martedì 21 aprile 2020
Milano, bengalese irregolare dà fuoco a 12 auto per divertimento: processato ma è già libero
Gli agenti del commissariato del noto quartiere “Città Studi” di Milano hanno tratto in arresto due notti fa un cittadino bengalese di 22 anni, colto in flagranza di reato dai poliziotti che lo stavano tenendo d’occhio già da alcune settimane mentre stava dando fuoco a due auto parcheggiate in strada. La notizia è stata diffusa dal quotidiano locale Il Giorno.
Nelle ultime settimane gli autoveicoli di Città Studi erano stati presi di mira da un ignoto piromane, il quale aveva già dato fuoco ad altre dieci vetture per poi fuggire via indisturbato accompagnato solo dall’assordante silenzio notturno della città meneghina in quarantena. I poliziotti, guidati da Giovanni Giammarrusti, sospettavano già del bengalese, per questo motivo l’asiatico era tenuto costantemente sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine.
Così intorno all’1:30 della notte fra venerdì e sabato scorso dei poliziotti in borghese hanno notato in atteggiamenti particolarmente sospetti il 22enne, il quale accovacciato a terra stava dando fuoco ad una Renault Clio parcheggiata all’angolo tra piazza Bernini e via Lippi per mezzo di un fazzoletto imbevuto di un liquido altamente infiammabile. Le fiamme hanno avvolto anche una Volvo parcheggiata vicino, danneggiandola seriamente.
I poliziotti sono piombati addosso al bengalese, immobilizzandolo e sottoponendolo ad un’accurata perquisizione personale, grazie alla quale gli uomini indivisa hanno rinvenuto nelle tasche del soggetto due accendini. Condotto in commissariato per accertamenti lo straniero è stato sottoposto ad interrogatorio ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nessuna spiegazione quindi circa i motivi che lo hanno portato a dar fuoco alle due auto e, con buona probabilità, anche alle dieci delle scorse settimane.
Successivi approfondimenti degli investigatori hanno fatto emergere che il giovane, senza fissa dimora, aveva già il pallino per questo tipo di reati, essendo già stato denunciato in passato per aver danneggiato un’auto, sempre a Città Studi. La presenza del bengalese sul territorio italiano inoltre non è assolutamente legittima, poichè l’uomo era già stato destinatario di ben due provvedimenti d’espulsione dal nostro Paese, uno della Prefettura di Milano e una del Questore di Roma: provvedimenti che il giovane asiatico si era ben guardato dal rispettare evidentemente.
Ieri mattina il giovane è stato processato per direttissima e ha patteggiato una condanna di un anno e due mesi. Il giudice, fa sapere la Questura, ne ha disposto la liberazione e come misura cautelare ha scelto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
FOLLA RESPINGE OCCUPAZIONE ROM, FIGLIA RINGRAZIA I VICINI DELLA MAMMA MALATA
Si è risolta in maniera positiva. Il gruppo di rom che ha cercato di occupare l’abitazione di una famiglia molto conosciuta e stimata del paese, è stata respinta. L’anziana proprietaria attualmente è ricoverata presso una struttura sanitaria e i figli non risiedono più in paese.
Non appena si è sparsa la voce tramite il web di quanto stava accadendo, nella via si è radunato un gruppo di cittadini che ha impedito materialmente l’occupazione dell’abitazione.
La figlia, tramite i social, ringrazia la comunità: “Non pensavo oggi di vivere una giornata cosi movimentata. Quando ti toccano negli affetti più profondi, come la tua casa dove sei nata e cresciuta, non ci sto; anche se la vita ti ha portata a vivere lontana, oggi più che mai ho sentito il forte legame che mi tiene legata alla mia casa, al mio Paese e ai suoi cari abitanti, parenti e amici che si trovano li. Oggi più che mai li ho sentiti vicini in questa triste giornata. Grazie di cuore a tutti”.
