domenica 3 maggio 2020
Lockdown, Salvini attacca Conte: “Basta autocertificazioni, i poliziotti tornino ad inseguire i delinquenti veri”
Matteo Salvini lancia un video con cui chiede al governo di abolire una volta per tutte le atocertificazioni. “Perché è l’ora che poliziotti e carabinieri tornino ad inseguire i delinquenti veri e non chi va a fare la spesa o una passeggiata”. Il leader della Lega chiede al premier Giuseppe Conte di ridare “fiducia” agli italiani. La parola “fiducia” è quella su cui insiste maggiormente, perché gli italiani se la sono meritati in questi mesi di quarantena forzata.
“Adesso basta! – dice Salvini – Dopo 52 giorni di chiusura in cui gli italiani si sono dimostrati rispettosi, dignitosi e generosi, lo Stato non può continuare a inseguire i cittadini con moduli e burocrazia”.
Il segretario della Lega ha spiegato anche che “gli italiani ormai hanno capito che occorrono distanze, buon senso e attenzione, non c’è bisogno di costringerli ad autocertificare ancora il loro diritto a vivere. Lavoro, mamma e papà, amici, passeggiata col cagnolino, una corsetta, due passi col bimbo o la spesa: basta moduli, blocchi stradali o droni, fiducia agli italiani! Che il governo dia ai cittadini le mascherine, non altra carta”.
“No alla dittatura sanitaria”, le mascherine tricolori debuttano a Roma e Milano: “La parola torni al popolo”
Mascherine tricolori, a Roma il debutto del movimento nato sui social che si oppone al governo Conte. E chiede di far tornare la parola al popolo. Una cinquantina di ‘mascherine tricolori’ sono scese in piazza intorno a mezzogiorno sulla terrazza di fronte al Colosseo, mentre altri due gruppi della stessa consistenza si sono riuniti a piazza Bologna e a piazza Mancini, sempre nella Capitale.
Gli italiani che “non si arrendono”Mantenendo il distanziamento, i manifestanti si sono schierati alla maniera delle ‘sentinelle in piedi’ e hanno letto un comunicato: “Questa è una manifestazione pacifica, ma determinata – hanno spiegato – Nel pieno rispetto delle distanze, con la ferma volontà di non mettere a rischio la salute di nessuno. Siamo qui oggi per compiere un atto di libertà, per dimostrare che, nonostante il clima di terrore instaurato, esistono degli italiani che non si arrendono. Per ribadire che questa situazione è figlia degli errori di chi governa, non certo dei cittadini, che fino ad oggi si sono comportati in maniera esemplare”.
Manifestazione indipendente dalla politicaChi ha partecipato tiene a rivendicare che la manifestazione è “indipendente dalla politica” e “spontanea”, un’iniziativa nata e cresciuta sui social che oggi porterà in piazza diversi gruppi di persone anche in altre città italiane per chiedere innanzitutto lo “stop alla dittatura sanitaria” e il ritorno alle urne: “La parola deve tornare al popolo, non siamo noi gli untori! Nonostante la repressione e i divieti, noi manifesteremo – dicono le ‘mascherine’ nel loro ‘proclama’ – E’ un nostro diritto, ma soprattutto è un nostro dovere. Ribellarsi oggi significa amare la nostra Nazione. Perché la mascherina non è un bavaglio. Viva la libertà! Viva l’Italia!”.
Flash mob anche a MilanoFlash mob delle ‘mascherine tricolori’ anche a Milano. Qui una cinquantina di persone si è riunita in piazza 25 aprile per leggere un comunicato in cui si rivendica la loro iniziativa “spontanea”, nata e cresciuta sui social, per chiedere lo “stop alla dittatura sanitaria” e il ritorno alle urne. In 18 sono stati bloccati dalle forze dell’ordine. Per i manifestanti sono poi scattate le sanzioni per violazione delle misure di contenimento del coronavirus.
sabato 2 maggio 2020
Vicofaro, i clandestini di Biancalani in spregio alle norme anti-covid cantano l’inno all’odio ‘Bella Ciao’ (video)
Vicofaro – Mentre gli italiani sono agli “arresti domiciliari di Stato” a causa del coronavirus, i clandestini (e spesso spacciatori) ospitati a spese degli italiani in parrocchia dal prete Don Biancalani, abilmente indottrinati all’ideologia criminale ‘partigiana’, escono allegramente, si assembrano e cantano ‘bella ciao’ esponendo la bandiera della pace e un cartello con la scritta “refugees welcome”.
