martedì 28 aprile 2020

“Alto tradimento della Costituzione italiana”: un’altra denuncia per il premier Giuseppe Conte (Leggi il testo)



Alto tradimento della Costituzione. E’ questo il principale reato che avrebbe commesso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in base alla denuncia depositata lo scorso 22 aprile tramite raccomandata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma dall’avvocato di Napoli Cesare Peluso.

“Il punto principale – spiega l’avvocato Cesare Peluso ad Affaritaliani.it – riguarda quanto ha sottolineato il giudice Sabino Cassese e cioè che quello che sta accadendo con la pandemia da coronavirus non è equiparabile a una guerra.

Pertanto non doveva essere applicato l’articolo 78 della Costituzione bensì l’articolo 117. Gli atti e i provvedimenti dovevano quindi essere presentati dal presidente della Repubblica e non dal premier. Conte è un professore universitario e non può non saperlo”.


Per rapinare un uomo, gli gettano candeggina negli occhi e poi bottigliate: immigrati scatenati a Torino




Di Paolo Sturaro – Continuano le violenze durante l’emergenza coronavirus. E a finire in manette altri immigrati. Stavolta la vittima è stata colpita con candeggina e a bottigliate. Il motivo dell’aggressione, il tentativo di rubargli la tracolla in cui custodiva il computer. È la brutta avventura vissuta, poco dopo l’una, da un passante, alla periferia nord del capoluogo piemontese. La vittima è, però, riuscita a dare una descrizione dettagliata dei due aggressori agli agenti.
Uno dei due immigrati è finito in manette
I poliziotti hanno fermato e arrestato uno dei due immigrati, un gabonese 33enne. Dovrà rispondere di tentata rapina in concorso, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Contro di lui la denuncia di danneggiamento e inottemperanza a un provvedimento di espulsione del Questore di Torino. Infine, per violazioni delle disposizioni legate all’emergenza Covid-19.

Ai cattolici proibita la Pasqua, alla comunità islamica l’ok al Ramadan. Cittadini in rivolta: “È discriminazione”


C’è malcontento a Valdilana, dopo che alla comunità islamica di Veglio sono state consentite le preghiere di inizio Ramadan e ai cattolici di Valle Mosso in occasione della Pasqua non è stato permesso di recarsi fuori dalle chiese per avere il tradizionale ramo d’ulivo. «Se le leggi sono uguali per tutti – dice il pro sindaco di Valle Mosso Gaetano Milesi a nome dei cittadini che gli hanno chiesto spiegazioni – mi chiedo come sia stata possibile una cosa del genere».

Il richiamo alla preghiera della comunità musulmana è stato autorizzato dal prefetto di Biella che ha autorizzato due/tre rappresentanti per moschea, che si è svolto venerdì alle 13. «Per Pasqua – dice Milesi – avevamo chiesto al parroco, don Mario Foglia Parrucin, la benedizione dell’ulivo e che lo stesso venisse deposto fuori dalla chiesa per permettere alle persone di prenderlo. Il parroco ha chiesto il consenso dei carabinieri, e ci è stato risposto che era meglio evitare per non creare assembramento. Se le leggi sono uguali per tutti non capisco perché questa discriminazione».

Incapaci PD: Bonaccini vuole imitare il capo Zingaretti e compra 5 milioni di mascherine fantasma



Bonaccini emula Zingaretti ma non paga tutti gli ordinativi. Cinque giorni dopo il via libera della Protezione civile del Lazio alla Eco.tech per la commessa di 7,5 milioni di mascherine anche l’Emilia Romagna contatta la Srl di Frascati e il 23 marzo ordina i dispositivi di protezione. La regione guidata dal dem Stefano Bonaccini è molto più parca quanto a numeri e cifre: l’ordinativo è di 24 milioni di euro tra mascherine e tute protettive. La garanzia per tale commessa è un acconto di 2,6 milioni (pari al 10,8%).