Non appena si è sparsa la voce tramite il web di quanto stava accadendo, in viale Matteotti si è radunato un gruppo…
Posted by Casteddu Online – Cagliari Online on Monday, April 20, 2020
La comunità è tutto. Per questo vogliono la società multietnica: perché non c’è solidarietà e resistenza. Infatti, queste reazioni le vedi meno nei caseggiati di Milano, dove la diversità etnica è ormai di casa.
Di Maio si fa fregare dalla Cina: mascherine comprate a prezzo raddoppiato. Delmastro lo sbugiarda in aula
Tutto l’imbarazzo di Luigi Di Maio. In audizione alla Camera, il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro mette alla berlina il ministro degli Esteri, che balbetta e, di fatto, non riesce a rispondere.
Il tema è l’acquisto di mascherine dalla Cina a prezzo quasi raddoppiato rispetto a quello precedente allo scoppio dell’epidemia di coronavirus, con beffa ulteriore del “regalo” di migliaia di dispositivi da parte dell’Italia proprio alla Cina nel pieno del dramma di Wuhan, e deciso guarda caso dallo stesso Di Maio. “Abbiamo concluso un contratto con la Cina per 180 milioni di mascherine.
Ed è pronto un rinnovo 300 milioni di dispositivi di sicurezza”, ha spiegato nell’aula quasi deserta il capo della Farnesina. “Ministro – domanda a questo punto Delmastro -, si è speso in prima persona per firmare contratti internazionali? Che ruolo ha avuto per la partita da 209 milioni di euro?” Le mascherine Ffp2 acquistate dalla Cina, ha spiegato il meloniano, sono state infatti pagate 1.50 centesimi l’una invece degli 80 centesimi di una settimana prima dell’inizio della pandemia. E qui Di Maio non trova da dire altro se non “voglio precisare una cosa: noi non firmiamo contratti”. Più che una risposta, una presa in giro.
lunedì 20 aprile 2020
Italiani a casa, migranti in strada a giocare a pallone. E ne arrivano altri 32. Residenti in rivolta (video)
Di Martino Della Costa – Leonardo Lauricella, sindaco di Siculiana, lo dice chiaramente: sono intervenuto personalmente per placare lo sdegno e la rabbia dei cittadini. Chiusi in casa da oltre 45 giorni, e che vedono gli immigrati accolti nella nostra comunità stare in strada a giocare a pallone. E di certo, l’eventualità ventilata in città che possano arrivare a breve altri 32 immigrati, non continuisce a sedare gli animi e ad attenuare preoccupazioni e paure. Anche perché, la struttura ricettiva individuata per ospitare anche i prossimi stranieri in arrivo, ossia l’ex hotel Villa Sikania, trasformato all’occorrenza in centro d’accoglienza, è già stracolmo e al limite delle sue possibilità d’accoglienza. Ma anche i cittadini sono allo stremo: e la rabbia esplosa sui balconi dove, in tanti, si sono affacciati per protestare battendo coperchi e pentole.
Siculiana, migranti giocano a pallone in strada, italiani chiusi in casaUna protesta rumorosa ma pacifica, quella degli abitanti di Siculiana. I quali, invece di gioire per gli ultimi allentamenti dei provvedimenti di restrizione in vista, hanno dovuto ingoiare l’annuncio di nuovi arrivi di migranti. Oltre che subire la beffa di una quarantena che, a quanto denunciato dallo stesso sindaco della città, gli stranieri sarebbero meno inclini a rispettare. e allora: tutti sui balconi a protestare. Non un flashmob come quelli di accorata solidarietà interregionale dei primi giorni di reclusione casalinga. Ma una vera manifestazione di protesta. E allora, niente canzoni. Niente appalusi, Niente striscioni colorati e appelli alla pazienza in nome della speranza. No, niente di tutto questo. Un’ondata di indignazione e preoccupazione ha portato gli abitanti di Siculiana ad affacciarsi a finestre e balconi per esprimere tutto il loro dissenso rispetto all’arrivo di nuovi migranti in paese.