L’Onorevole Bersani deve avere rispetto degli Italiani e si deve vergognare
Cari amici non si può stare zitti quando questa sinistra moderna e modernizzata fa a pugni con i vecchi che tirano le fila, il Sig. Bersani che viene a fare l’economista a Piazza Pulita sfoderando numeri che noi poveri operai con la terza media sono anni che stiamo cercando di far presente e l’abbiamo fatto presente anche quando al governo c’era Lei onorevole Bersani, l’abbiamo fatto presente anche quando al governo c’era la sinistra, lo stiamo facendo presente anche adesso che al governo c’è questa di sinistra ma è comodo parlare da dietro le spalle e non fare niente, le proposte messe così servono solo a fare incazzare la gente che lavora dove il prelievo fiscale è automatico, dove Voi imponete transazioni di soldi tracciabili con “ bancomat o carte di credito” in modo da poter verificare se l’operaio da 1.300 euro potrebbe fare un secondo lavoro visto i movimenti bancari, ma non imponete alle banche di togliere i costi ai conti correnti, voi fate finta di niente delle trattenute in busta paga di un povero operaio tanto a voi che ve frega avete i vitalizi avete le pensioni dopo pochi anni, noi a 65 anni sì a 65 anni e quei soldi di liquidazione che prendi servono per il tuo funerale perché a 65 anni dove vuoi goderti la vita? Quindi onorevole Bersani non venga a prenderci in giro, questo sistema fiscale come la legge elettorale vi fa comodo e così si resta!!!!
Io mi auguro con tutto il cuore che il popolo Italiano da questa pandemia impari e voglia cambiare che sia arrivato il momento di mandarvi tutti e dico tutti a casa e che sia il popolo a decidere chi deve governare con regole chiare e basta mantenervi in migliaia per fare i Vostri sì i Vostri di interessi.
Portiamo le Vostre pensioni come le nostre e cominciamo a recuperare soldi facciamo una legge elettorale con tre fazioni : DX-SX-Centro dentro non m’interessa chi c’è noi votiamo un numero ridotto di rappresentanti e paghiamo solo quelli !!!!
E solo gli eletti dal popolo, ma perché non si va al voto perché perdereste tutti, la gente non verrebbe a votare dopo questa farsa di due governi fatti ma non eletti.
E si dovrebbe vergognare a dichiarare che la Germania e olanda hanno ragione visto che noi paghiamo dichiariamo e quindi paghiamo poco e niente, ma a Lei chi pagano tutte le agevolazioni che ha? Se fosse un vero Italiano dovrebbe difendere l’Italia non accreditare quello che dichiarano i paesi alleati solo per comodità, forse non si ricorda che in Europa con un cambio dell’euro che ci ha piegato è stato il suo compagno di merende Prodi il quale sta difendendo ancora l’Europa col MES.
Mi faccia il piacere di andare alle feste dell’unità a raccontare certe cose. Noi siamo italiani e vogliamo bene all’Italia.
venerdì 1 maggio 2020
Trieste, delinquenti dei centri sociali vogliono manifestare per il 1 Maggio: scontri con la polizia (Video)
Da TriesteCafé – Tensione e qualche scontro questa mattina, venerdì 1 maggio 2020 in Campo San Giacomo, sede di un ritrovo (possibile manifestazione non autorizzata, vedi DPCM in vigore con relativo divieto di assembramento) tra un piccolo gruppo di esponenti del gruppo di Trieste Antifascista/Antirazzista e le Forze dell’Ordine.
I poliziotti avevano richiesto a 4 persone di togliere lo striscione esposto, perché a quel punto il ritrovo si sarebbe trasformato in manifestazione (peraltro non autorizzata).
Dopo il no da parte dei manifestanti gli stesi si sono avvicinati ai poliziotti con momenti di tensione. Successivamente ai 4 manifestanti se ne sono aggiungi degli altri). Il tutto è durato qualche minuto.
Oltre mille cittadini con l’avvocato Polacco denunciano Conte e il governo: “Legiferano contro la Costituzione”
Di Mia Fenice – I cittadini non ne possono più dei decreti di Conte. E così più di mille in tutti i Comuni d’Italia hanno denunciato il governo. Coordinati dall’avvocato Edoardo Polacco di Roma, hanno depositato presso le stazioni di carabinieri, polizia e procure la loro querela nei confronti del governo, accusato di avere emesso decreti legge e decreti del presidente del Consiglio illegittimi ed incostituzionali. È quanto si legge sulla pagina Facebook del legale che ha anche spiegato i motivi della denuncia in un video.
