lunedì 11 maggio 2020
Riscatto Silvia Romano, tuona Vittorio Sgarbi: “Lo Stato italiano umuliato dai terroristi vincitori ed euforici”
Dopo il rincoglionimento da coglionavirus fiumi di uniforme retorica accompagnano il rientro della giovane donna Silvia Romano rapita dai terroristi somali di «Al Shabaab». Nessun dubbio che sia una buona notizia.Ma lo stesso Stato che non riuscì a liberare Aldo Moro perché scelse la linea dura contro i terroristi delle Brigate Rosse, ora non ha fatto altro che finanziare i terroristi pagando un inverosimile riscatto.
Operazione non diplomatica, ma mercantile. Che vede lo Stato umiliato dai terroristi vincitori e una quantità di depensanti euforici che esultano come se avessero ottenuto la liberazione a forza di tweet, esortazioni, operazioni di intelligence, attività dei Servizi. Nulla di tutto questo. Semplicemente abbiamo ceduto a un ricatto e abbiamo pagato 4 milioni di euro, che rendono preziosi i futuri ostaggi, avendo dato prova di disponibilità alla trattativa. E se si esulta per questo occorrerà riconoscere la legittimità della trattativa Stato-mafia e della linea morbida e conciliante. Con la stessa irresponsabilità abbiamo pagato i terroristi e multato chi camminava solo su una spiaggia.
Oggi Silvia Romano è stata liberata dai suoi cancellieri criminali per essere condotta agli arresti domiciliari voluti da uno Stato incapace e impotente ,che punisce chi sta all’aria aperta, nell’unica vera soluzione per la salute, per pagare il riscatto di chi stava nella foresta degli elefanti.
domenica 10 maggio 2020
Follia nel centro d’accoglienza di Cremona: pregiudicato gambiano spacca il naso alla guardia di sorveglianza
I carabinieri hanno arrestato un 36enne africano originario del Gambia, richiedente asilo e pregiudicato, con l’accusa di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. L’indagine è scattata con la denuncia di una guardia giurata, il 25 marzo scorso. L’uomo aveva subito un’aggressione mentre era impegnato nel servizio di vigilanza alla “Casa dell’Accoglienza” di Cremona.
L’africano già noto ai carabinieriAi carabinieri aveva riferito di aver subito una violenta aggressione. Un soggetto armato di coccio di bottiglia lo aveva colpito con un violento pugno al volto e gli aveva rotto il naso. I militari, dopo aver indagato e acquisito diversi filmati dei sistemi di videosorveglianza, hanno identificato il 36enne e lo hanno rintracciato nel pomeriggio di ieri nei pressi della stazione di Cremona, con un coltello da cucina addosso. Il gambiano era già noto ai carabinieri per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, sempre nella stessa casa d’accoglienza.
Gli ospiti del centro spesso al centro di casi di cronacaLa stessa struttura è stata già al centro di diversi episodi di cronaca, fra i quali uno dei più recenti è l’arresto, avvenuto il 18 marzo, di un nigeriano per sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e minacce aggravate. Il 27 febbraio, poi, un 34enne del Burkina Faso era stato arrestato mentre cercava di introdursi nella struttura senza averne titolo, mentre a metà gennaio un liberiano era stato arrestato per spaccio.
Ennesima figura di m**da delle Sardine: “Aldo Moro ucciso dalla mafia”. E soli social: “Ignoranti senza cervello”
Per le sardine Aldo Moro è stato ucciso dalla mafia, non dalle Brigate rosse. E meno male che all’inizio del tweet della pagina 6000 Sardine indecente c’era scritto: “la mancanza di memoria è uno dei nemici peggiori di questo Paese”. Le ultime parole famose. Non è una fake news è la pura verità. Che le sardine non brillassero in preparazione era evidente.
Anche ora in tempi di Covid hanno brillato per la loro assenza e la loro afasia. Sciaguratamente sono tornate ad esprimersi con questo sciagurato tweet nel giorno in cui ricorre il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani a Roma.