E in città ne starebbero per arrivare altri 32Già, perché come spiega anche il sito de Il Giornale che riprende la vicenda e ne denuncia il potenziale esplosivo, proprio all’ingresso di questo centro urbano «si trova un ex albergo, nel 2014 trasformato in centro di accoglienza». Il Villa Sikania, appunto, «da 6 anni a questa parte diventato un vero e proprio hub per la collocazione dei migranti che arrivano in Sicilia». La struttura, chiusa ad ottobre, improvvisamente solo una settimana fa ha riaperto i battenti, complici l’emergenza coronavirus e la non disponibilità momentanea di diverse strutture. Tanto che, 72 immigrati sono stati immediatamente trasferiti nell’ex hotel senza che, scrive il quotidiano diretto da Sallusti, neppure il sindaco Lauricella ne «fosse preventivamente informato». E oltre al danno la beffa che ha declinato l’allarme sociale già alle stelle, alla tensione causata dall’emergenza epidemica.
L’ex hotel che li ospita è al collasso, la pazienza dei cittadini al colmo…Sì, perché nei giorni successivi alla riapertura del centro d’accoglienza, dai propri balconi alcuni residenti hanno filmato migranti che, all’interno del Villa Sikania, o in strada, giocavano a calcio. Con buona pace delle restrizioni anti-epidemia da Covid rispettate solo dai siciliani. Una sperequazione che rischia di scatenare ulteriori rabbia e più vibranti proteste. E su cui, come spiega il sindaco nel video postato su Youtube e riproposto in basso, «abbiamo sentito il Prefetto e nelle prossime ore mi sentirà in videoconferenza unitamente al Questore. In questo momento tutte le Istituzioni devono lavorare per questa emergenza. Partendo dal fatto che la struttura è oramai piena». E la pazienza dei residente al colmo… Sotto, video da Youtube
Migranti di Don Biancalani aggrediscono con violenza inaudita una coppia di italiani (video choc)
Orrore a #Vicofaro dove un’orda di #risorseINPS capeggiati da #Biancalani aggredisce con ferocia e inaudita violenza una coppia di italiani a passeggio con il cane. Ecco il risultato dei porti aperti: la sinistra c’ha portato la guerra in casa!
I 32 migranti arrivati da Lampedusa trasferiti a Villa Sikania. Residenti protestano con mestoli e padelle (video)
Da Grandangoloagrigento.it – 32 migranti sbarcati stanotte a Lampedusa e già trasferiti questa mattina in traghetto a Porto Empedocle da stasera saranno ospitati nell’ex hotel Villa Sikania adibito a centro d’accoglienza.Lo ha fatto sapere il sindaco di Siculiana Leonardo Lauricella che afferma: “Ho ricevuto una telefonata del prefetto che mi ha comunicato l’arrivo dei migranti, fra cui alcune donne in stato di gravidanza e dei bambini.
Il prefetto mi ha assicurato – spiega Lauricella – che sarà un soggiorno temporaneo in attesa che la nave, appositamente individuata per ospitare i migranti, possa riceverli. Anche i nuovi ospiti del centro osserveranno lo stato di quarantena e non potranno uscire dalla struttura”.
“Ho rappresentato al prefetto – prosegue il sindaco – la mia contrarietà per il particolare momento di emergenza sanitaria. In tema di immigrazione, il ministro dell’Interno e le Prefetture esercitano una competenza esclusiva. Il prefetto tuttavia mi ha rassicurato sul fatto che i migranti non potranno uscire perchè controllati adeguatamente dalle forze dell’ordine. Al momento, gli ospiti non presentano sintomi riconducibili al Covid-19 e al termine della quarantena verranno sottoposti a tampone. Ho preso contatti con uno studio legale per un’azione a tutela della nostra comunità”.