 Anche qui, come nel Lazio, delle mascherine neanche l’ombra; piuttosto in tempo utile vengono recapitate in sequenza successiva le 200 mila tute: il primo cargo è arrivato giorni fa, il secondo parte stamane da Shanghai. Cosicché l’intero carico di tute vale ben 4 milioni 320 mila euro (senza contare l’Iva). Vale a dire che, se il governatore del Lazio e segretario del Pd risulta creditore di Eco.Tech, quello dell’Emilia è invece debitore non avendo ancora saldato l’acquisto fatto. Guardando al dettaglio viene fuori che l’ordinativo di Bonaccini comprende: 200mila tute protettive Tyvek al costo di 21,6 euro ciascuna più Iva e per un totale di 5,2 milioni; 4,8 milioni di mascherine (di cui 800mila Ffp3 al costo di 3,90 euro l’una per 3,12 milioni complessivi più Iva e 4 milioni Ffp2 al costo di 3,90 l’una, per altri 15,6 milioni più Iva).

La mancata consegna di mascherine a fronte degli altri prodotti a sentire il legale della Eco.Tech, l’avvocato Giorgio Quadri, è dovuto alla difficoltà di reperimento e produzione già in Cina: «ma è solo questione di tempo, l’azienda è certa che riuscirà a consegnarle. Stessa storia in Lazio. Se la Regione avesse atteso i tempi garantiti dalla clausola fideiussoria siamo certi che gli accordi sarebbero stati onorati». A oggi il governatore Bonaccini, malgrado i ritardi non ha revocato gli ordinativi e attende in buon ordine, tantomeno ha chiesto alla Eco.Tech una garanzia di pagamento.

 Ed è ancora sulla garanzia di pagamento richiesta ad aprile dalla Regione Lazio alla Srl dei Castelli romani che saltano fuori altre novità contraddittorie. «La prima polizza assicurativa, procurata dal broker ingaggiato in fretta e furia per garantire la commessa si è dimostrata falsa chiosa l’avvocato Quadri – malgrado il funzionario degli uffici regionali avesse assicurato, e ovviamente abbiamo la documentazione, di aver effettuato un controllo dovizioso all’Isvap (l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni). Macché. Nulla di tutto questo è accaduto. Anzi, nessuno ha verificato. Solo successivamente siamo stati contattati dalla Seguros Dhi-Atlas, compagnia dominicana con sede a Londra che ha garantito l’anticipo.

Fatti di cui la Regione Lazio era pienamente a conoscenza e sui quali ci sono stati ampi scambi di posta elettronica». Il legale della Eco.Tech è completamente certo delle bontà delle azioni del proprio assistito tant’è che rimarca la necessità di rendere alla Regione Lazio l’anticipo incassato. Non subito però perché quei denari sarebbero serviti alla Srl a pagare l’ordine di mascherine ai cinesi. Sarà solo questione di giorni per onorare l’impegno: non appena la Eco.Tech incasserà il dovuto dall’Emilia Romagna.

lunedì 27 aprile 2020

RAMADAN, GOVERNO VIETA MESSE MA PERMETTE LA PREGHIERA ISLAMICA IN MOSCHEA!



C’è malcontento a Valdilana, dopo che alla comunità islamica di Veglio sono state consentite le preghiere di inizio Ramadan e ai cattolici di Valle Mosso in occasione della Pasqua non è stato permesso di recarsi fuori dalle chiese per avere il tradizionale ramo d’ulivo. «Se le leggi sono uguali per tutti – dice il pro sindaco di Valle Mosso Gaetano Milesi a nome dei cittadini che gli hanno chiesto spiegazioni – mi chiedo come sia stata possibile una cosa del genere».

Il richiamo alla preghiera dei musulmani, autorizzato dal prefetto di Biella con l’apertura della moschea, tra l’altro abusiva, si è svolto venerdì alle 13.