Conte denunciato, parla l’avvocato Polacco«Abbiamo compiuto il più grande atto di democrazia partecipativa di questo Paese», ha spiegato l’avvocato Polacco. «A 300 cittadini – ha raccontato – è stato impedito di presentare la denuncia. La maggior parte delle caserme dei carabinieri si è però comportata in maniera encomiabile. All’inizio si sono trovate in difficoltà, ci sono state file e tutte le caserme d’Italia sono state allertate. Ma è stato un atto di democrazia. Anche le stazioni più piccole hanno compreso che si stava compiendo un atto democratico. Non abbiamo preso i forconi, non abbiamo incendiato i cassonetti come fanno in alcuni momenti alcuni gruppi, ma siamo andati dentro le istituzioni che ci rappresentano e abbiamo denunciato il governo per incostituzionalità delle norme. Abbiamo chiesto ai giudici e procuratori della repubblica se si può con un decreto del Presidente del Consiglio mettere la gente agli arresti domiciliari. Si possono chiudere chiese e fabbriche? E ristoranti e bar e artigiani che stanno fallendo? Si può? Ce lo dovranno spiegare».
«La più grande azione giudiziaria degli ultimi 50 anni»Polacco ha voluto evidenziare che si tratta della più grande azione giudiziaria nella storia d’Italia, non quindi una class action con un solo fascicolo penale aperto, ma oltre mille fascicoli in tutte le procure d’Italia, da Aosta a Catania. Si tratta di un’azione legittima, democratica e giudiziaria di migliaia di cittadini che hanno voluto mettere la loro faccia e la loro firma a tutela dei diritti costituzionali vilipesi come hanno già ampiamente, nelle ultime ore, affermato gli ex presidenti ed attuale della Corte Costituzionale. Polacco ha raccontato nel video che tanti esponenti delle forze dell’ordine si sono messi a disposizione, ma ci sono altri casi. Come quello di Rimini, dove i «carabinieri hanno sanzionato un cittadino mentre andava a fare la querela perché non stava dentro casa. Ma impugneremo».
Ricorso anche al Tar«Questi cittadini – ha affermato – prostrati da queste inique attuali norme, hanno scelto non di scendere in piazza ad inscenare violente manifestazioni di dissenso, ma di avvalersi della via giudiziaria per avere ragione su un governo che legifera in contrasto con la Costituzione italiana ed anche con le leggi Concordatarie ed hanno specificato che si costituiranno parte civile per il risarcimento dei danni eventualmente provocati alla nazione». Polacco ha anche annunciato nei prossimi giorni la presentazione di ricorsi al Tar contro alcuni Dpcm di Conte e ordinanze regionali ritenuti illegittimi.
giovedì 30 aprile 2020
Calabria, il governatore sfida Conte e riapre bar e ristoranti. Cdx: “Più poteri alle Regioni per le riaperture”
Roma, 30 apr – Un fulmine a ciel sereno, che ha lasciato interdetti anche parte degli amministratori locali: la Calabria sfida il governo e riapre bar e ristoranti. Con una ordinanza pubblicata poco prima delle 22 di ieri, la presidente della Regione Jole Santelli (Forza Italia), ha decretato quel “liberi tutti” tanto paventato dal premier e dal governo giallofucsia. Pasticcerie, pizzerie, agriturismo: tutte quelle attività che restano chiuse per decreto fino al 1 giugno perché ad alto rischio di contagio da coronavirus, in Calabria potranno riaprire i battenti. Anche se il governo già si sta muovendo per bloccare l’ordinanza.
Governo pronto a diffidare la governatriceA quanto apprende l’AdnKronos da fonti di Palazzo Chigi, infatti, l’esecutivo si sta muovendo per diffidare la governatrice Santelli, rea di voler anticipare i tempi della fase 2 autorizzando la riapertura dei locali con tavoli esterni, dei mercati e dando il via libera alla ripresa degli sport individuali. L’ordinanza, riferiscono fonti di primo livello, è stata oggetto di discussione del Consiglio dei ministri. La diffida è il passo che precede l’impugnativa. Si tratta, in sostanza, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell’ordinanza rispetto al Dpcm appena varato. Se le modifiche non vengono apportate, il governo può a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla.