La gente di Siculiana tuttavia, protesta civilmente. In questo momento, ad esempio, numerose famiglie si sono affacciate al balcone e rumoreggia utilizzando pentole e mestoli come testimonia questo video. si è affacciata dai balconi con pentole e altro e fanno bordello per i migranti
La gente di Siculiana protesta con il rumore di pentole
La gente di Siculiana protesta civilmente Ma le forze politiche tendono a rassicurare la popolazione.
[ “La nostra iniziativa – ha detto la capogruppo della minoranza consiliare Vita Maria Mazza – è finalizzata a tutelare tutta la cittadinanza di Siculiana, che per tanti anni è stata aperta all’accoglienza. Ora siamo in piena emergenza Covid, qui ci sono dei migranti che da dieci giorni sono in quarantena forzata, l’arrivo di altri migranti andrebbe a creare delle situazione di allarme e problemi igienico-sanitarie all’interno. Né i soggetti che sono all’interno hanno fatto il tampone, almeno a noi non è dato sapere, e non sappiamo niente anche dei nuovi che arriveranno. Quindi oggettivamente non potrebbero entrare nella struttura senza aver fatto prima i tamponi, questo non succede.
Tra l’altro non sappiamo se i migranti sono provvisti di dispositivi di sicurezza individuale, se rispettano il distanziamento. E’ necessario tutelare i migranti perché soltanto tutelando loro si può tutelare la nostra popolazione, soprattutto evitando che esca il personale che lavora all’interno e che arrivano altri migranti. Così questo centro di fatto potrebbe diventare un centro Covid d’accoglienza senza nessun presidio che tuteli la cittadinanza. Il senso dell’iniziativa di stasera è di continuare a dire ai siculianesi di restare a casa, che le istituzioni ci sono e siamo qui proprio per questo”.
“Sta aumentando la tensione in paese, siamo qua – ha spiegato il sindaco – con i rappresentanti delle forze politiche presenti nel territorio proprio per calmare gli animi dei siculianesi che si trovano a casa da 45 giorni senza poter uscire e poi vedono questi migranti che giocano a pallone, che non rispettano le distanze e le regole di sicurezza a cui bisogna ottemperare. Quindi abbiamo preferito venire qua, diciamo ai cittadini di stare calmi, noi abbiamo avviato un dialogo con il prefetto, con il quale domani mi sentirò in videoconferenza unitamente al questore.
Le istituzione devono lavorare per superare questo momento, partendo dal fatto che la struttura è piena, ci sono settanta migranti e che in un periodo di grave emergenza sanitaria le regole vanno rispettate a tutti i costi perché rischiamo di vanificare tutto il comportamento di buon senso tenuto dalla cittadinanza”. Lauricella ha annunciato oggi di avere “preso contatti” con uno studio legale “per valutare eventuali azioni da intraprendere a tutela della nostra comunità. Ci avevano illusi con la promessa di una equa distribuzione dei migranti nel territorio provinciale ma come sempre siamo noi cittadini di Siculiana a pagare”.
HANNO LASCIATO MORIRE GLI ANZIANI: “FARE I TAMPONI COSTAVA TROPPO”, MA A LUI SUBITO
Era il tempo in cui Zingaretti, dopo avere organizzato con Sala un aperitivo ‘cinese’ a Milano, si faceva il tampone. E risultava positivo. Ma quel tampone lo negava agli anziani nelle case di riposo laziali. La Regione che governa abusivamente da anni.
Antonello Aurigemma, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: «Ci sono una serie di documenti, di email e pec, da cui risulta come la Regione a fronte della possibilità di utilizzare i laboratori privati, abbia preferito non farlo aggravando la situazione invece che alleviandola. C’è una circolare del Ministero della Salute che spiega come sia fondamentale eseguire i tamponi al personale sanitario.