“In un’ epoca dove l’assenza di memoria è uno dei nemici peggiori di questo Paese, vale sempre la pena ricordare #AldoMoro e #PeppinoImpastato ammazzati dalla Mafia”. Proprio così. La topica e l’ignoranza senza fine di un movimento trattato con i guanti bianchi dalla sinistra tutta è di un imbarazzo colossale. Qualche a anima pia deve avere avvertito le sardine perché il tweet è scomparso. Rimosso. Per poi rimetterlo corretto. Ma in tanti avevano letto.
Il web se le è “divorate” le sardine: qualcuno scrive: “Brigate rosse fanno fatica a dirlo…” Mariano scrive: “Quando lo rapirono mio zio era di scorta. Post come questo per m4e valgono a calpestarne la memoria”. “Questi non conoscono l’Abc della politica e della storia”, scrive uno, mentre un alto utente ribatte, giustamente: “ma neanche l’Abc dell’alfabeto”. Lapidario il post dell’eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi: “ammazzato dalla mafia?. Questi oltre a non avere memoria non hanno neanche il cervello”. Come non sottoscrivere? Leggi la notizia su Il Secolo D’Italia
“Moby Zazà”, la nuova nave da crociera presa in affitto dal governo per la quarantena dei clandestini. Paghiamo noi
Ad annunciarlo su Facebook il sindaco di Lampedusa Totò Martello: “Nel corso di una telefonata con gli Uffici del Ministero degli Interni mi è stato comunicato che si è chiusa la gara d’appalto ed è stato firmato il contratto per l’utilizzo di una nave da utilizzare per la quarantena dei migranti.
Si tratta della “Moby Zazà” che farà la spola fra Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo. È un provvedimento che ho chiesto più volte nelle scorse settimane e che ritengo di fondamentale importanza per mantenere le condizioni di tutela sanitaria sulla nostra isola, alla luce del ripetersi degli sbarchi e delle necessità legate all’emergenza #Covid19.” Altri milioni di euro rubati agli italiani
sabato 9 maggio 2020
Mes, terrore per Conte: “Rischiamo di non avere i voti in aula”. L’ala sovranista M5S fa tremare il governo
Giuseppe Conte è preoccupato dall’alto costo politico che può comportare dire sì al Mes, come già ha fatto il Pd con toni trionfalistici. “Rischiamo di non avere i voti in aula, perché attivare il fondo salva-Stati oggi vorrebbe dire spaccare il M5S”: è questa la considerazione che, secondo La Stampa, il premier avrebbe fatto dopo aver saputo del via libera dell’eurogruppo al Mes light, ovvero senza condizionalità per le spese sanitarie.
Gran parte dei grillini temono però che la formula trovata non annulli le condizioni, presenti nei trattati europei, di rientro a un debito sostenibile. In altri termini, scrive La Stampa, continuano a considerare una probabilità il rischio di ritrovarsi la Troika in casa quando l’emergenza sarà finita, l’Europa tornerà al patto di stabilità e l’Italia avrà un indebitamento molto più elevato. Sarà quindi difficile trattare con il M5S, che ritiene il Mes uno strumento inadeguato: sarà necessario giungere ad un compromesso.
Conte guarda già all’appuntamento in Parlamento dei primi di giugno: alla vigilia del consiglio europeo chiederà il voto su una risoluzione di maggioranza che dovrà dare il via libera dell’Italia al pacchetto di strumenti che, oltre al Mes, comprende il fondo Sure e la Banca europea degli investimenti. È un passaggio cruciale, scrive La Stampa, e il premier deve arrivarci con la coalizione compatta per evitare che la fronda sovranista del M5S e l’antieuropeismo di Alessandro Di Battista prendano il sopravvento.