Tajani: “Regioni del sud che hanno contagi zero devono ripartire”“L’ordinanza – spiega la Santelli in una nota – prevede “misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale; tutte parlano il linguaggio della fiducia. Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del governo”. Immediato l’endorsement del vicepresidente di Forza Italia: “Salviamo vite umane, rimettiamo in sesto l’economia e poi bisognerà trovare un governo più credibile in grado di guidare il rilancio dell’economia. Non tutta l’Italia è uguale, le regioni del sud che hanno contagi zero devono ripartire. Jole Santelli si sta dimostrando molto capace, è stata citata dal New York Times per la sua ottima gestione”, afferma Antonio Tajani. Tuttavia alcuni amministratori legali restano cauti sulla riapertura anticipata.
Governatori di centrodestra: “Più poteri sulle riaperture”Intanto i governatori di centrodestra di Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e il presidente della provincia autonoma di Trento scrivono al presidente della Repubblica Mattarella e al premier Giuseppe Conte chiedendo più poteri sulle riaperture. “La fase 2 è una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell’emergenza. E’ essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. È necessario giungere a una ‘normalizzazione dell’emergenza’, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione”, si legge nel documento. Per i governatori di centrodestra “pare assolutamente necessario che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva“. Insomma, il Dpcm lascia libertà d’azione ai governatori soltanto nell’adottare misure più rigide e non meno stringenti rispetto alle disposizioni del governo centrale. Ma, dati epidemiologici alla mano, la gravità dell’emergenza varia da regione a regione e quindi non ha senso tenere tutto chiuso dove si potrebbe riaprire e viceversa. Boccia: “Se ordinanze regionali non coerenti con Dpcm scatta diffida” Il ministro per gli Affari regionali e le autonomia Francesco Boccia, in videoconferenza con i governatori, ha imposto un altolà. “Propongo un metodo: ordinanze regionali coerenti con il Dpcm. Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure) – ha avvertito -. Se non avviene sono costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta“. Boccia ha chiarito: “Non impugno subito ma con grande collaborazione vi scrivo e prima ancora sollecito un confronto preventivo”. Ma il succo del discorso è che chiunque provasse a fare di testa sua, come la governatrice calabrese, incapperà nell’impugnativa. “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate” tra le Regioni sulle riaperture di attività, ha poi aggiunto il ministro. Il principio è “contagi giù uguale più aperture e viceversa – ha precisato -. Discuterete del monitoraggio con il ministro della Salute Speranza.
Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni”.Il dato politico è che il Dpcm sulla cosiddetta fase 2 (che in verità è una fase 1bis, visto che gran parte delle restrizioni non vengono allentate) è talmente arbitrario e così poco coraggioso rispetto allo stato attuale dell’epidemia nel Paese che ha scontentato tutti – i cittadini, i vescovi, la comunità gay, i commercianti, i ristoratori. E adesso i governatori non allineati con i giallofucsia (ostaggio degli esperti, veri decisori su come gestire la ripartenza) vogliono amministrare in autonomia (cosa che però non si può fare). Conoscendo Conte e compagni, lo scontro sarà duro.
mercoledì 29 aprile 2020
Né lockdown, né quarantena per i clandestini appena sbarcati: in 55 trasferiti dalla Sicilia alla Toscana
“Apprendiamo da un documento della Prefettura che in queste ore, nella Città Metropolitana di Firenze, sono in arrivo 55 richiedenti asilo appena sbarcati in Sicilia, pronti per essere ospitati in strutture tra Firenze ed i comuni dell’Empolese-Valdelsa. Ancora una volta vale la logica dei due pesi e delle due misure: infatti, se un cittadino qualunque non può, per nessun motivo, entrare ed uscire dalla Toscana, i clandestini possono liberamente continuare a sbarcare in Sicilia, per essere poi trasferiti a Firenze o a Castelfiorentino e Certaldo”.
Questo è quanto fanno sapere Francesco Torselli, portavoce regionale di Fratelli d’Italia, assieme ad Alessandro Draghi, capogruppo in consiglio comunale a Firenze, e Federico Pavese, portavoce del movimento di Giorgia Meloni nei comuni dell’Empolese-Valdelsa e consigliere comunale a Empoli.
