi dei bambini. Chi sa se qualcuno verrà spedito in missione in occasione dei festeggiamenti del Partito democratico, per verificare – magari – se vengono applicate rigorosamente tutte le disposizioni fino ad ora imposte. Sì, perché i dem non sembrano voler rinunciare alle Feste dell’Unità.

Cambiate, diverse, nuove. Ma ci saranno. Ne è convinto Stefano Vaccari, ex sindaco di Nonantola: “Sono state finora un’esperienza di confronto e condivisione straordinaria. Sono i luoghi attraverso i quali il Partito democratico entra in relazione con la società, le persone, comunica le proprie idee, fa vivere la propria idea di volontariato, pratica la politica pulita ricavando risorse importanti per l’autofinanziamento“. È da intendersi dunque come un’importante opportunità per finanziarsi e per racimolare qualche nuovo tesserato.
Il Coronavirus non ferma il Pd
Fanno sapere che le modalità saranno del tutto innovative e che gli spazi saranno ripensati, tenendo conto dei pericoli del Coronavirus. Saranno molte le novità ma lo spirito sarà lo stesso, poiché dicono che non si riuncerà “ad essere comunità, a mobilitare energie, a fare iniziativa politica in forme nuove“.

Da qui un avvertimento importante per tutti i partecipanti lanciato su Immagina, la piattaforma web e social a disposizione di chiunque voglia dare il proprio contributo con idee e progetti per l’Italia che verrà: le feste dovranno essere sicure e “percepite come tali“. Pertanto, al fine di accogliere il pubblico, si dovranno studiare nuove strutturazioni. Il tutto con tre pilastri fondamentali: “Più comunità, più semplicità, più prossimità“.

 Difficile prevedere come si possa attuare l’ultimo slogan citato, visto che non ci si può nemmeno scambiare una stretta di mano e non si possono dare né abbracci né pacche sulle spalle. Il responsabile organizzazione della segreteria del Pd considera le Feste dell’Unità come un’occasione anche per diventare generatrici di una nuova socialità per chi avrà meno occasioni e possibilità: “Proviamo allora, tutti insieme, a far vivere i prossimi mesi il Pd come un partito delle persone, un partito digitale, per una democrazia più forte”

Chat Palamara, spunta anche il ministro Boccia: “Sostieni la mia candidatura al congresso del PD”



Da Affari Italiani – Il caso Palamara non si spegne. Il magistrato, sospeso dal Csm e imputato al processo di Perugia per presunta corruzione, stando alle intercettazioni finite agli atti, aveva continui contatti ad alti livelli, si interessava di nomine ma anche di politica.

Era infatti parecchio richiesto – come riporta La Verità – anche da diversi esponenti del Pd. Ad esempio l’attuale ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia che gli chiedeva aiuto per la sua campagna elettorale nel novembre 2018.

 Boccia invia un video di due minuti a Palamara relativo alla sua corsa come segretario del Pd alle primarie, girato nel mercato di Scampia a Napoli. Il pm non gli risponde, allora Boccia torna alla carica e gli scrive – sempre stando a quanto riporta La Verità – qualche giorno dopo: “Ciao, ti mando un po’ di informazioni utili per sostenere la mia candidatura al congresso”.

 Anche l’ex ministra della salute Lorenzin è in contatto con il pm, stando a quanto riporta La Verità, tanto che lo invita anche alla presentazione di un libro. “Mi farebbe molto piacere averti con noi. Serata informale, divulgativa e spero stimolante”. Palamara non conferma, ma rilancia: “Organizziamo presto e stiamo a cena insieme?”. Lorenzin risponde entusiasta: “Siii”

Scandalo toghe, il Partito Democratico ordinava ai giudici “eversivi” di colpire Salvini: “Ok, siamo pronti”



Di Federico Giuliani – Una sorta di campagna stampa orchestrata alla perfezione per colpire Matteo Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno. Scorrendo le varie chat di Luca Palamara, sembrerebbe proprio che l’obiettivo principale di alcune toghe e di una parte della politica fosse quello di togliere dalla scena il segretario del Carroccio.

Secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Verità, il tema dello sbarco della nave Diciotti a Catania sarebbe stato utilizzato come grimaldello per far barcollare Salvini, il quale aveva “ragione” ma, in quel delicatissimo momento, andava attaccato a spada tratta. A orchestrare la campagna contro il ministro sarebbe stato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, tra l’altro sottosegretario di due governi guidati dal Pd.