I degenti nelle RSA sono praticamente reclusi dall’inizio della pandemia senza poter vedere nessuno. Quindi, i contagi non possono essere avvenuti attraverso i contatti inesistenti con persone esterne alle strutture. Ecco perché era e resta fondamentale che la Regione si muova e faccia i tamponi. È sorprendente vedere come negli elenchi delle determine regionali per fronteggiare l’emergenza ci siano acquisti ingenti di mascherine ma solo 150mila tamponi».
Aurigemma non parla a vanvera. Esibisce i documenti: il 2 aprile la sezione sanità dell’Unione Industriali spedisce una pec al presidente della Regione, Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, con cui viene offerta la disponibilità dei «laboratori privati accreditati di tutto» il Lazio ad «eseguire i tamponi e i test ai cittadini».
Secondo gli industriali, questa possibilità avrebbe alleggerito «le strutture pubbliche, migliorando i tempi e la sicurezza degli operatori sanitari». Non solo. Ma, aggiungeva Unindustria «saremo anche in grado di organizzare rapidamente l’effettuazione degli esami presso il domicilio del paziente nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza».
La risposta della Regione, sei giorni dopo, è agghiacciante.: «Sono pervenute segnalazioni in merito a strutture private autorizzate proponenti in regime privatistico a prezzi esorbitanti test per il Covid».
Le vite degli anziani non valevano abbastanza. Poi, però, i soldi per fare la quarantena di lusso su un nave ai clandestini li trovano. Indegni.
Ma impuniti. Come si evince dalla difesa del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, sui contagi di coronavirus nelle Rsa. Il governatore lombardo ha detto di aver preso provvedimenti simili a quelli del collega Nicola Zingaretti “ma in questo caso non è intervenuto nessuno”.
Zingaretti ha dato ordine di prendersela con Fontana, riporta 7Colli, il sito di Francesco Storace, in un retroscena. Con la solita “nota anonima” dalla Regione bollano come bufala l’analogia tra le misure del Lazio e quelle della Lombardia spingendosi perfino a dire che non è stata chiesta la disponibilità alle strutture a ricoverare solo pazienti Covid-19 che non necessitavano di ospedale. Affermazione in contrasto con il pasticcio del Nomentana Hospital dove furono portati gli infetti di Nerola.
ANZIANO MASSACRATO E ACCOLTELLATO DA IMMIGRATO PERCHÉ NON HA ACCENDINO
Italiani in casa, e quei pochi che si avventurano per le strade, se passano la sorveglianza dei droni, finiscono preda degli immigrati. Che hanno il permesso di delinquere.
Un anziano è stato selvaggiamente picchiato e poi accoltellato da un romenoalla fermata dell’autobus in piazza Sempione, a Roma.
La sua colpa? Non avere un accendino da dare all’immigrato.
Quando l’anziano ha risposto che non era in possesso dell’oggetto, lo straniero ha perso la testa ed è diventato una furia.
Prima un pugno in faccia. La vittima è crollata a terra. Poi l’aggressore ha percosso l’anziano con calci e schiaffi. Infine ha estratto un coltello e ha sferrato un fendente all’altezza del petto del pensionato.
Il romeno, risultato in seguito essere un 36enne già noto alle forze dell’ordine per numerosi reati contro la persona e il patrimonio, è stato bloccato dai poliziotti in borghese del commissariato Esquilino che si trovavano in zona in un servizio di prevenzione e repressione dei reati. Ovvero perseguitare i poveri pensionati a passeggio.
Appena si sono accorti di quanto stava accadendo, gli agenti sono subito entrati in azione riuscendo a bloccare il giovane e a disarmarlo, ponendo così fine alla violenza. Nel corso degli accertamenti di rito è emerso che lo straniero era stato colpito anche dal divieto di dimora nel comune di Roma. E così, l’immigrato è stato dichiarato in stato di arresto e portato nel carcere romano di Regina Coeli. L’accusa a cui dovrà rispondere davanti al giudice è tentato omicidio.
