mercoledì 20 febbraio 2019
“HANNO TRUCCATO I DATI PER AFFONDARE L’ITALIA” MONTI E UNA BANCA EUROPEA SPUTTANATI DAI PM
Per questo motivo il pubblico ministero alla fine della requisitoria ha chiesto la condanna a due anni di reclusione e 300mila euro di multa per Deven Sharma, all’ epoca presidente mondiale di S&P, e a tre anni di reclusione ciascuno e 500mila euro di multa per Yann Le Pallec, responsabile per l’ Europa, e per gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer.
Per la società di valutazione è stata chiesta la condanna alla sanzione pecuniaria di 4,647 milioni di euro.
Insomma, mentre il quarto governo Berlusconi viveva la sua fase più angosciosa sotto la spinta della crisi da spread, l’ agenzia di rating non avrebbe ottemperato agli obblighi di veridicità delle informazioni fornite. I report sotto accusa sono quattro, l’ ultimo dei quali è il declassamento del rating dell’ Italia di due gradini (da A a BBB+) del 13 gennaio 2012. Il confronto tra 2010 e 2011 citato Ruggiero, che ha parlato per cinque ore, attiene al fatto che il contratto tra il Tesoro e l’ agenzia di rating, durato 17 anni, cessò nel 2010 «ed è dal 2011 – ha sostenuto il magistrato – che si registrano bocciature dell’ Italia da parte dell’ agenzia» adducendo così un «movente ritorsivo» per il delitto contestato.
Il pm ha poi fatto riferimento alla testimonianza del direttore del Debito pubblico presso il Tesoro, Maria Cannata, secondo cui S&P «avrebbe sempre enfatizzato aspetti critici rispetto all’ Italia» e che parlare con i suoi analisti era come «parlare al vento». Ruggiero ha citato come «bazooka fumante» due intercettazioni.
La prima è la telefonata del 3 agosto 2011 tra l’ ex manager S&P Maria Pierdicchi col presidente Sharma in cui si faceva riferimento al fatto che «serve più personale senior che si occupi dell’ Italia», dunque ammettendo l’ impreparazione del team di valutazione. La seconda è una mail dell’ ex responsabile corporate rating Renato Panichi nella quale si sottolineava come la valutazione del sistema bancario al momento del taglio del rating fosse «esattamente contraria alla situazione reale».
«Molti indizi raccolti fanno più di una prova sul complotto ordito da oligarchie, troika, banche di affari e massonerie internazionali, per abbattere e sostituire con un loro fiduciario, un governo democraticamente eletto, quello presieduto da Silvio Berlusconi», ha commentato il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, parlando di «un vero e proprio colpo di Stato» e invocando ancora una commissione d’ inchiesta parlamentare. «Le agenzie di rating sono state gli esecutori di un complotto che però ha mandanti politici», ha chiosato la deputata azzurra Elvira Savino. S&P ha ribadito che «le accuse non sono suffragate da prove degne».
“Vogliono fermare questo Governo e ci riusciranno se la gente non si sveglia”. Lo scrittore in diretta tv lancia un messaggio agli italiani
“Vogliono fermare questo Governo e ci riusciranno se la gente non si sveglia”. Lo scrittore in diretta tv lancia un messaggio agli italiani
Su Rai e Mediaset non vedrete mai queste cose. Diffondetele ovunque, dobbiamo fare rete e informare la gente.
“La favola dell’Europa non è quella che ci raccontano” Lorella Cuccarini esce dal coro rosso con una coraggiosa intervista
Il libro Gli Stregoni di Marcello Foa? “Illuminante”. L’Unione europea? “La favola dell’Europa non è quella che ci raccontano”.
A rispondere in questo modo, in una lunga intervista al quotidiano La Verità, è la showgirl Lorella Cuccarini. Si professa “un’assidua frequentatrice” del sito dell’economista Alberto Bagnai e, senza scendere nei dettagli, dichiara di aver votato per una delle forze attualmente al governo.
La “più amata dagli italiani” racconta la sua svolta sovranista. Il libro di Foa mi è stato consigliato da mia sorella, e mi ha molto colpito. Due anni fa ho letto Il mondo nuovo di Aldous Huxley, e mi si è aperta la finestra del ragionamento sulle utopie negative.