Mes, Sapelli inchioda PD e M5S: “Al governo c’è la mucillaggine peristaltica. Vergognoso il no al prestito nazionale”
Non usa giri di parole Giulio Sapelli nell’esprimere un giudizio negativo sull’Europa di oggi, sulle tante belle parole ma fatti zero della Commissione a sostegno dei Paesi membri travolti dalla crisi economica del Covid, e anche sull’esecutivo giallorosso. L’economista ci spiega il suo “no” a un governo tecnico per il post Conte – “Mi sembra che il governo Monti ci abbia già insegnato abbastanza e che i tecnici siano anche peggio della mucillaggine peristaltica che oggi ci governa” – e smaschera l’Unione europea, ricordandole colpe e responsabilità: “Non sa come attivare il Mes. Andrà a finire che la pandemia terminerà e il Fondo non sarà stato neanche approvato. L’Europa non farà nulla di concreto”.
Recovery Fund, Bei, Sure e Mes: professore Sapelli, facciamo il punto?“Tante parole e altrettante sigle, ma fatti e aiuti concreti zero. Il trattato internazionale del Mes è il ritratto di quello che è l’Europa: un continente senza stato di diritto, senza costituzione, regolato da trattati internazionali. Il Mes andrebbe sottoposto, per coloro che ne avessero ricevuto aiuti finanziari, alle regole scritte nel tratto di Maastricht, che dicono che non si può né fare debito né mutualizzazione del deficit”.
Gualtieri, Conte e i giallorossi dicono diversamente…“E dicono male. È una cosa molto grave che queste persone che sono al governo, e chi fa il tifo per loro sui giornali o in televisione, o non si informano o mentono, soggiogati alla ‘democrazia’ europea che vuole dominare. Dico questo perché sarebbe bastato fare un semplice trattato che dicesse di applicare l’articolo 122 del trattato di finanziamento dell’Unione del 2012, che dice che in caso di eventi catastrofici il trattato di Maastrich è sospeso.
Oggi c’è l’Eurogruppo: che fine farà questo Mes?“Non hanno ancora trovato un modo per metterlo in atto. E per fare un vero Mes senza condizioni bisogna fare, ripeto, un nuovo trattato internazionale. Quindi, penso proprio che l’Eurogruppo rimanderà nuovamente la decisione sul Fondo Salva Stati. E andrà a finire che la pandemia finisce e il Mes non sarà stato ancora scritto e approvato”
Quindi l’Ue non darà realmente una mano ai Paesi membri?“Esattamente, l’Europa non farà nulla di concreto”
Ma qual è il futuro prossimo e più lontano di un’Europa del genere?“L’Unione Europa e l’euro sono nelle mani della Germania. L’unione monetaria finirà quando i tedeschi lo vorranno: quando si saranno stancati di aderire a una moneta unica, alla quale peraltro non volevano neanche, se ne andranno. Insomma, sono entrati controvoglia e se ne andranno quando vorranno, ovviamente facendo in modo che i loro interessi siano ben salvaguardati. Ecco, spero che si avranno meno danni possibili per tutti gli altri”
Sarà la fine dell’Ue?“Più che dell’Unione, direi della moneta unica. Comunque, io auspico che rimanga in vigore l’euro ma che cambi radicalmente la politica economica dell’Europa. E che si scrivi una costituzione e che i popoli la approvino, perché altrimenti l’Europa continuerà a essere il caos di questi anni, o meglio un’entità che non esiste, del tutto astratta. Perché attualmente esistono solamente gli Stati nazionali che aderiscono i trattati dell’Ue”
Dal livello comunitario a quello nazionale. Cosa ne pensa dell’operato del governo rispetto alla crisi economica?“È vergognoso che questo esecutivo non abbia ascoltato e non abbia preso neanche in considerazione l’idea di Giulio Tremonti e del più grande banchiere italiano Giovanni Bazoli, che hanno entrambi proposto un prestito nazionale a bassissimo tasso di interesse e a bassissimo termine, come peraltro fatto nel ’45 e nel ’48 dopo la guerra”
