lunedì 20 aprile 2020

Italiani a casa, migranti in strada a giocare a pallone. E ne arrivano altri 32. Residenti in rivolta (video)



Di Martino Della Costa – Leonardo Lauricella, sindaco di Siculiana, lo dice chiaramente: sono intervenuto personalmente per placare lo sdegno e la rabbia dei cittadini. Chiusi in casa da oltre 45 giorni, e che vedono gli immigrati accolti nella nostra comunità stare in strada a giocare a pallone. E di certo, l’eventualità ventilata in città che possano arrivare a breve altri 32 immigrati, non continuisce a sedare gli animi e ad attenuare preoccupazioni e paure. Anche perché, la struttura ricettiva individuata per ospitare anche i prossimi stranieri in arrivo, ossia l’ex hotel Villa Sikania, trasformato all’occorrenza in centro d’accoglienza, è già stracolmo e al limite delle sue possibilità d’accoglienza. Ma anche i cittadini sono allo stremo: e la rabbia esplosa sui balconi dove, in tanti, si sono affacciati per protestare battendo coperchi e pentole.
Siculiana, migranti giocano a pallone in strada, italiani chiusi in casa
Una protesta rumorosa ma pacifica, quella degli abitanti di Siculiana. I quali, invece di gioire per gli ultimi allentamenti dei provvedimenti di restrizione in vista, hanno dovuto ingoiare l’annuncio di nuovi arrivi di migranti. Oltre che subire la beffa di una quarantena che, a quanto denunciato dallo stesso sindaco della città, gli stranieri sarebbero meno inclini a rispettare. e allora: tutti sui balconi a protestare. Non un flashmob come quelli di accorata solidarietà interregionale dei primi giorni di reclusione casalinga. Ma una vera manifestazione di protesta. E allora, niente canzoni. Niente appalusi, Niente striscioni colorati e appelli alla pazienza in nome della speranza. No, niente di tutto questo. Un’ondata di indignazione e preoccupazione ha portato gli abitanti di Siculiana ad affacciarsi a finestre e balconi per esprimere tutto il loro dissenso rispetto all’arrivo di nuovi migranti in paese.
E in città ne starebbero per arrivare altri 32
Già, perché come spiega anche il sito de Il Giornale che riprende la vicenda e ne denuncia il potenziale esplosivo, proprio all’ingresso di questo centro urbano «si trova un ex albergo, nel 2014 trasformato in centro di accoglienza». Il Villa Sikania, appunto, «da 6 anni a questa parte diventato un vero e proprio hub per la collocazione dei migranti che arrivano in Sicilia». La struttura, chiusa ad ottobre, improvvisamente solo una settimana fa ha riaperto i battenti, complici l’emergenza coronavirus e la non disponibilità momentanea di diverse strutture. Tanto che, 72 immigrati sono stati immediatamente trasferiti nell’ex hotel senza che, scrive il quotidiano diretto da Sallusti, neppure il sindaco Lauricella ne «fosse preventivamente informato». E oltre al danno la beffa che ha declinato l’allarme sociale già alle stelle, alla tensione causata dall’emergenza epidemica.
L’ex hotel che li ospita è al collasso, la pazienza dei cittadini al colmo…
Sì, perché nei giorni successivi alla riapertura del centro d’accoglienza, dai propri balconi alcuni residenti hanno filmato migranti che, all’interno del Villa Sikania, o in strada, giocavano a calcio. Con buona pace delle restrizioni anti-epidemia da Covid rispettate solo dai siciliani. Una sperequazione che rischia di scatenare ulteriori rabbia e più vibranti proteste. E su cui, come spiega il sindaco nel video postato su Youtube e riproposto in basso, «abbiamo sentito il Prefetto e nelle prossime ore mi sentirà in videoconferenza unitamente al Questore. In questo momento tutte le Istituzioni devono lavorare per questa emergenza. Partendo dal fatto che la struttura è oramai piena». E la pazienza dei residente al colmo… Sotto, video da Youtube

Migranti di Don Biancalani aggrediscono con violenza inaudita una coppia di italiani (video choc)



Orrore a #Vicofaro dove un’orda di #risorseINPS capeggiati da #Biancalani aggredisce con ferocia e inaudita violenza una coppia di italiani a passeggio con il cane. Ecco il risultato dei porti aperti: la sinistra c’ha portato la guerra in casa!