Le coltellate non gli sono state fatali solo perché il tessuto pesante della giacca gli ha fatto da barriera contro le coltellate. L’intervento degli agenti e il conseguente fermo del romeno hanno permesso al pensionato di salvarsi. Il coltello usato nell’aggressione, con una lama di 7 cm, è stato posto sotto sequestrato dalla polizia.
Se n’è accorto pure Tito Boeri: centri per immigrati nuovi focolai dell’epidemia. Nessuno indaga
Di Gianluca Veneziani – Ah, benvenuti nel club. Se ne sono accorti anche a sinistra che i centri per migranti rischiano di diventare brodi di coltura del virus, covi di Covid, focolai pericolosi per la loro salute e per la nostra. Se ne sono accorti anche da quelle parti che i prossimi vettori dell’ infezione verosimilmente saranno richiedenti asilo e immigrati irregolari; e che i luoghi dove vivono o sono accolti potrebbero trasformarsi in bombe sanitarie, oltre che sociali.
Ieri lo ammetteva pure Tito Boeri, l’ ex presidente dell’ Inps, che in un fondo su Repubblica notava come l’ allarme contagio ora derivi dagli invisibili, da chi vive «nelle case occupate e nei centri di accoglienza», «chi non ha un proprio spazio privato separato da quello pubblico, chi convive in pochi metri quadri con persone sempre diverse». Insomma, dai 650mila immigrati clandestini e dalle migliaia di richiedenti protezione internazionale.
Il caso di Verona – E lo diceva con cognizione di causa, sulla base degli ultimi fatti di cronaca, a cominciare da quanto accaduto nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Verona, dove ben 100 migranti su 140 ospiti sono stati trovati positivi al coronavirus: la struttura per presunti profughi trasformata in un lazzaretto. Come potrebbe diventare il centro di accoglienza di Torre Maura a Roma, in cui due migranti sono risultati affetti da Covid-19 e si è scatenata una rivolta degli altri ospiti, insofferenti all’ idea di essere costretti alla quarantena ed evidentemente preoccupati all’ idea di contagiarsi: a suon di materassi e lenzuola bruciati e di finestre rotte, hanno scatenato la loro “democratica” protesta Azione non troppo dissimile da quella andata in scena nel centro di accoglienza di Arluno, in provincia di Lecco, in cui un richiedente asilo è stato trovato positivo al virus e gli altri migranti hanno colto l’ occasione per protestare contro la mancanza di mascherine e misure di sicurezza: si sono barricati così dentro la struttura, bloccando anche due operatrici, fino all’ arrivo salvifico delle forze dell’ ordine.
Questi e altri episodi ispirano a Boeri e a Repubblica la convinzione che l’ unica soluzione sia «regolarizzare gli immigrati illegali», concedere loro il diritto di risiedere e lavorare legalmente nel nostro Paese per evitare che continuino a vivere «in promiscuità».
Quasi che la sanatoria corrisponda automaticamente a una sanificazione degli luoghi in cui vivono. Chi ce lo dice invece che un immigrato, una volta regolarizzato, non continui ad abitare a stretto contatto con altri migranti, in ambienti promiscui? Chi ci assicura che un cambio di status coincida con un cambio delle sue abitudini?
Controlli urgenti – Il contagio crescente nei centri di accoglienza migranti dovrebbe piuttosto darci un’ altra lezione. E insegnarci che occorrerebbero controlli urgenti, mirati e capillari all’ interno di questi luoghi dove gli immigrati sono ammassati. Ci vorrebbero ispezioni da parte delle prefetture su mandato del ministero dell’ Interno. E, forse, non guasterebbe l’ apertura di fascicoli di indagine da parte delle procure per scovare eventuali responsabili. Esattamente come capita per le Rsa, i centri anziani, ora nell’ occhio del ciclone per aver ospitato pazienti Covid ed essere diventati focolai di infezione. .