A livello geopolitico, l’Italia e l’Europa – anche geograficamente – sono a metà tra il polo americano e quello cinese. Come rapportarsi alle due superpotenze?“Allora, una premessa è d’obbligo: sul piano continentale, quello che conta a livello geopolitico sono le relazioni che Italia, Francia e Germania hanno con il mondo, con Usa e Cina. La Germania per la sua grande potenza economica, la Francia perché ha forti interessi africani e ha forse una diplomazia economica e politica migliore del mondo, e l’Italia perché è una piattaforma in mezzo al Mediterraneo”
Ciò detto, qual è lo Stato delle cose con Washington e Pechino?Partendo alla Germania, negli ultimi vent’anni sotto Angel Merkel si è schierata contro gli Stati Uniti e a favore della Cina, per il commercio mondiale dell’acciaio, e della Russia, per i dazi. La Francia ha cercato di mediare tenendosi in equilibrio, mentre l’Italia, anche causa il ruolo del Vaticano, si è appiattita sulla Cina in modo assoluto. E questo ci ha danneggiato moltissimo nei nostri rapporti con gli Stati Uniti: io penso che l’unica salvezza dell’Italia sia la collocazione transatlantica: senza gli Usa siamo persi.
Per chiudere, tornando in Italia e alle questioni “romane”, una battuta su un possibile governo tecnico. Si parla di Vittorio Colao o Mario Draghi a Palazzo Chigi: cosa ne pensa?“Mi sembra che il governo Monti ci abbia già insegnato abbastanza che i tecnici sono anche peggio della mucillaggine peristaltica che oggi ci governa. L’unica cosa peggiore di Conte sarebbe un esecutivo Colao o Draghi”. Leggi la notizia su Il Giornale
Un cargo tedesco ci scarica i clandestini: a Lampedusa con 79 a bordo. Governo complice dei trafficanti
Proseguono senza sosta gli sbarchi sull’isola di Lampedusa, che adesso rischia il collasso non solo per il raggiungimento dei posti letto sull’hotspot dell’isola ma anche per l’emergenza sanitaria in atto.Il cargo Marina, con 79 migranti a bordo salvati il 3 maggio scorso, “ha varcato il confine delle 12 miglia nautiche e si trova dentro le acque italiane, a sud di Lampedusa”. Lo afferma su Twitter un tracciamento della rotta del cargo fatto da Sergio Scandura di Radio Radicale. Sul cargo viaggiano anche 13 membri dell’equipaggio. Da domenica scorsa la nave si trovava nella fascia contigua, ovvero 12 miglia marine oltre il limite delle acque territoriali. A indirizzare il cargo verso l’area di soccorso in Sar maltese era stata La Valletta, ma – spiega Mediterraneo Cronaca – a 30 miglia da Lampedusa e a 120 da Malta. Nessuno dei due Paesi ha dato, finora, l’autorizzazione allo sbarco, e il destino della nave è al centro di un braccio di ferro tra Roma e La Valletta. L’ennesimo braccio di ferro su una situazione che sembra non avere fine.
Mentre a Roma si discute, a Lampedusa si fronteggia l’ennesima emergenza, che come ha definito lo stesso sindaco dell’isola, Salvatore Martello, “ci messo in ginocchio”. Si alza adesso una levata di scudi sul fermo amministrativo delle navi ong ‘Aita Mari‘ e ‘Alan Kurdi‘. “È preoccupante vedere utilizzata anche da parte di questo governo la stessa, identica, strategia di accanimento nei confronti delle navi delle ong, impegnate nel soccorso in mare – dice con durezza Giorgia Linardi, portavoce della Sea watch, che commenta così con l’Adnkronos il fermo amministrativo delle navi -. Una strategia utilizzata dal governo precedente e che non ha al centro la sicurezza delle persone e la salvaguardia della vita umana, ma la volontà di scoraggiare la presenza delle ong in mare, altrimenti contestualmente verrebbero impiegate unità navali italiane ed europee”.