La showgirl, oggi 53enne, nella scelta tra popolo ed élite non ha dubbi: si colloca con il popolo, perché – spiega – non si sente rappresentata dalle élite. Quanto a uno degli argomenti più discussi degli ultimi giorni, lo spread, dice: Pochi giorni fa ho letto un sondaggio: una delle paure più grandi degli italiani è lo spread (..)
Non possiamo vivere con l’incubo dello spread. L’ho capito persino io!”. Lorella Cuccarini non nasconde la sua ammirazione per Paolo Savona, ministro per gli Affari europei, e, sull’Unione europea dice: Viviamo una Unione divisa dagli egoismi, costruita sulla speculazione dei grandi mercati. Non c’è etica, c’è troppa finanza (..) sovranità sembra diventata una brutta parola. Eppure il concetto è scritto nel primo articolo della nostra Costituzione!
Da una Tv araba, Emma Bonino: ci servono 1,6 milioni di immigrati ogni anno
Queste sono le voci riportate all’estero, mentre a noi fanno credere che vogliono fermare l’immigrazione. Emma Bonino:
Gli immigrati hanno contribuito al pil italiano con 100 miliardi di euro. Ci pagano 640mila pensioni.
Abbiamo un problema demografico, servono 1,6 milioni di immigrati ALL’ANNO!!
Che, per il periodo a cui fa riferimento, dal 2016 al 2025, fanno 16 MILIONI DI IMMIGRATI!!
“Niente ergastolo per Battisti”, c’è un accordo del 2017 firmato da Orlando (Pd)
La notizia dell’arresto di Cesare Battisti è uscita da poche ore e già scoppia il caso: «L’Italia si è impegnata per garantire che non sarà applicato l’ergastolo all’ex terrorista», spiega l’ex direttore degli Affari di Giustizia del ministero, Raffaele Piccirillo, che seguì direttamente il caso quando ministro era Andrea Orlando.
Il no all’ergastolo sarebbe previsto dall’accordo, della cosiddetta ‘condizione accettata’, concluso il 5 e 6 ottobre del 2017, quando il ministro della giustizia era Orlando. Per cui a Battisti, una volta estradato, sarà applicata la pena massima di 30 anni».
Questo perché in Brasile non c’è l’ergastolo, è vietato dalla Costituzione. «L’autorità che doveva concedere l’estradizione, ossia il Brasile, ha apposto la condizione legata all’ergastolo e il ministro della Giustizia l’ha accettata», afferma Piccirillo, spiegando che questo è legato all’asimmetria tra il sistema giudiziario brasiliano, che «non prevede l’ergastolo e anzi lo considera incostituzionale e quello italiano, dove invece l’ergastolo è formalmente ancora previsto», anche se di fatto non trova più concreta applicazione.
Senza questa intesa, il via libera all’estradizione, il cui iter era già stato espletato, si sarebbe arenato. «Trent’anni – aggiunge Piccirillo – sono il tetto sanzionatorio accettato dal Brasile e su cui c’è l’impegno».
Un tetto che potrebbe essere rivisto al ribasso? «Sul piano tecnico – spiega il magistrato – si potrà valutare se Battisti può usufruire dei benefici penitenziari, come la liberazione anticipata prevista dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario.
Quest’articolo, però, è entrato in vigore dopo la condanna di Battisti, che in ogni caso potrà beneficiarne dopo aver scontato metà della pena, quindi ritengo non ci sia nulla di immediato, si parla di almeno 15 anni di tempo». www.ilmessaggero.it
Rai,il Governo fa sul serio. Bloccato il contratto del servo dei servi Bruno Vespa
In vista delle elezioni europee, e del ribaltone ormai certificato dai sondaggi tra Lega e M5s, in Rai sono in corso le grandi manovre per mettere in atto i nuovi piani industriale e di informazione. Il primo sarebbe sulla scrivania dell’Ad Fabrizio Salini, finora tenutosi lontano dai riflettori scegliendo quindi di muoversi con discrezione.