“Inoltre – proseguono i tre esponenti di Fratelli d’Italia, che hanno informato anche i portavoce comunali Fdi di Castelfiorentino e Certaldo, Caterina Burgassi e Adamo Previato- notiamo che, mentre i cittadini toscani continuano a riscontrare molte difficoltà nel poter effettuare test sierologici e tamponi, ai migranti appena sbarcati tutto è servito su un piatto d’argento: tampone, screening totale e tutti i check-up necessari. Meglio così, senza dubbio, per la nostra sicurezza, ma questo cozza non poco con quanto ci siamo sentiti dire fino ad oggi sulla mancanza di risorse per effettuare gli stessi esami a chi, ogni giorno, si trova in prima linea per combattere l’emergenza Covid-19, come personale sanitario e delle Forze dell’Ordine, per non parlare degli anziani, dei soggetti deboli e dei ricoverati nelle RSA”.
“Fratelli d’Italia – concludono Torselli, Draghi e Pavese – si batterà, come ha fatto fino ad oggi, in tutte le sedi istituzionali per fermare questa follia dell’immigrazione incontrollata: non solo perché il numero di clandestini, in Italia, è già più che sufficiente, ma anche e soprattutto perché, in questa fase emergenziale, abbiamo già troppi problemi per poter pensare anche a mantenere in piedi la macchina dell’immigrazione. L’unica attività che in Italia non ha conosciuto, né lockdown, né quarantena”.
Matteo Renzi a testa bassa contro il premier Conte: “Calpesta la Costituzione”. Ora il governo trema
Matteo Renzi sente l’odore del sangue. È convinto che sul terreno della Costituzione si giochi la partita finale per mandare a casa il governo guidato da Giuseppe Conte. Prima dalle pagine di Repubblica, poi nell’e-news serale, l’ex presidente del Consiglio affonda il colpo contro l’avvocato del popolo. «L’ultimo dpcm è uno scandalo costituzionale. Non possiamo calpestare i diritti costituzionali. Trasformiamolo in un decreto», dice il leader di Italia viva.
Il premier liquida le accuse di Renzi a semplici opinioni: «Onestamente non ho visto la rassegna stampa. Sono rientrato alle 4.30 a Roma, questa mattina presto sono ripartito e non ho avuto tempo. Libertà d’opinione, ma a me tocca decidere», replica da Lodi. Poi in serata, da Piacenza, il presidente del Consiglio è più chiaro: «La tipologia di questa emergenza ci impone di dover intervenire decidendo anche nel giro di poche ore. Questo non significa che le prerogative del Parlamento non siano rispettate: continuerò a riferire. I decreti saranno convertiti in legge. Siamo riusciti a farlo anche in un contesto molto difficile, e il nostro ordinamento non era pronto. Ma è un percorso che non esilia affatto le prerogative del parlamento».
Ma Renzi non molla ed evoca il rischio dello Stato etico: «Non può esistere uno Stato etico che ti fa autocertificare se la tua relazione affettiva è stabile o saltuaria: se nessuno si indigna per questo, significa che abbiamo un problema. La libertà di movimento, la libertà religiosa e tutte le altre libertà non sono consentite da un governo: la libertà viene prima del governo. E se anche rimanessi il solo a dirlo, continuerò a farlo».
Da ieri non c’è più solo l’ex rottamatore a criticare l’operato del governo. Ma anche la Corte Costituzionale mette nel mirino l’inquilino di Palazzo Chigi: «Non esiste un diritto speciale per i tempi eccezionali», spiega il presidente della Consulta Marta Cartabia nella tradizionale relazione annuale. Salvo poi correggere il tiro in serata. L’unico che si immola in difesa del premier è il leader del Pd Nicola Zingaretti: «Tutte le sollecitazioni ad un rigore in materia costituzionale sono importanti, ma credo che non siamo in presenza di violazioni della Costituzione». In direzione opposta va il capogruppo dei dem a Palazzo Madama Andrea Marcucci: «Credo che Conte abbia sbagliato sul crono programma della fase due. La riapertura di bar e ristoranti il 1 giugno temo sia troppo lontana, il Dpcm scade il 17 maggio, lasciamoci lo spazio per decidere di volta in volta se ci sono margini per aprire prima, o per testare le aperture nelle regioni dove la curva epidemiologica è più rassicurante».
L’affondo della Consulta spinge il capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini a chiedere la trasformazione dell’ultimo dpcm in decreto legge: «Siamo sempre stati moderati e responsabili ma di fronte all’ultima conferenza stampa autocelebrativa di Conte, osserviamo che accanto alla crisi sanitaria ed economica, c’è una crisi democratica. La prima nostra richiesta è trasformare il dpcm in decreto, in modo che il Parlamento possa dire la propria». Nelle pagine della relazione della Cartabia c’è un messaggio chiaro al capo del governo a tenere la Costituzione come «la bussola anche per navigare per l’alto mare aperto nei tempi di crisi». Il presidente Cartabia spiega che «la Costituzione non è insensibile alle situazioni di emergenza come recita l’articolo 77 della Costituzione in materia di decreti-legge». E come si fa con gli studenti all’Università, il numero uno della Consulta ricorda circostanze analoghe in passato che però «non hanno portato a una sospensione dell’ordine costituzionale». L’intervento a tenaglia (Cartabia-Renzi) sa di ultimatum per un premier sempre più isolato.