«Per Pasqua – dice Milesi – avevamo chiesto al parroco, don Mario Foglia Parrucin, la benedizione dell’ulivo e che lo stesso venisse deposto fuori dalla chiesa per permettere alle persone di prenderlo. Il parroco ha chiesto il consenso dei carabinieri, e ci è stato risposto che era meglio evitare per non creare assembramento. Se le leggi sono uguali per tutti non capisco perché questa discriminazione».

Discriminati in casa nostra. Questo è un esperimento per piegare gli italiani all’asservimento.

Durissimo attacco del vescovo di Ancona contro Conte: “Quella del premier è una dittatura” (Video)



“E’ stata una doccia fredda, sembrava che fossimo arrivati un accordo. Poi le parole di Giuseppe Conte sono state dei macigni che hanno bloccato un dialogo che era sincero”. Sono durissime le parole di Monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, che attacca il governo e il presidente del Consiglio in un video pubblicato da Affaritaliani.it.

“Alla fine non si può essere fregati nella vita. Dobbiamo guardare le cose con oggettività: la chiesa non è il luogo dei contagi, non bisogna far passare quest’idea. Comitato scientifico: ma chi ve l’ha detto che la chiesa è il luogo dei contagi? L’esperienza nostra ci dice che la chiesa non è il luogo dei contagi. E poi noi siamo persone serie, ci teniamo alla salute della gente. E’ un diritto per la gente pregare. E’ un arbitrio, è una dittatura questa, di impedire il culto perché è uno dei diritti fondamentali e su questo non si possono fare sconti“, afferma il monsignore.

“Io fin dall’inizio ho detto e ho sostenuto che la chiesa non è il luogo dei contagi. I funerali ce li avete fatti fare così come cani e la gente ha sofferto. Quindici persone per un funerale. Noi sappiamo come gestire le cose, noi abbiamo a cuore l’amore per la gente, non vi preoccupate che non siamo dei superficiali. E i nostri preti vi hanno dimostrati di essere seri. Ve lo ricordate quel prete che aveva sei persone e i carabinieri sono venuti lì? Avete visto con quanta serietà ha lavorato? Noi siamo persone serie, per cui o o, non c’è un altro o”, attacca.

“Bisogna che il diritto al culto ce lo diate, altrimenti ce lo prendiamo. E se ce lo prendiamo è solo un nostro diritto. Se riesco a tenere calma la gente è solo perchè amo questo popolo e questa gente è stanca. Ricordatevi anche che aiutare le persone con la preghiera significa tenerle più calme. Lo sapete quanta gente ricorre alla preghiera per turbe psicologiche? La gente non ce la fa più a vivere in lockdown. Abbiamo bisogno di recuperare spazio di libertà e la chiesa, oltre ad essere spazio di liberta, è anche spazio di speranza”.

È morto Giulietto Chiesa: giornalista libero, fuori dagli steccati ideologici. Anti-globalista, anti-Ue e fan di Putin



Roma, 26 apr – E’ morto a 79 anni il giornalista Giulietto Chiesa, per anni volto noto della carta stampata e della televisione. Piemontese, nato ad Acqui Terme il 4 settembre del 1940, lo si ricorda come irriverente inviato dell’Unità da Mosca, della cui vita politica e sociale narrava con stile incisivo e corrosivo, senza sottostare alla vulgata sovietica tanto cara all’allora Pc, di cui pure era un quadro dirigente (era stato dirigente nazionale della Federazione giovanile comunista italiana e capogruppo per il Pci nel Consiglio provinciale di Genova dal 1975 al 1979). Durante la corrispondenza moscovita scrisse L’Urss che cambia (Editori Riuniti, Roma 1987) con lo storico dissidente russo Roy Medvedev.