Ben più rumorosa invece si preannuncia l’azione del presidente Marcello Foa che, secondo il Fatto quotidiano, avrebbe tutte le intenzioni di mettere in pratica il piano di informazione, già fallito ai tempi della Rai renziana, mettendo nel mirino alcuni pezzi da 90 di viale Mazzini, a cominciare da Bruno Vespa. Il contratto per la prossima stagione di Porta a porta per il momento non è stato rinnovato.
L’idea di Foa, già anticipata in Commissione Vigilanza, è quella di tagliare ancora i compensi e razionalizzare le risorse, quindi la speranza del presidente Rai è di sedersi a un tavolo con Vespa per rimettere tutto in discussione.
Le novità potrebbero riguardare innanzitutto lo stipendio del conduttore, oggi di 1,2 milioni di euro, oltre che il numero delle puntate settimanali, che al momento sono tre. C’è ancora chi si illude di costringere Vespa ad accettare il tetto di 240 mila euro imposto ai giornalisti Rai, ma di sicuro Foa punta a una riduzione del suo stipendio, anche per tranquillizzare i malumori grillini.
“I Renzi vanno arrestati o non si fermeranno” Ecco le carte che hanno obbligato il tribunale ha dato l’ok ai domiciliari
Per Matteo Renzi “chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme”. Secondo l’ex premier, insomma, gli arresti domiciliari per i suoi genitori, accusati di bancarotta fraudolenta e false fatture dalla Procura di Firenze, sono un provvedimento esagerato.
A leggere l’ordinanza del gip Angela Fantechi la realtà è ben diversa. Le date, in questo caso, sono fondamentali per comprendere la ratio della misuracautelare. La richiesta di arresti da parte dei pm titolari dell’inchiesta è datata 26 ottobre 2018: il giorno prima la procura di Cuneo aveva chiesto il rinvio a giudizio per Laura Bovoli (madre dell’ex Rottamatore), accusata di concorso in bancarotta fraudolenta per il crac della Direkta srl.
Indagando sui conti di quest’ultima società, gli inquirenti piemontesi hanno scoperti alcuni intrecci con aziende legate ai Renzi, tra cui la Delivery Service e, soprattutto, la capofila Eventi 6, su cui i magistrati fiorentini stavano già indagando in altri filoni d’inchiesta.
È l’inizio di un’indagine complessa che passa a Firenze per competenza e coinvolge la gestione di altre società, la Europe Service e, sopratutto, la Marmodiv, per cui i pm avevano già chiesto il fallimento il 4 settembre 2018. Scattano le perquisizioni e il 31 gennaio 2019 la Procura del capoluogo toscano ordina un’ultima consulenza tecnica d’ufficio proprio sulla Marmodiv.
Quest’ultimo non è un particolare di poco conto: non si tratta di una situazione già chiusa, ma assolutamente in divenire. E che determina la scelta del gip di concedere gli arresti domiciliari a quattro mesi dalla richiesta del pm (istanza presentata il 26 ottobre, firmata il 13 febbraio). Nell’ordinanza del giudice Fantechi la decisione è spiegata con dovizia di particolari: “Sussiste il concreto ed attuale pericolo che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede (tributari e fallimentari), ciò emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti nei cui confronti non e stata avanzata richiesta cautelare e pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini“.
Quindi: “Unico programma criminoso in corso da molto tempo”, “pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini”. Il dato cronologico, a leggere il provvedimento del gip, diventa determinante proprio quando si parla della Marmodiv: “Attualmente, è in corso di compimento, da parte di Renzi Tiziano e Bovoli Laura, la fase dell’abbandono della Marmodiv ed è del tutto verosimile ritenere che, ove non si intervenga con l’adozione delle richieste misure cautelari, essi proseguiranno nell’utilizzo di tale modus operandi criminogeno, coinvolgendo altre cooperative, risulta poi pendente la richiesta di fallimentodella Marmodiv avanzata dal P.M.”.