I 32 migranti arrivati da Lampedusa trasferiti a Villa Sikania. Residenti protestano con mestoli e padelle (video)



Da Grandangoloagrigento.it – 32 migranti sbarcati stanotte a Lampedusa e già trasferiti questa mattina in traghetto a Porto Empedocle da stasera saranno ospitati nell’ex hotel Villa Sikania adibito a centro d’accoglienza.Lo ha fatto sapere il sindaco di Siculiana Leonardo Lauricella che afferma: “Ho ricevuto una telefonata del prefetto che mi ha comunicato l’arrivo dei migranti, fra cui alcune donne in stato di gravidanza e dei bambini.

Il prefetto mi ha assicurato – spiega Lauricella – che sarà un soggiorno temporaneo in attesa che la nave, appositamente individuata per ospitare i migranti, possa riceverli. Anche i nuovi ospiti del centro osserveranno lo stato di quarantena e non potranno uscire dalla struttura”.

“Ho rappresentato al prefetto – prosegue il sindaco – la mia contrarietà per il particolare momento di emergenza sanitaria. In tema di immigrazione, il ministro dell’Interno e le Prefetture esercitano una competenza esclusiva. Il prefetto tuttavia mi ha rassicurato sul fatto che i migranti non potranno uscire perchè controllati adeguatamente dalle forze dell’ordine. Al momento, gli ospiti non presentano sintomi riconducibili al Covid-19 e al termine della quarantena verranno sottoposti a tampone. Ho preso contatti con uno studio legale per un’azione a tutela della nostra comunità”.

La gente di Siculiana tuttavia, protesta civilmente. In questo momento, ad esempio, numerose famiglie si sono affacciate al balcone e rumoreggia utilizzando pentole e mestoli come testimonia questo video. si è affacciata dai balconi con pentole e altro e fanno bordello per i migranti

La gente di Siculiana protesta con il rumore di pentole

La gente di Siculiana protesta civilmente Ma le forze politiche tendono a rassicurare la popolazione.

[ “La nostra iniziativa – ha detto la capogruppo della minoranza consiliare Vita Maria Mazza – è finalizzata a tutelare tutta la cittadinanza di Siculiana, che per tanti anni è stata aperta all’accoglienza. Ora siamo in piena emergenza Covid, qui ci sono dei migranti che da dieci giorni sono in quarantena forzata, l’arrivo di altri migranti andrebbe a creare delle situazione di allarme e problemi igienico-sanitarie all’interno. Né i soggetti che sono all’interno hanno fatto il tampone, almeno a noi non è dato sapere, e non sappiamo niente anche dei nuovi che arriveranno. Quindi oggettivamente non potrebbero entrare nella struttura senza aver fatto prima i tamponi, questo non succede.

Tra l’altro non sappiamo se i migranti sono provvisti di dispositivi di sicurezza individuale, se rispettano il distanziamento. E’ necessario tutelare i migranti perché soltanto tutelando loro si può tutelare la nostra popolazione, soprattutto evitando che esca il personale che lavora all’interno e che arrivano altri migranti. Così questo centro di fatto potrebbe diventare un centro Covid d’accoglienza senza nessun presidio che tuteli la cittadinanza. Il senso dell’iniziativa di stasera è di continuare a dire ai siculianesi di restare a casa, che le istituzioni ci sono e siamo qui proprio per questo”.

“Sta aumentando la tensione in paese, siamo qua – ha spiegato il sindaco – con i rappresentanti delle forze politiche presenti nel territorio proprio per calmare gli animi dei siculianesi che si trovano a casa da 45 giorni senza poter uscire e poi vedono questi migranti che giocano a pallone, che non rispettano le distanze e le regole di sicurezza a cui bisogna ottemperare. Quindi abbiamo preferito venire qua, diciamo ai cittadini di stare calmi, noi abbiamo avviato un dialogo con il prefetto, con il quale domani mi sentirò in videoconferenza unitamente al questore.

Le istituzione devono lavorare per superare questo momento, partendo dal fatto che la struttura è piena, ci sono settanta migranti e che in un periodo di grave emergenza sanitaria le regole vanno rispettate a tutti i costi perché rischiamo di vanificare tutto il comportamento di buon senso tenuto dalla cittadinanza”. Lauricella ha annunciato oggi di avere “preso contatti” con uno studio legale “per valutare eventuali azioni da intraprendere a tutela della nostra comunità. Ci avevano illusi con la promessa di una equa distribuzione dei migranti nel territorio provinciale ma come sempre siamo noi cittadini di Siculiana a pagare”.