Conte si è piegato alla Germania e ha già detto sì al Mes. Ma non sa come dirlo agli italiani. Lo scoop di Dago
Ve lo ricordate Giuseppe Conte battere i pugni sul tavolo e assicurare che l’Italia non avrebbe utilizzato il Mes perché, a differenza di altri Paesi, non ne avrebbe avuto bisogno? “Strumento non adeguato, noi siamo ambiziosi”, diceva il premier mentre stava cadendo con tutte le scarpe nella trappola europea, ordita dai Paesi del Nord ma soprattutto da Angela Merkel, la cui scelta di temporeggiare ha cambiato le carte in tavola.
La cancelliera tedesca ha intortato Conte, che paga lo scotto di essere l’ultimo arrivato e pure scarso politicamente: il premier voleva il Recovery fund? E lo avrà, ma quando ormai non servirà più a niente e soprattutto non alle condizioni immaginate (1.500 miliardi disponibili solo attraverso prestiti, mentre l’Italia chiede almeno il 30% a fondo perduto): i soldi saranno disponibili non prima di settembre, un’attesa che non possiamo permetterci, soprattutto dopo l’ulteriore rinvio delle aperture per le piccole e medie imprese, che fa da preludio a una pioggia di fallimenti. Stando alle indiscrezioni di Dagospia, Conte si è convinto da dire sì al Mes: gli hanno spiegato che quei 36 miliardi servono per sopravvivere nei prossimi due mesi.
A convincerlo sono stati due fattori: il calo degli acquisti nei supermercati e l’allarme di Bankitalia e Abi sul rischio che le banche restino senza soldi. Per questo il premier starebbe riflettendo su quando e come comunicare al Paese l’apertura al Mes, l’ennesima promessa tradita.
martedì 28 aprile 2020
Roma, prete invita i fedeli alla rivolta contro Conte: “Uscite dalle catacombe e chiedete l’apertura delle chiese”
Un sacerdote di Roma, durante la sua omelia, si è schierato con il decreto del governo che limita ancora la chiusura delle chiese e lo svolgimento delle messe. Infatti in alcune chiese di Roma non si è mai smesso di celebrare messe alla presenza ristretta di fedeli e ieri è partito l’invito a ribellarsi alle restrizioni ancora in vigore contro il diritto di culto. Lo ha scoperto una giornalista della Stampa, Flavia Amabile che ha ripreso anche il discorso del sacerdote che dopo le critiche della Cei ha dato voce allo scontento di tanti parroci.
Il sacerdote ha ricordato di essere polacco e di aver già vissuto la dittatura comunista in Polonia: “Sacerdoti che hanno perso la vita per la libertà religiosa ed è un grande attentato da parte del governo italiano contro la libertà di culto”. Infine il prete ha invitato i fedeli ad “uscire dalle catacombe e chiedere l’apertura delle chiese. Tutti i credenti devono uscire come sono usciti i miei connazionali nella dittatura per chiedere l’apertura al culto”
Un sacerdote di Roma, durante la sua omelia, si è schierato con il decreto del governo che limita ancora la chiusura delle chiese e lo svolgimento delle messe. Infatti in alcune chiese di Roma non si è mai smesso di celebrare messe alla presenza ristretta di fedeli e ieri è partito l’invito a ribellarsi alle restrizioni ancora in vigore contro il diritto di culto. Lo ha scoperto una giornalista della Stampa, Flavia Amabile che ha ripreso anche il discorso del sacerdote che dopo le critiche della Cei ha dato voce allo scontento di tanti parroci.
Il sacerdote ha ricordato di essere polacco e di aver già vissuto la dittatura comunista in Polonia: “Sacerdoti che hanno perso la vita per la libertà religiosa ed è un grande attentato da parte del governo italiano contro la libertà di culto”. Infine il prete ha invitato i fedeli ad “uscire dalle catacombe e chiedere l’apertura delle chiese. Tutti i credenti devono uscire come sono usciti i miei connazionali nella dittatura per chiedere l’apertura al culto”
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