 Aveva inoltre lungamente collaborato con i principali Tg di Rai e Mediaset, principalmente come inviato ed esperto di politica estera. Dopo il lungo impegno in politica – che l’aveva portato anche a essere eletto come europarlamentare nel 2004 con la Lista Di Pietro-Occhetto-Società civile, per poi aderire come indipendente al gruppo del Pse – si era fatto conoscere ed apprezzare come acuto osservatore della globalizzazione e delle disuguaglianze sociali da questa creata. Si ricorda infatti il suo volume sul G8 di Genova del 2001, G8-Genova

Subito dopo Chiesa dedica il suo sguardo critico alle varie sfumature dell’imperialismo – tanto politico quanto finanziario e bellico. Le sue inchieste e i suoi libri sull’Afghanistan, sull’11 settembre (Zero. Perché la versione ufficiale sull’11 settembre è un falso), sul conflitto russo-ucraino e soprattutto sulla Siria gli avevano attirato da un lato apprezzamenti da entrambe le parti della barricata politica e dall’altro lato critiche e accuse di dietrologia e complottismo. Chiesa, a proposito della critica serrata all’imperialismo Usa in Medioriente e alle ingerenze americane in Europa, aveva dimostrato una notevolissima apertura e onestà intellettuale arrivando a collaborare organicamente con intellettuali come Marco Tarchi e Franco Cardini.

Chiesa dimostrò in più di una occasione di saper andare oltre gli steccati ideologici. A tal proposito ricordiamo inoltre la sua partecipazione come relatore, nel 2018, a una conferenza tenutasi presso la sede di CasaPound Italia in via Napoleone III a Roma, che vide la partecipazione di Alexander Dugin, Maurizio Murelli, Simone Di Stefano, con la collaborazione della nostra testata. «Ho accettato l’invito di CasaPound perché è il momento di rompere gli schemi. Dobbiamo guardare la realtà da diversi punti di vista. Adesso siamo dentro il cambiamento che richiede un cambio di vocabolario.

Il populismo è la liberazione. Se i grandi possono fare molte cose brutte, i piccoli se si mettono insieme possono fare delle cose straordinarie», aveva dichiarato in tale occasione. Con questa affermazione Chiesa aveva lucidamente espresso le motivazioni della sua partecipazione, senza avvertire l’esigenza di dissociarsi o di giustificarsi, a differenza di tanti altri intellettuali o pseudo tali. «Oggi finalmente si è capito che da una parte c’è la visione unipolare che appiattisce e dall’altra quella multipolare che vuole salvaguardare la sovranità delle nazioni. Avere Dugin e Giuletto Chiesa oggi a CasaPound sarà un cortocircuito per chi vorrebbe ancora contrastare le idee con le ideologie mortuarie», era stato il commento di Maurizio Murelli.

Chiesa aveva fonda anche una tv online, Pandoratv.it, aveva una pagina Facebook molto seguita e un blog sul Fatto Quotidiano. Collabroava anche con Sputnik Italia scrivendo delle relazioni tra Russia e Italia e della politica interna italiana.

Vietato fare la spesa alle povere famiglie italiane: i vecchi tromboni dell’Anpi, gli “anti-italiani” Cgil oltre il ridicolo



E’ polemica a Milano per l’iniziativa “spesa sospesa” di due supermercati Conad. L’iniziativa è organizzata in collaborazione col Municipio 7, guidato da una maggioranza di centrodestra. Per ogni scontrino emesso dal 27 aprile al 3 maggio – spiega Milano today -20 centesimi andranno all’associazione Bran.Co che consegnerà la spesa a famiglie bisognose della zona. Ma l’associazione è sospettata di legami con l’organizzazione di destra Lealtà e Azione.

Di qui la levata di scudi della Cgil: «Questa associazione – scrive la Filcams-Cgil Milano in una nota – intende destinare i pacchi alimentari unicamente agli italiani, attuando così una grave discriminazione, fomentando una sorta di “guerra tra gli ultimi”, dove a farne le spese sono e saranno sempre i soggetti più deboli». Subito si è mossa anche l’Anpi, chiedendo alla Conad di sospendere l’iniziativa

Non si è fatta attendere l’ironica replica del presidente del Municipio Bestetti, secondo cui «l’Anpi all’alba del 2020 è riuscita a trovare pericolosi squadristi persino in mezzo alla pasta al sugo». Poi la difesa dell’associazione Bran.co «una Onlus che opera da settimane in sinergica collaborazione con il Comune di Milano, nell’ambito di “Milano Aiuta”, per consegnare generi alimentari a decine di famiglie, italiane come straniere, di destra come di sinistra, cattoliche come musulmane».