Linardi non usa mezze parole, il suo atto di accusa è diretto al governo italiano. “Voglio ricordare che, nel caso specifico della Aita Mari, la nave si era recata nella zona dei soccorsi dopo che da tre giorni erano stati avvistati dagli assetti aerei di Frontex più di 250 persone in mare, in quattro casi – spiega Linardi – Nessuna di queste persone è stata soccorsa dalle autorità. Due gommoni sono arrivati autonomamente in Sicilia, un gommone è stato soccorso, appunto, dalla Aita Mari e un altro è stato respinto in Libia da una flotta segreta maltese, costando la vita a 12 persone”. E conclude: “Aita Mari ha sopperito all’omissione di soccorso da parte delle autorità – dice -e ora, da parte delle stesse autorità, viene ingiustamente punita”.
Di escamotage di tipo amministrativo parla Riccardo Gatti, head of Mission dell’ong spagnola Proactiva Open Arms e direttore di Open Arms Italia: “Si fermano le navi umanitarie lasciando di fatto il Mediterraneo privo di assetti di ricerca e soccorso in un momento in cui le partenze sono riprese massicce e ci sono centinaia di persone che rischiano la vita, tra cui molte donne e bambini”, conclude. Intanto a Lampedusa non c’è più posto per i migranti e la loro accoglienza – a causa delle restrizioni sanitarie – puo essere fatta solo sul molo del piccolo porto dell’isola.
venerdì 8 maggio 2020
Torturò, uccise a morsi e cannibalizzò la moglie: giudice folle scarcera il mostro: “C’è il virus”. Ira dei familiari
Era stato accusato di aver picchiato, seviziato e, infine, ucciso a morsi la moglie, nel settembre dello scorso anno a Nago Torbole, in provincia di Trento. Poi era finito in carcere ma, oggi, a pochi mesi dai fatti, a Marco Manfrini è stato concesso di uscire e di terminare la sua pena ai domiciliari, senza braccialetto elettronico. Il motivo? Come riportato da Leggo, a causa dell’emergenza legata all’epidemia da coronavirus, per il giudice non ci sarebbe il pericolo di un suo allontanamento.
“Mi sorella cannibalizzata”Il provvedimento deciso nelle ultime ore ha generato frustrazione nei familiari di Eleonora Perraro, la 43enne di Rovereto, il cui corpo era stato ritrovato in un lago di sangue. Ieri sera, su Raitre, a Chi l’ha visto?, la mamma e la sorella della donna si sarebbero dette disperate, definendo Manfrini un soggetto “pericoloso”. Come riportato dai congiunti della vittima, già in precedenza, l’uomo avrebbe fatto del male alla compagna, che aveva nascosto i segni delle violenze, dicendo di essere vittima di incidenti. “Mia sorella è stata torturata, seviziata, cannibalizzata. Lui non ha mai confessato l’omicidio e dice di non ricordare nulla“, avrebbe confermato la sorella di Perraro.
“Lui è fuori ed p molto pericoloso”“Il presunto uxoricida è stato rilasciato dal carcere e gli sono stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute legati alla tremenda piaga del Covid-19. Non è infetto. Sia chiaro. Non è in pericolo di vita. Non è in una terapia intensiva attaccato a una macchina che lo aiuta a respirare. No. È a casa sua, senza alcun dispositivo di tracciamento. Con la concreta possibilità che possa andarsene dove vuole“, ha scritto in una lettera la madre della donna. Che aggiunge: “Ho paura, perché è una persona molto pericolosa. Voglio ancora credere che ci sia giustizia“.