HANNO LASCIATO MORIRE GLI ANZIANI: “FARE I TAMPONI COSTAVA TROPPO”, MA A LUI SUBITO



Era il tempo in cui Zingaretti, dopo avere organizzato con Sala un aperitivo ‘cinese’ a Milano, si faceva il tampone. E risultava positivo. Ma quel tampone lo negava agli anziani nelle case di riposo laziali. La Regione che governa abusivamente da anni.

 Antonello Aurigemma, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: «Ci sono una serie di documenti, di email e pec, da cui risulta come la Regione a fronte della possibilità di utilizzare i laboratori privati, abbia preferito non farlo aggravando la situazione invece che alleviandola. C’è una circolare del Ministero della Salute che spiega come sia fondamentale eseguire i tamponi al personale sanitario.

I degenti nelle RSA sono praticamente reclusi dall’inizio della pandemia senza poter vedere nessuno. Quindi, i contagi non possono essere avvenuti attraverso i contatti inesistenti con persone esterne alle strutture. Ecco perché era e resta fondamentale che la Regione si muova e faccia i tamponi. È sorprendente vedere come negli elenchi delle determine regionali per fronteggiare l’emergenza ci siano acquisti ingenti di mascherine ma solo 150mila tamponi».

Aurigemma non parla a vanvera. Esibisce i documenti: il 2 aprile la sezione sanità dell’Unione Industriali spedisce una pec al presidente della Regione, Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, con cui viene offerta la disponibilità dei «laboratori privati accreditati di tutto» il Lazio ad «eseguire i tamponi e i test ai cittadini».

Secondo gli industriali, questa possibilità avrebbe alleggerito «le strutture pubbliche, migliorando i tempi e la sicurezza degli operatori sanitari». Non solo. Ma, aggiungeva Unindustria «saremo anche in grado di organizzare rapidamente l’effettuazione degli esami presso il domicilio del paziente nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza».

La risposta della Regione, sei giorni dopo, è agghiacciante.: «Sono pervenute segnalazioni in merito a strutture private autorizzate proponenti in regime privatistico a prezzi esorbitanti test per il Covid».

Le vite degli anziani non valevano abbastanza. Poi, però, i soldi per fare la quarantena di lusso su un nave ai clandestini li trovano. Indegni.

Ma impuniti. Come si evince dalla difesa del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, sui contagi di coronavirus nelle Rsa. Il governatore lombardo ha detto di aver preso provvedimenti simili a quelli del collega Nicola Zingaretti “ma in questo caso non è intervenuto nessuno”.
Zingaretti ha dato ordine di prendersela con Fontana, riporta 7Colli, il sito di Francesco Storace, in un retroscena. Con la solita “nota anonima” dalla Regione bollano come bufala l’analogia tra le misure del Lazio e quelle della Lombardia spingendosi perfino a dire che non è stata chiesta la disponibilità alle strutture a ricoverare solo pazienti Covid-19 che non necessitavano di ospedale. Affermazione in contrasto con il pasticcio del Nomentana Hospital dove furono portati gli infetti di Nerola.

ANZIANO MASSACRATO E ACCOLTELLATO DA IMMIGRATO PERCHÉ NON HA ACCENDINO



Italiani in casa, e quei pochi che si avventurano per le strade, se passano la sorveglianza dei droni, finiscono preda degli immigrati. Che hanno il permesso di delinquere.

Un anziano è stato selvaggiamente picchiato e poi accoltellato da un romenoalla fermata dell’autobus in piazza Sempione, a Roma.

La sua colpa? Non avere un accendino da dare all’immigrato.

Quando l’anziano ha risposto che non era in possesso dell’oggetto, lo straniero ha perso la testa ed è diventato una furia.

Prima un pugno in faccia. La vittima è crollata a terra. Poi l’aggressore ha percosso l’anziano con calci e schiaffi. Infine ha estratto un coltello e ha sferrato un fendente all’altezza del petto del pensionato.