Il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, trova poi indecente che con il 25 aprile di mezzo si faccia volontariato non autenticamente antifascista.

“Se non mi sbaglio – dice Fratoianni – il Conad aderisce alla Lega Nazionale delle cooperative. Quelle cooperative che insieme alle sedi sindacali, ai giornali dell’opposizione, alle Case del popolo, vennero devastate e bruciate dai fascisti. Per questo sorprende parecchio che alcuni negozi del Conad di Milano abbiano deciso di devolvere la campagna di beneficenza Covid19 ad un’organizzazione emanazione del gruppo neofascista Lealtà e Azione”

domenica 26 aprile 2020

Vogliono festeggiare il Ramadan con più cibo: violenta rivolta dei clandestini nell’hotel Capannelle



Roma – Vogliono festeggiare il Ramadan con più cibo, rivolta degli immigrati nell’hotel Capannelle, che ospita gli extracomunitari in quarantena trasferiti nella struttura dopo i casi di Corononavirus al Selam Palace della Romanina e dal centro accoglienza di via Codirossoni a Torre Maura. La protesta è scattata alle 20 di ieri sera ed è andata avanti nella notte nell’albergo per ora riconvertito per la quarantena degli extracomunitari che si trova in via Siderno 37, nel quartiere Statuario Capannelle, in zona Appia, in VII Municipio. La segnalazione è arrivata da Carmen Pizzirusso in qualità di rappresentante delle associazioni dei commercianti del VII Municipio.

“La miccia è partita da un immigrato e poi tutti gli altri hanno iniziato a urlare fuori dalle stanze, tutti insieme e senza mascherine”, come riferisce in un post su Fb la vice presidente del Comitato di quartiere Statuario Capanelle, Manuela Rella.

Solo dopo la mezzanotte si sono calmate le acque. Ci sono voluti l’intervento di polizia e carabinieri, di alcune camionette dell’Esercito di rinforzo ai soldati che presidiano l’albergo e una quindicina di operatori sanitari intervenuti con quattro ambulanze con gli operatori sanitari con le tute bianche in assetto da biocontenimento perché all’interno della struttura sarebbero risultati anche casi positivi al Covid.

La cronaca raccontata dalla vicepresidente del comitato di quartiere, Manuela Rella

Domiciliari per Brusca? Rabbia della vedova dell’agente di scorta di Falcone: “Il nostro dolore non conta nulla”



“Sa qual è la verità? Che il nostro dolore non conta niente. Dicono che uno che ha ammazzato duecento persone e che ha sciolto un bimbo nell’acido si è ravveduto e che potrebbe andare tranquillamente ai domiciliari, quindi quanto vuole che conti il parere dei familiari delle vittime?”. Tina Montinaro è molto arrabbiata. Ma anche delusa. E amareggiata. La notizia che oggi la Corte di Cassazione deciderà se il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, l’uomo che ha premuto il telecomando della strage di Capaci, possa andare agli arresti domiciliari dopo 23 anni di carcere, la amareggia. I legali hanno ottenuto anche il parere favorevole della Procura nazionale antimafia secondo cui “sono stati acquisiti elementi rilevanti ai fini del ravvedimento di Brusca”.

“Che ne parliamo a fare? – dice la vedova Montinaro in una intervista concessa all’Adnkronos – Tanto ormai hanno deciso che tra un anno e mezzo Brusca sarà fuori, sarà un libero cittadino che ha scontato la sua pena. Per quanto ci possiamo lamentare, la nostra parola, il nostro dolore non contano niente. Perché lui è un collaboratore di giustizia e dicono che si è ravveduto. Uno che ha sulla coscienza 200 persone, compreso un bambino che prima è stato strangolato e poi sciolto nell’acido. Mi pare tutto ridicolo, sono sincera”.