La storiaEleonora Perrare e Marco Manfrini si erano conosciuti abbastanza di recente e dopo pochi mesi avevano deciso di sposarsi. Probabilmente per alcuni problemi economici, i problemi nella coppia avrebbero iniziato a manifestarsi poco dopo le nozze, anche perché entrambi percepivano una pensione di invalidità. Come riportato dal quotidiano, Manfrini era disoccupato e avrebbe preteso che fosse la moglie a lavorare per entrambi.
Il delittoSecondo quanto ricostruito da Fanpage, il delitto si sarebbe consumato dopo una giornata trascorsa al Lago di Garda, quando tra i due sarebbe scoppiata una lite. La 43enne, quel giorno, si trovava già in condizioni di vulnerabilità, per quella che aveva raccontato a tutti come una caduta. Secondo la ricostruzione dei Ris, la donna sarebbe stata picchiata con violenza, scaraventata contro degli alberi e aggredita a morsi in faccia. Manfrini, il primo ad aver alleratato i carabinieri, era già stato condannato in passato per violenza sessuale, lesioni e minacce nei confronti dela sua ex convivente. Leggi la notizia su Il Giornale
Lockdown, esplode la rabbia: “Non ce la faccio più, mi fate una multa al giorno, non ho i soldi per mangiare” (Video)
di Viola Longo – In una Francavilla al Mare pressoché deserta un uomo viene fermato dai vigili perché, da quello che si capisce, non indossa la mascherina. Per strada non c’è quasi nessuno. Lui urla, ha una reazione scomposta. Si infila nella macchina della Municipale, prende una patente, non è la sua, torna indietro e inizia a urlare, non lesinando bestemmie e turpiloquio: “Non ce la faccio più, mi state facendo una multa al giorno, non ho i soldi per mangiare”. Non sappiamo se l’uomo sia un impenitente ribelle alle norme anti-Covid, ma quello che emerge dal video è, più che l’inciviltà, la disperazione. La rabbia, l’esasperazione di uno che, davvero, forse non ha più i soldi per mangiare.
Quella rabbia che inizia a esplodere nelle stradeIl video è stato postato dalla pagina Instragram welcometofavelas, una specie di collettore del trash in tutte le sue forme. Epperò questa scena di ordinaria follia ai tempi del coronavirus non solo non fa ridere, ma è un pugno allo stomaco per chi la guarda. La stessa pagina ha caricato anche un video di un uomo che, a Bologna, pur con una esplosione di rabbia più attenuata, urla in mezzo alla strada, solo, come un pazzo, per una multa che gli è stata elevata “per una mascherina rotta”, sostiene. Sotto si sentono ridacchiare le due donne che hanno ripreso la scena.
L’intollerabile distrazione del governoÈ facile immaginare che situazioni del genere si stiano verificando anche in altre città. Casi isolati che però, se messi insieme, diventano segnali. Nelle strade italiane inizia a circolare una rabbia che si fatica a tenere e della quale sembra che il governo non si accorga, mentre litiga sulla sanatoria dei migranti e ritarda ancora sul decreto ex Aprile ormai decreto Maggio. Intanto fioccano le multe anche per le persone che se ne stanno composte e che a distanza di sicurezza e con la mascherina chiedono solo di poter lavorare, come accaduto ai ristoratori milanesi. Situazioni di cui le forze dell’ordine sono a loro volta vittime, mandate in strada a fronteggiare una marea montante di esasperazione, con l’unico strumento delle Faq per distinguere tra chi viola deliberatamente le regole e chi, invece, è solo ridotto a non avere più niente da perdere.
“La sanatoria dei 600mila clandestini e il ricatto nel governo, così costringe l’Italia alla resa”
Di Pietro Senaldi – Siamo alle comiche, e purtroppo difficilmente saranno quelle finali. La ministra dell’ Agricoltura Teresa Bellanova, quinta colonna di Renzi nel governo, ha minacciato le dimissioni se all’ interno del decreto sull’ economia non sarà inserita la regolarizzazione di 600mila clandestini, da trasformare entro un anno in cittadini italiani. Alla sanatoria si oppone M5S, che vede nei profughi dei potenziali concorrenti ai percettori di reddito di cittadinanza, zoccolo duro dei grillini. Crimi e soci vogliono evitare la guerra tra disperati del Meridione e nullatenenti del Sud del mondo.