La conversazione tra Palamara e Legnini
Riavvolgiamo il nastro e cerchiamo di ricostruire la vicenda. Il 24 agosto 2018, scrive ancora La Verità, Legnini contatta il consigliere Palamara: “Luca, domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave. So che non ti sei sentito con Valerio (il consigliere del Csm in quota Area, Valerio Fracassi, ndr). Ai (Autonomia e indipendenza, ndr) ha già fatto un comunicato, Area (la corrente di sinistra delle toghe, ndr) è d’ accordo a prendere un’ iniziativa Galoppi idem (il consigliere del Csm Claudio Galoppi, ndr). Senti loro e fammi sapere domattina“. È il preambolo a una conversazione che, come vedremo, ha uno scopo ben preciso.

La risposta di Palamara non si fa attendere: “Ok, anche io sono pronto. Ti chiamo più tardi e ti aggiorno“. A quel punto, sottolinea sempre nella sua ricostruzione dei fatti La Verità, Legnini insiste: “Sì, ma domattina dovete produrre una nota, qualcosa insomma“. A quel punto Palamara scrive a Fracassi: i due si incontrano il giorno successivo. Il pm riceve quindi un messaggio: “Dobbiamo sbrigarci! Ho già preparato una bozza di richiesta. Prima di parlarne agli altri concordiamola noi“.

La bozza deve essere approvata al più presto. Le firme, decidono Palamara e Fracassi, saranno inserire “in ordine alfabetico“. Arriviamo al 25 agosto, quando le agenzie battono una notizia che non può passare inosservata: quattro consiglieri di Palazzo dei Marescialli, fra cui Palamara, chiedono di inserire il caso migranti all’ordine del giorno del primo plenum del Csm. Nel documento si legge che “la verifica del rispetto delle norme è doverosa nell’interesse delle istituzioni“.

“Gli interventi a cui abbiamo assistito, per provenienza, toni e contenuti rischiano di incidere negativamente sul regolare esercizio degli accertamenti in corso. Riteniamo che sia necessario un intervento del Csm per tutelare l’ indipendenza della magistratura e il sereno svolgimento delle attività di indagine“, prosegue il documento. Legnigni, in un altro comunicato, scrive che l’istanza sarà trattata nel primo comitato di presidenza. “Il nostro obiettivo è esclusivamente quello di garantire l’ indipendenza della magistratura“, aggiunge.

L’accerchiamento di Salvini è completato. Ma, anche tra le stesse toghe, qualcuno alza un sopracciglio. Emblematico il messaggio del procuratore di Viterbo, Paolo Auriemma, a Palamara: “Non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’ Interno interviene perché questo non avvenga“. Palamara tira dritto: il segretario del Carroccio va “attaccato“. “Indagato per non aver permesso l’ingresso a soggetti invasori. Siamo indifendibili. Indifendibili“, conclude Auriemma.

Salvini: “Situazione gravissima”
L’oggetto delle chat tra giudici, Matteo Salvini, esce allo scoperto e commenta così quanto è avvenuto: “Dopo gli insulti e l’ammissione “Salvini ha ragione ma va attaccato”, oggi La Verità pubblica altre incredibili intercettazioni, che svelano la natura di alcune iniziative dei magistrati contro il sottoscritto”

“Emergono le trame di Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm e sottosegretario di due governi a guida Pd, per far intervenire il Consiglio Superiore della Magistratura a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti – rincara la dose Salvini -.In quell’occasione, da quanto ricostruisce La Verità, quattro consiglieri del Csm (tra cui Luca Palamara che mi definiva “m…”) invocavano l’intervento del Csm – così come ordinato da Legnini – per difendere “l’indipendenza della magistratura” che io avrei messo in pericolo“.

“Un attimo dopo, Legnini rispondeva pubblicamente che l’unico obiettivo era assicurare “l’indipendenza della magistratura”, confezionando il messaggio (immediatamente rilanciato dal sito di Repubblica) di una magistratura al di sopra delle parti e preoccupata perché il ministro Salvini osava difendere l’Italia e pretendeva di bloccare gli sbarchi rifiutando l’accusa di essere un sequestratore“, conclude l’ex ministro dell’Interno.

Salvini lancia quindi un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Sono sicuro che il Capo dello Stato non resterà indifferente: ne va della credibilità dell’intera Magistratura italiana, la situazione è ormai intollerabile e occorrono interventi drastici, rapidi e risolutivi, per il bene del Paese“.

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