“Davanti a una decisione del genere io non so cosa dire – aggiunge Tina Montinaro – Io spero solo che chi prende questa decisione sia lì a passarsi una manco sulla coscienza, ricordandosi di tutti i morti di Palermo. Poi, mi possono fare anche attaccare ma sicuramente non interesserà niente a nessuno, se loro hanno deciso determinate cose non badano a quello che io o altri familiari abbiamo da dire. Noi siamo quelli delle commemorazioni, punto a basta”.

I falsi cattolici delle Conferenze Episcopali predicano l’invasione: per i migranti sbarchi rapidi e sicuri



La pandemia non dovrebbe essere una scusa per lasciare che gli esseri umani muoiano nel Mediterraneo”, così il Segretario Generale della COMECE – la Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea – padre Barrios Prieto. In riferimento ai molti migranti che negli ultimi giorni non sono stati fatti sbarcare in modo tempestivo e sicuro nel porto più vicino dell’Unione europea, la COMECE chiede “un meccanismo di solidarietà prevedibile concordato tra gli Stati membri”.

Porti sicuri e vicini – La Commissione condivide le preoccupazioni espresse di recente dalla Conferenza Episcopale Maltese sulla sorte di 47 persone bloccate per giorni su di una nave di salvataggio di una ONG – in una situazione estremamente precaria nell’area di ricerca e soccorso affidata a Malta (SAR) – e infine ricondotte in Libia. L’Unione europea dovrebbe sostenere i suoi Stati membri nell’assicurare lo sbarco rapido e sicuro dei migranti e dei richiedenti asilo nel porto più vicino e sicuro, “che dovrebbe essere un porto europeo – afferma padre Manuel Barrios Prieto – perché i porti libici non possono essere considerati sicuri”.

Come richiesto dalla Risoluzione MSC.167(78) del Comitato per la sicurezza marittima dell’Organizzazione marittima internazionale, le persone salvate in mare possono essere fatte sbarcare solo in un porto sicuro. “I migranti – prosegue il Segretario Generale della COMECE – e i richiedenti asilo sono spesso sottoposti a torture, violenze e trattamenti disumani quando vengono riportati nei Paesi dai quali si sono imbarcati”.

Risposta comune alla migrazione forzata – Per evitare che il Mediterraneo si trasformi in un grande cimitero, la COMECE invita l’Unione Europea e i suoi Stati membri a lavorare per una risposta comune alla migrazione forzata, stabilendo “un meccanismo di solidarietà prevedibile concordato tra gli Stati membri per far fronte alle situazioni di emergenza dei migranti vulnerabili, in difficoltà in mare”.

Non lasciare nessuno indietro – Nonostante le difficoltà causate dalla attuale pandemia di Covid-19 a tutti gli Stati membri dell’UE, la COMECE ricorda che i principi umanitari dovrebbero sempre prevalere. “Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro – dice ancora padre Barrios – compresi i migranti in una nave di salvataggio”.

Come Papa Francesco ha ricordato a tutti noi nel suo Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2019, “non si tratta solo di migranti”: si tratta di ” fare in modo che nessuno sia escluso”.

Dignità e rispetto dei diritti di tutti – L’Unione europea è una comunità di valori e di principi con la comune consapevolezza che gli esseri umani sono uguali in dignità e meritano il rispetto dei loro diritti e la protezione, soprattutto quando si trovano in una situazione di elevata vulnerabilità.

Dopo i disastri col virus, la sinistra vuole “sostituire” gli italiani. Ricciardi: “Sanatoria per tutti i clandestini”



Il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza Covid-19, ancora al centro dell’attenzione mediatica. Non solo per il suo lavoro. Nei giorni scorsi l’esperto, che all’inizio dell’epidemia aveva affermato come i tamponi fossero “una strategia marginale”, era stato protagonista di un giallo e di uno scontro politico.