Domanda: ma non bastava l’interdizione all’attività imprenditoriale? Per il giudice Fantechi evidentemente no. E lo spiega così: “Sul punto occorre rilevare che avendo gli stessi rivestito ruoli di amministratori di fatto e avendo gli stessi agito tramite ‘uomini di fiducia’ non è possibile ritenere sufficiente una misura quale il divieto di esercitare uffici diretti di persone giuridiche ed imprese, atteso che essa consentirebbe di impedire agli indagati di rivestire solo cariche formali, lasciandoli invece liberi di agire con condotte assai più subdole e pericolose perché di più difficile accertamento“.
Provvedimento esagerato, quindi? Sarà il tribunale del Riesame a dirlo. Fatto sta che il giudice per le indagini preliminari non ha avuto dubbi, tanto è vero che non ha neanche concesso la sospensione della pena a causa della “gravità concreta dei reati per cui si procede e la loro esecuzionein un contesto temporale rilevante”. Riferendosi a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, poi, il gip Fantechi parla di “condotte volontarie realizzate non per fronteggiare una contingente crisi di impresa, quanto piuttosto di condotte imprenditoriali finalizzate a massimizzare il proprio profitto personale con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative”. Insomma: Tiziano e Laura andavano fermati subito. Che piaccia o no e a prescindere da quel cognome importate.
Taglio stipendi ai parlamentari, la Mussolini sbava di rabbia: "Se lo fate ci ammazziamo"
Il taglio dei vitalizi è un argomento caldo che ha riscosso e continua a riscuotere tantissime proteste da entrambi i rami del Parlamento.
L’idea è quella di ricalcolare tutti i vitalizi percepiti sulla base del sistema contributivo e se molti vedono la ‘sforbiciata’ come un decisivo un passo avanti per dire “addio alla casta”, l’onorevole Alessandra Mussolini è di avviso opposto.
La nipote di Benito Mussolini è infatti una tra i più grandi oppositori della proposta di abbassare le indennità a 5000 euro e si è schierata in prima linea contro il taglio. “È come se ci mandassero nudi per strada.
Poi è ovvio che uno si ammala, prende l’influenza, si aggrava, arriva la polmonite e quindi…”, ha detto a Tommaso Labate in un’intervista al settimanale “A”. Per lei, insomma, il taglio dei vitalizi sarebbe “un’istigazione al suicidio”. E “per colpa di pochi, quelli che si sono arricchiti con la politica e i soldi sottobanco, paghiamo tutti”, ha proseguito.
“Per i cittadini soffriamo ancora poco. Vogliono vederci soffrire ancora di più. Se abbassassero i nostri stipendi a 1. 000 euro al mese, la gente ci vorrebbe veder prendere 500 euro”, ha aggiunto la Mussolini.
“I membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge”, recita l’articolo 61 della Costituzione italiana e spetta agli Uffici di Presidenza delle Camere il compito di determinare l’ammontare dell’indennità mensile. Entrando nel dettaglio, i deputati hanno diritto a un’indennità lorda di 11.703 euro.
Al netto sono 5.346,54 euro mensili più una diaria di 3.503,11. Impossibile dimenticare il rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. A questi numeri che da sé fanno rabbrividire, si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. I senatori invece ricevono un’indennità mensile lorda di 11.555 euro.
Al netto la cifra è di 5.304,89 euro, più una diaria di 3.500 euro cui si aggiungono un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro e 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari fra telefoni e trasporti. Dunque a conti fatti, i senatori guadagnano ogni mese 14.634,89 euro contro i 13.971,35 euro percepiti dai deputati.
martedì 19 febbraio 2019
Paolo Savona: “Se ci attaccano, addio Bce. Ecco il piano contro il golpe finanziario
Tra le fila del governo si aspetta autunno con l’elmetto in testa, nella convinzione che prima o poi una tempesta finanziaria potrebbe scatenarsi sull’economia italiana e con l’impennata dello spread, mettere in difficoltà la prossima manovra economica. Giancarlo Giorgetti da settimane agita lo spauracchio del “bunker anti-atomico” da preparare, Matteo Salvini e Luigi Di Maio gli fanno eco, fermi sulla linea di voler insistere sull’introduzione di flat tax e quel che si potrà del reddito di cittadinanza.