Ebbene, nei centri per migranti bisognerebbe adottare le stesse misure e porsi domande analoghe: chi non ha fatto i dovuti controlli sulla possibile presenza di contagiati? Chi non li ha distanziati a tempo debito dagli altri ospiti? E chi continua a tenerli colpevolmente assembrati, facilitando così nuovi contagi? Sennò c’ è il rischio di un doppiopesismo, di verifiche e inchieste portate avanti solo dove ci sono ragioni politiche per farle.
domenica 19 aprile 2020
TEPPISTI DEI CENTRI SOCIALI ASSALTANO POLIZIA: RIVOLTA A TORINO DOPO FURTO – VIDEO
Una cinquantina di teppisti dei centri sociali si è scagliata contro le forze dell’ordine intervenute dopo che a un anziano era stata strappata una collanina d’oro, evidentemente dal solito immigrato. La pattuglia è stata salvata dall’arrivo dei rinforzi quando era scoppiata una rivolta con scontri tra polizia e teppisti di sinistra con arresti da parte degli agenti.
Invece dei droni sulle spiagge, andate a caccia di clandestini e teppisti dei centri sociali.
“Torino è una bomba che sta scoppiando nelle mani inerte di Sindaco e Ministro. Qualcuno sta provando a controllare illegittimamente il territorio per permettere traffici illegali. Per questo i poliziotti vengano aggrediti in strada mentre cercano di far rispettare le norme sul coronavirus nel quartiere Aurora dove da giorni denunciamo assembramenti di immigrati ingiustificati. Inaccettabile il linciaggio subito da parte di frange di anarchici a cui abbiamo assistito oggi. Ancora peggio che gli agenti siano costretti ad andare via dopo gli arresti e prevalga la folla fomentata dagli anarchici” ha denunciato Augusta Montaruli, deputato torinese di Fratelli d’Italia.
Dello stesso avviso Patrizia Alessi, consigliere di circoscrizione VII di Fratelli d’Italia: “Abbiamo bisogno di interventi straordinari per mettere gli agenti nelle condizioni di lavorare mentre c’è chi vorrebbe impedirlo per controllare il territorio illegalmente. Siamo un caso unico in Italia, o si interviene o rischiamo che l’anarchia prevalga soffocandoci in una violenza inammissibile. Con la polizia costretta a ripiegare oggi perde lo Stato e vincono i delinquenti”.
CORONAVIRUS, AEREI IRRORANO LE CITTÀ SPAGNOLE CON DISINFETTANTI CHIMICI
Il governo spagnolo ha “autorizzato” le forze armate a preparare aerei per l’irrorazione aerea di disinfettanti nelle principali aree metropolitane del Paese mentre i casi confermati di coronavirus per tentare di bloccare l’epidemiasecondo La Razón News .
L’ordine è stato pubblicato per la prima volta nel Boletín Oficial del Estado, la gazzetta ufficiale del paese, venerdì, e “autorizza le unità CBN (Nucleare, Biologiche e Chimiche) delle Forze armate ad utilizzare biocidi autorizzati dal Ministero della Salute in uno sforzo di disinfezione per far fronte alla crisi sanitaria causata dal coronavirus”.
Secondo l’ordine, “le tecniche di disinfezione più efficaci sono l’uso di mezzi aerei perché, con tecniche di nebulizzazione, termonebulizzazione e micronebulizzazione, tutte le superfici vengono raggiunte rapidamente, evitando di fare affidamento sull’applicazione manuale, che è più lenta, e talvolta non raggiunge tutte le superfici perché ci sono ostacoli che impediscono di raggiungerle”.
Senza contare che il virus – vibrione – permane nell’aria.
L’ordine spiega che le missioni di “disinfezione aerea” saranno condotte “regolarmente” fintanto che la pandemia continuerà a devastare il paese.
Peggio il virus o una doccia di prodotti chimici?
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