Nel primo caso, Ricciardi aveva lanciato un accorato appello su Twitter:“Per ragioni di precisione chiedo a tutti i media italiani di definire la mia qualifica membro italiano del comitato esecutivo dell’Oms e consigliere del ministro Speranza per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali”. Il professore, quindi, non è un membro dell’Organizzazione guidata dall’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. Questa dichiarazione è servita per spegnere le polemiche dopo che, nel corso di una intervista a Rainews24, Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, rispondendo ad una domanda aveva affermato che Ricciardi “è il rappresentante italiano presso il board dell’Oms – ha dichiarato Guerra – Non ha niente a che fare con l’organizzazione. È un supercampione della sanità pubblica nazionale, ma non parla a nome dell’Agenzia” delle Nazioni Unite per la Sanità.

L’altra vicenda riguarda un post dai toni politici pubblicato su Twitter nel quale ha attaccato Donald Trump per la sua gestione dell’emergenza. “Le elezioni hanno conseguenze, quando il popolo vota avventurieri populisti e sovranisti questi poi prendono decisioni che hanno conseguenze, in questo caso tagli su ricerca, sanità innovazione e ricerca”. Lo stesso esperto ha successivamente condiviso un video nel quale il fantoccio di Trump viene preso a pugni da alcune persone. Ricciardi ha postato il filmato, condiviso originariamente dal regista statunitense Michael Moore, accompagnato dalla parola “Beloved”, “amato” in lingua italiana. In merito al filmato, Ricciardi ha capito il clamoroso passo falso compiuto e ha provato a giustificarsi per poi cancellare il tweet. Ma ormai la frittata era fatta.

Dopo la questione Oms e i “particolari” tweet contro Trump, ora per l’esperto si apre un nuovo fronte polemico. Secondo quanto riporta La Verità, Ricciardi si è presentato al pubblico nella veste di professore dell’Università Cattolica, dove è ordinario d’ Igiene e medicina preventiva, e proprio come docente ha firmato un documento redatto dagli economisti Leonardo Becchetti e Tito Boeri per la regolarizzazione di migranti clandestini.

Nel documento si scopre che i firmatari, circa 350 e tutti accademici, chiedono una sanatoria per gli stranieri irregolari. “Per rendere operativa la nostra proposta sarebbe necessario modificare la proposta di decreto legge attualmente in discussione in Commissione lavoro che limita questa possibilità ai settori dell’ agricoltura, della pesca e della silvicoltura estendo la misura agli altri settori produttivi”. Nell’appello si legge anche: “Dato che la regolarizzazione è innanzitutto per ragioni di salute pubblica, occorre rilasciare a tutti gli stranieri in condizioni di soggiorno illegale un permesso di soggiorno per asilo, in base ad art. 11 Dpr 394/1999 e art. 10 Cost., prevedendo che sia utilizzabile da subito per iscriversi al Ssn e al centro per l’ impiego e per accedere alle provvidenze di assistenza sociale“.

In sostanza, spiega Francesco Borgonovo de La Verità, significa che il consulente del ministero della Salute sta chiedendo di mettere in regola tutti i clandestini offrendo loro un permesso di soggiorno per motivi sanitari, che consenta agli stessi di iscriversi al Sistema sanitario nazionale e di beneficiare dell’assistenza pubblica. Il tutto mentre proprio mentre il nostro sistema sanitario è sotto pressione a causa dell’emergenza coronavirus.

Verrebbe da chiedersi: perché Ricciardi, che siede nel direttivo dell’Oms, invece di spingere per trovare una soluzione che pesa solo all’Italia non propone una gestione globale del problema migratorio? O, se non vuole coinvolgere l’Organizzazione, potrebbe chiedere aiuto al presidente Trump. Lui forse ha già dimenticato la questione del video su Twitter.

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi aggiornamenti e le migliori guide direttamente nella tua inbox.