Ma i conti comunque dovranno tornare. Il ministro delle Politiche europee Paolo Savona ha le idee chiarissime su cosa si dovrà mettere in pratica per fronteggiare la tempesta. Dal faccia a faccia con il governatore della Bce, Mario Draghi, è emerso chiaro che in quel caso dovrà essere Francoforte ad aprire il portafoglio acquistando titoli italiani. Ma Draghi ha anche provato a convincere Savona che quella mossa della Bce giustificherebbe un vero e proprio attentato alla stabilità dell’Eurozona.
L’alternativa secondo Savona è “esterna”, per esempio sottoforma di una garanzia russa, un’ipotesi che riporta un retroscena della Stampa il governo “sta valutando”. In caso di attacco all’economia italiana, sarebbe un fondo sovrano di Mosca a tutelarci. Savona però ammette che la mossa creerebbe “seri problemi di politica estera”, considerando che l’Italia è un paese ancora ben ancora all’Occidente e strettamente legato ai parametri dei Paesi nell’area euro.
Savona insiste che l’economia italiana non sia in disequilibrio strutturale, anche se c’è chi lo contesta numeri alla mano. L’offensiva dei mercati produrrebbe uno sbilanciamento della liquidità, facilmente rintuzzabile dalla Bce. Il premier Contee il ministro dell’Economia Giovanni Tria sperano ancora di seguire la linea più difficile, ma meno guerrigliera, dell’equilibrio di bilancio, cercando magari nuove entrate e riducendo le spese. Ma nella maggioranza del governo l’attrazione per Mosca potrebbe prendere il sopravvento.
Falsificava i grafici pur di favorire Renzi? Nominato direttore di Rete4: così si fa carriera in Italia
Nominato il primo direttore di Forza PD, Naturalmente in Mediaset. Non poteva essere diversamente, con l’avvicinamento più che evidente fra il partito di Tajani, ex Berlusconi e quello di Renzi.
Il nominato poi è un esempio di garanzia al supporto del realizzando progetto politico Piddin-Forzitaliota, perchè è Gerardo Greco, già conduttore di Agorà su RaiTre, garanzia assoluta di omologazione ai poteri forti, che passò alla storia nel 2016 per il famoso, anzi celeberrimo, “INTORTAMENTO DELLA TORTA” statistica a favore di Renzi.
Sondaggio: IL GOVERNO RENZI E’ AMICO DELLE LOBBY
44% SI 31% NO, 25% NON SA.
Però il grafico dietro il giornalista mostra il NO come prevalente. ed il SI relegato ad una fettina minima, pur essendo in realtà la maggioranza, ed anche di un bel po’. Un bel modo di fare informazione, nevvero? Data a sua assoluta ed immarcescibile fedeltà a Renzi era ovvio che fosse il candidato perfetto per guidare l’informazione in Mediaset. Avremo SICURAMENTE un’informazione obiettiva, ed indipendente, che ci mostrerà anche il numero degli Asini Volanti in atterraggio a Linate!
Matteo Renzi infierisce su Federica Mogherini, quello che non dice: "Il suo gravissimo errore"
Ha "deluso le attese". Matteo Renzi usa queste parole nel suo ultimo libro Un'altra strada. Idee per l'Italia per massacrare Federica Mogherini, l'esponente Pd che lui stesso, da premier, ha fatto eleggere in quota Italia nella Commissione Ue in una delle posizioni chiave, quella di Alto rappresentante. È talmente deluso, Renzi, da consigliare ad Angela Merkel se sarà ancora al potere dopo le europee di maggio a concentrarsi subito sulla sostituzione della invisibile Lady Pesc.
L'impatto della Mogherini sulla politica estera comunitaria, infierisce Renzi, "è stato prossimo allo zero". Un pentimento tardivo, visto che l'inconsistenza della dem era evidente fin dal suo insediamento. Ma al tempo, l'allora premier aveva preferito piazzare una pedina forse fin troppo facile da manovrare (male).
E l'errore, per arroganza politica, spiega il Corriere della Sera, fu a monte: quello di non voler piazzare in Commissione Enrico Letta, appoggiato da Merkel e Hollande ma troppo ingombrante per il rottamatore che lo aveva appena pugnalato.
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