Dell’ insensatezza del progetto di Italia Viva si è detto più volte. La ministra prende a pretesto la carenza di raccoglitori di pomodori nel Mezzogiorno durante la stagione estiva per cambiare la demografia del Paese, facendo diventare italiani in un colpo un numero di africani superiore agli attuali abitanti della Basilicata. La signora medita uno stravolgimento epocale per risolvere un disagio contingente, un po’ se come chi ha il problema di spostarsi da Milano a Roma si comprasse un treno anziché un biglietto. Lei giura che il dentro tutti risolverebbe il dramma dello sfruttamento della manodopera al Sud, anche se esso è un guaio atavico, che precede di oltre cent’ anni la comparsa degli extracomunitari.
Irremovibile e rocciosa ancora più di quanto non lasci intravvedere, la Bellanova ha messo la propria testa sul piatto ed è qui che la vicenda si fa interessante. Se la portavoce renziana in consiglio dei ministri mollasse, il governo in teoria potrebbe cadere, cosa che nei fatti nessuno nella maggioranza vuole. Siamo alla guerra di nervi, ma è una roulette russa con le pistole caricate a salve. Renzi non riesce a far salire nei consensi la propria creatura e si è convinto che l’ unico modo per farlo sia occupare la scena, anche perché in disparte proprio non riesce a stare. Matteo dunque pompa la Bellanova; ma se la ministra si dimettesse, la sostituirebbe in due minuti piuttosto che far cadere il governo su un tema impopolare e di sinistra come la sanatoria dei clandestini.
MINACCE FINTE Per i grillini sarebbe l’ occasione per tenere duro e andare a vedere il punto. Solo che ormai M5S è fragile e qualsiasi scaramuccia può diventare mortale. Il problema di M5S è non passare come il partito dei profughi, cosa che causerebbe nuovi travasi di consensi verso Lega o Fdi. Scampato il pericolo, sia fatto dell’ Italia quel che si vuole, purché il governo regga.
Il punto di caduta dello scontro sarà probabilmente quello già individuato dalla ministra dell’ Interno, Luciana Lamorgese: 2-300mila regolarizzazioni e tutti sopravvissero felici e contenti. Italia Viva avrà ottenuto la sanatoria, e c’ è da chiedersi dove Renzi, seguitando a fare concorrenza al Pd da sinistra, immagini di prendere i consensi persi, mentre i grillini in cambio avranno il reddito d’ emergenza, mancia elargita a chi non ha reddito ma ha preferito lasciare che al suo posto sui campi ci andassero gli extracomunitari.
La trasformazione in cittadini di chi è entrato in Italia violando le leggi è la conferma che resteremo sempre un Paese levantino, dove la disonestà fa premio sulla correttezza e chi aggiusta le regole a proprio comodo se la passa meglio di chi le rispetta alla maniera teutonica. D’ altronde l’ esempio arriva dal governo, che usa mezzucci e trucchi per far digerire agli italiani qualsiasi fesseria. Inserire la sanatoria nel decreto che dovrebbe far ripartire economicamente il Paese è una truffa; peggio, una resa. Siccome gli italiani non vogliono più lavorare nei campi, li si paga per restare a casa spendendo soldi che non abbiamo e togliendo agli imprenditori quei pochi che ci sarebbero. La Bellanova afferma che anche per raccogliere pomodori ci vuole professionalità, ma non risulta che i clandestini abbiano spedito curriculum al suo ufficio o che la sua legge preveda una selezione qualitativa d’ ingresso. L’ Italia non si salva con sussidi e sanatorie ma con aiuti e incentivi alle imprese. Non ci aspettiamo che M5S e sinistra lo capiscano, però Renzi e i suoi pesi massimi potrebbero arrivarci.