Il romeno, risultato in seguito essere un 36enne già noto alle forze dell’ordine per numerosi reati contro la persona e il patrimonio, è stato bloccato dai poliziotti in borghese del commissariato Esquilino che si trovavano in zona in un servizio di prevenzione e repressione dei reati. Ovvero perseguitare i poveri pensionati a passeggio.

Appena si sono accorti di quanto stava accadendo, gli agenti sono subito entrati in azione riuscendo a bloccare il giovane e a disarmarlo, ponendo così fine alla violenza. Nel corso degli accertamenti di rito è emerso che lo straniero era stato colpito anche dal divieto di dimora nel comune di Roma. E così, l’immigrato è stato dichiarato in stato di arresto e portato nel carcere romano di Regina Coeli. L’accusa a cui dovrà rispondere davanti al giudice è tentato omicidio.

Le coltellate non gli sono state fatali solo perché il tessuto pesante della giacca gli ha fatto da barriera contro le coltellate. L’intervento degli agenti e il conseguente fermo del romeno hanno permesso al pensionato di salvarsi. Il coltello usato nell’aggressione, con una lama di 7 cm, è stato posto sotto sequestrato dalla polizia.

Se n’è accorto pure Tito Boeri: centri per immigrati nuovi focolai dell’epidemia. Nessuno indaga



Di Gianluca Veneziani – Ah, benvenuti nel club. Se ne sono accorti anche a sinistra che i centri per migranti rischiano di diventare brodi di coltura del virus, covi di Covid, focolai pericolosi per la loro salute e per la nostra. Se ne sono accorti anche da quelle parti che i prossimi vettori dell’ infezione verosimilmente saranno richiedenti asilo e immigrati irregolari; e che i luoghi dove vivono o sono accolti potrebbero trasformarsi in bombe sanitarie, oltre che sociali.

Ieri lo ammetteva pure Tito Boeri, l’ ex presidente dell’ Inps, che in un fondo su Repubblica notava come l’ allarme contagio ora derivi dagli invisibili, da chi vive «nelle case occupate e nei centri di accoglienza», «chi non ha un proprio spazio privato separato da quello pubblico, chi convive in pochi metri quadri con persone sempre diverse». Insomma, dai 650mila immigrati clandestini e dalle migliaia di richiedenti protezione internazionale.

Il caso di Verona – E lo diceva con cognizione di causa, sulla base degli ultimi fatti di cronaca, a cominciare da quanto accaduto nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Verona, dove ben 100 migranti su 140 ospiti sono stati trovati positivi al coronavirus: la struttura per presunti profughi trasformata in un lazzaretto. Come potrebbe diventare il centro di accoglienza di Torre Maura a Roma, in cui due migranti sono risultati affetti da Covid-19 e si è scatenata una rivolta degli altri ospiti, insofferenti all’ idea di essere costretti alla quarantena ed evidentemente preoccupati all’ idea di contagiarsi: a suon di materassi e lenzuola bruciati e di finestre rotte, hanno scatenato la loro “democratica” protesta Azione non troppo dissimile da quella andata in scena nel centro di accoglienza di Arluno, in provincia di Lecco, in cui un richiedente asilo è stato trovato positivo al virus e gli altri migranti hanno colto l’ occasione per protestare contro la mancanza di mascherine e misure di sicurezza: si sono barricati così dentro la struttura, bloccando anche due operatrici, fino all’ arrivo salvifico delle forze dell’ ordine.

Questi e altri episodi ispirano a Boeri e a Repubblica la convinzione che l’ unica soluzione sia «regolarizzare gli immigrati illegali», concedere loro il diritto di risiedere e lavorare legalmente nel nostro Paese per evitare che continuino a vivere «in promiscuità».

Quasi che la sanatoria corrisponda automaticamente a una sanificazione degli luoghi in cui vivono. Chi ce lo dice invece che un immigrato, una volta regolarizzato, non continui ad abitare a stretto contatto con altri migranti, in ambienti promiscui? Chi ci assicura che un cambio di status coincida con un cambio delle sue abitudini?

Controlli urgenti – Il contagio crescente nei centri di accoglienza migranti dovrebbe piuttosto darci un’ altra lezione. E insegnarci che occorrerebbero controlli urgenti, mirati e capillari all’ interno di questi luoghi dove gli immigrati sono ammassati. Ci vorrebbero ispezioni da parte delle prefetture su mandato del ministero dell’ Interno. E, forse, non guasterebbe l’ apertura di fascicoli di indagine da parte delle procure per scovare eventuali responsabili. Esattamente come capita per le Rsa, i centri anziani, ora nell’ occhio del ciclone per aver ospitato pazienti Covid ed essere diventati focolai di infezione. .

Ebbene, nei centri per migranti bisognerebbe adottare le stesse misure e porsi domande analoghe: chi non ha fatto i dovuti controlli sulla possibile presenza di contagiati? Chi non li ha distanziati a tempo debito dagli altri ospiti? E chi continua a tenerli colpevolmente assembrati, facilitando così nuovi contagi? Sennò c’ è il rischio di un doppiopesismo, di verifiche e inchieste portate avanti solo dove ci sono ragioni politiche per farle.

domenica 19 aprile 2020

TEPPISTI DEI CENTRI SOCIALI ASSALTANO POLIZIA: RIVOLTA A TORINO DOPO FURTO – VIDEO



Una cinquantina di teppisti dei centri sociali si è scagliata contro le forze dell’ordine intervenute dopo che a un anziano era stata strappata una collanina d’oro, evidentemente dal solito immigrato. La pattuglia è stata salvata dall’arrivo dei rinforzi quando era scoppiata una rivolta con scontri tra polizia e teppisti di sinistra con arresti da parte degli agenti.

Invece dei droni sulle spiagge, andate a caccia di clandestini e teppisti dei centri sociali.

“Torino è una bomba che sta scoppiando nelle mani inerte di Sindaco e Ministro. Qualcuno sta provando a controllare illegittimamente il territorio per permettere traffici illegali. Per questo i poliziotti vengano aggrediti in strada mentre cercano di far rispettare le norme sul coronavirus nel quartiere Aurora dove da giorni denunciamo assembramenti di immigrati ingiustificati. Inaccettabile il linciaggio subito da parte di frange di anarchici a cui abbiamo assistito oggi. Ancora peggio che gli agenti siano costretti ad andare via dopo gli arresti e prevalga la folla fomentata dagli anarchici” ha denunciato Augusta Montaruli, deputato torinese di Fratelli d’Italia.

Dello stesso avviso Patrizia Alessi, consigliere di circoscrizione VII di Fratelli d’Italia: “Abbiamo bisogno di interventi straordinari per mettere gli agenti nelle condizioni di lavorare mentre c’è chi vorrebbe impedirlo per controllare il territorio illegalmente. Siamo un caso unico in Italia, o si interviene o rischiamo che l’anarchia prevalga soffocandoci in una violenza inammissibile. Con la polizia costretta a ripiegare oggi perde lo Stato e vincono i delinquenti”.

CORONAVIRUS, AEREI IRRORANO LE CITTÀ SPAGNOLE CON DISINFETTANTI CHIMICI



Il governo spagnolo ha “autorizzato” le forze armate a preparare aerei per l’irrorazione aerea di disinfettanti nelle principali aree metropolitane del Paese mentre i casi confermati di coronavirus per tentare di bloccare l’epidemiasecondo La Razón News .

L’ordine è stato pubblicato per la prima volta nel Boletín Oficial del Estado, la gazzetta ufficiale del paese, venerdì, e “autorizza le unità CBN (Nucleare, Biologiche e Chimiche) delle Forze armate ad utilizzare biocidi autorizzati dal Ministero della Salute in uno sforzo di disinfezione per far fronte alla crisi sanitaria causata dal coronavirus”.

Secondo l’ordine, “le tecniche di disinfezione più efficaci sono l’uso di mezzi aerei perché, con tecniche di nebulizzazione, termonebulizzazione e micronebulizzazione, tutte le superfici vengono raggiunte rapidamente, evitando di fare affidamento sull’applicazione manuale, che è più lenta, e talvolta non raggiunge tutte le superfici perché ci sono ostacoli che impediscono di raggiungerle”.

Senza contare che il virus – vibrione – permane nell’aria.

L’ordine spiega che le missioni di “disinfezione aerea” saranno condotte “regolarmente” fintanto che la pandemia continuerà a devastare il paese.

Peggio il virus o una doccia di prodotti chimici?