M5$ si sono di nuovo “venduti” al PD: ecco la sanatoria per i clandestini. Movimento di traditori
Alla fine i Cinque Stelle hanno dovuto soccombere ai diktat degli alleati. Ancora una volta, non appena i renziani hanno minacciato fuoco e fiamme, si sono trovati a dover digerire una misura che causa mal di pancia soprattutto nell’ala più di destra del movimento. Nel decreto aprile, che a furia di slittare è ormai diventato decreto maggio, è infatti spuntato un articolo per regolarizzare i lavoratori “invisibili”, cioè gli immigrati irregolari. Una misura fortemente divisiva che non solo crea una violenta spaccatura in parlamento, ma che genera un forte malcontento in un Paese già dilaniato dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica.
“È una follia!”, tuonano i parlamentari della Lega. “Il nostro Paese non ha bisogno di nuovi schiavi senza tutele, senza diritti e con stipendi da fame”, denuncia il deputato Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno quando Matteo Salvini sedeva sullo scranno del Viminale. Da quando al minisero dell’Interno non c’è più il leader del Carroccio, molto è cambiato in tema di accoglienza e immigrazione. La sanatoria degli irregolari arriva, infatti, dopo mesi di lassismo nei confronti degli sbarchi che ha portato nell’ultimo mesi a un aumento degli arriva di circa il 350%. E, sebbene il colpo di spugna voluto dai renziani sia stato inizialmente osteggiato dai grillini, alla fine il ministro alle Politiche agricole, Teresa Bellanova, con la sue minacce di dimissioni riesce ad avere la meglio. Tanto che, dopo il faccia a faccia a Palazzo Chigi tra la delegazione di Italia Viva e il premier Giuseppe Conte, la misura subito inizia a trapelare in ambienti giornalistici.
La misura è già stata ribattezzata “ius Covid”. Dopo aver fallito l’approvazione dello ius soli nella precedente legislatura, la sinitra tenta di sanare i lavoratori in nero con la scusa dei pomodori che nessuno può raccogliere e che quindi rischiano di marcire nei campi. La bozza del decreto, visionato dall’agenzia Adnkronos, punta, infatti, a sanare non solo i braccianti, ma anche le colf e le badanti, regalando loro permessi temporanei da quattro mesi o fino al termine della durata del contratto. “Prima la sinistra dal 2012 al 2018 ha aperto le porte a 700 mila immigrati irregolari lasciandoli vivere come fantasmi senza integrazione e alimentando caporalato, sfruttamento e lavoro nero a 3 euro all’ora – commenta Molteni – ora, in barba al decreto flussi, li regolarizza alla faccia dei cittadini italiani e degli stranieri perbene”.
L’articolo, che è stato messo a punto dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in stretto contatto con Palazzo Chigi, si trincera dietro alla scusa di “garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva, in conseguenza dell’eccezionale emergenza sanitaria connessa alla diffusione del contagio da Covid-19”, per regalare il permesso di soggiorno a chi attualmente non lo ha. In una prima parte della bozza, come fa notare l’Adnkronos, non viene indicata la durata definitiva. C’è un generico “della durata di mesi XX”. Poco sotto, però, si legge che, “se il cittadino esibisce un contratto di lavoro subordinato nei settori” interessati dalla nuova norma, “il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro della durata minima di mesi quattro o per il periodo di lavoro contrattuale se superiore ai quattro mesi”.
Per Giorgia Meloni dal governo giallorosso arriva “un brutto segnale”. “Così – spiega la leader di Fratelli d’Italia – noi diciamo che chi non ha rispettato le regole ha trovato lavoro ed è stato regolarizzazione”. Non solo. Secondo il deputato leghista Paolo Grimoldi, la misura rischia di togliere “centinaia di migliaia di posti di lavoro ai disoccupati italiani”. Leggi la notizia su Il Giornale
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