Conte telefona a Berlusconi per attaccare Salvini e Meloni: “La devono smettere di alimentare il malcontento”



Un’intervista per dire sì a Silvio Berlusconi, dividendolo definitivamente da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Quello di Giuseppe Conte appare più di un segnale, visto che al Giornale vicinissimo al Cav si lascia “sfuggire” frasi molto pesanti e indicative sul futuro governissimo che potrebbe aspettarci dopo l’emergenza coronavirus.

Innanzitutto, il premier mette in chiaro le cose: “Ci ho messo la faccia, non mollo. No a governi tecnici”. Come dire: si deve andare avanti con me, anche in caso di cambi di maggioranza a cui molti, da destra a sinistra passando per il centro, stranno lavorando sottobanco in queste settimane. Certo, molti individuano proprio in Conte l’elemento da sostituire, ma lui si blinda tenendo a bada il possibile sostituto (“Vittorio Colao non entrerà nel governo”), blandendo chi può coprirgli le spalle in Europa (“Mario Draghi è autorevole”) e soprattutto chiamando Berlusconi, che potrebbe dargli una mano decisiva in Parlamento: “Resto aperto al dialogo, Forza Italia è costruttiva”. Lega e Fratelli d’Italia? “L’opposizione deve rinunciare ad alimentare il malcontento popolare”. Tutti zitti, insomma, tutto va bene.

NIGERIANA MORDE AGENTE: “NON POTETE CONTROLLARMI, HO IL PERMESSO UMANITARIO”



L’africana, regolare in Italia con un permesso umanitario del cazzo, non ha gradito che venissero fatti dei controlli nei suoi confronti, e per questa ragione ha attaccato i carabinieri, mordendone uno. Arrestata per resistenza a pubblico ufficiale, è stata subito rilasciata. La vista degli uomini dell’Arma ha innervosito subito la nigeriana. Alla semplice richiesta di esibire i documenti personali o di declinare le proprie generalità, infatti, è andata immediatamente su tutte le furie, cominciando ad urlare ed inveire contro i militari.

Sempre più agitata, l’africana si è scagliata come una furia contro di loro, arrivando ad afferrare ed a mordere l’avambraccio destro di uno degli uomini in divisa. La situazione, degenerata in fretta, è fortunatamente ritornata presto alla calma quando i militari sono riusciti ad immobilizzare e a caricarla con fatica a bordo della gazzella.

Accusata di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, la donna nigeriana è stata dichiarata in arresto, ma il fermo è risultato di breve durata. Stando a quanto riferito dalla stampa, infatti, la 36enne è stata rilasciata ed è tornata subito a piede libero. In seguito all’aggressione subita, il militare morso al braccio ha ricevuto le cure del caso. Compresa l’antirabbica, probabilmente.

Dicono che regolarizzando i clandestini diventano cittadini modello. Non è così, ovviamente. Ma anche se fosse, non ce ne fotte una sega.

L’ultimo cervello rimasto a sinistra invoca l’Italexit. Fassina: “Divorzio dalla Ue e riconquista autonomia finanziaria”



Di Alberto Maggi -“La Bce è l’unica istituzione europea che sta facendo interventi utili, sebbene largamente insufficienti data la portata dei problemi”, afferma ad Affaritaliani.it il deputato di Liberi e Uguali Stefano Fassina, mentre al Parlamento europeo sono in corso dibattiti e votazioni sugli aiuti ai Paesi europei per affrontare l’emergenza coronavirus.

“L’utilizzo del Mes mascherato è funzionale a potenziare gli interventi della Bce per far rimanere a galla i ‘beneficiari’, in cambio, però, dell’annullamento della loro residua autonomia politica. Sarebbe una prospettiva inaccettabile. Siamo colpiti da uno shock esterno e sistemico. Quindi, no Mes e interventi della Bce per quanto necessario a combattere il Covid, finanziare la ricostruzione e riportare su un sentiero di sostenibilità il debito pubblico”.

“Vuol dire che, in modo credibile, la Bce si deve impegnare a sterilizzare tutto il debito pubblico acquistato da ciascuna banca centrale nazionale nell’ambito del Quantitative Easing e del Peep. In assenza di tali interventi, l’unica strada, certo difficile e dolorosa, per la ripresa è un ‘divorzio amichevole’ per riconquistare autonomia monetaria e riavviare l’Ue su basi confederali”, conclude Fassina.

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