martedì 19 febbraio 2019
Migranti: Salvini se cediamo oggi gli scafisti tornano a far soldi
Quei generosi delle onlus che sono nelle acque maltesi, si sono rifiutati di obbedire alle indicazioni della Guardia Costiera libica, chi fa i soldi sulla pelle della gente non ha un porto italiano dove venire a concludere i propri affari.
C'è una nave olandese o tedesca? Aprano il cuore, i portafogli, un albergo in Germania o Olanda. Buon cuore dobbiamo averlo nei confronti dei 5 milioni di italiani poveri a cui la Befana non ha portato nulla, se non forse una tazza di latte".
Con queste parole, nel corso di una diretta Facebook, Matteo Salvini, ministro dell'Interno del governo Conte invita i dispensatori di accoglienza e bontà in grande stile a dimostrarla anche nei confronti di 5 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà.
Noi come governo, precisa Salvini, ci mettiamo tutto l'impegno ed i soldi possibili, poi aiuteremo tutti gli altri. Il leader leghista, nel corso della diretta, ha anche citato Leoluca Orlando, sindaco di Palermo definendolo come uno dei fenomeni che si occupa di insicurezza ed a proposito del capoluogo siciliano ha mostrato le foto di una delle ville confiscate alla mafia che saranno restituite alla collettività, sperando che il sindaco non ci metta i migranti.
A proposito dei governatori delle Regioni che hanno preannunciato ricorso alla Consulta contro l'applicazione del decreto sicurezza, Salvini cosi ha replicato: "occupatevi di ospedali, treni e case della Toscana e della Calabria. Forse, visto che non siete capaci vi occupate dei problemi del mondo. Finché ci sarò io al Viminale, da persona normale, le regole si rispettano.
Non solo diritti ma anche doveri, perché i diritti senza doveri non portano a nulla di buono.
Il sindaco Sala: “La moschea si farà. I milanesi contrari si rassegnino”
Visita del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al Palasharp, in passato luogo di concerti e palazzetto dello sport del quartiere milanese di Lampugnano, oggi zona franca di degrado, frequentata da tossici e senzatetto.
L’ex palazzetto sarebbe dovuto diventare la sede di una grande moschea, ma l’amministrazione col tempo ha cambiato idea. Resta però l’intenzione di realizzare un grande luogo di culto per i musulmani di Milano, stando alle parole del primo cittadino.
“Se non si fa al Palasharp la moschea si fa altrove” “Il Palasharp con un equivoco è pensato come un luogo dove gli islamici pregano, ma non è così. C’è un tendone lì di fronte e anche quello stiamo cercando di metterlo in sicurezza. Ricordo ai milanesi: possiamo essere contrari alle moschee ma la costituzione dice che tutti i cittadini hanno diritto di pregare.
Non li vogliamo lì? Saranno da un’altra parte”, dice il sindaco (nella foto con una consigliera comunale Pd di religione islamica). Il tema, però, è quello di rimettere a posto l’area. “Siamo pieni di leoni da tastiera che criticano, ma noi siamo qua, non molliamo e certamente recupereremo questo spazio per Milano e questo quartiere che sta già mostrando segni di miglioramento”.
Matteo Renzi, il sospetto sull'arresto dei genitori: lo sfogo privato, il dubbio sulla manina grillina
Il giorno dopo l'arresto dei suoi genitori, Matteo Renzi ripete quanto abbia fiducia nel lavoro della magistratura, salvo poi ribadire in modo insistente "non grido ai complotti", come aveva accennato nel suo sfogo a caldo su Facebook poche ore dopo l'arrivo della Guardia di finanza in casa del padre Tiziano Renzi e della madre Laura Bovoli.
"Chiedo che i processi si facciano nella aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali - si lamenta Renzi -
Noi aspettiamo le sentenze, ma le sentenze si pronunciano in tribunale e non nelle piazze populiste".
A distanza di diverse ore dagli arresti, nessun avversario politico di Renzi sembra aver usato la vicenda familiare per attaccarlo.
Non basta però per tenere a freno la rabbia dell'ex premier, al punto da vedersi costretto ad annullare la conferenza stampa in programma alle 16 in Senato.
Renzi si affida alla enews e spara a zero contro un presunto piano mediatico contro di lui, proprio nel giorno in cui gli iscritti del M5s hanno votato contro l'autorizzazione a procedere sul caso Diciotti per Matteo Salvini: "Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica.
Basta leggere i quotidiano di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello".
Matteo Renzi, la lezione di Giorgia Meloni sugli arresti dei genitori: il vecchio sospetto sugli affari
La decisione della procura di Firenze di arrestare i genitori di Matteo Renzi non ha sorpreso Giorgia
Meloni, che da anni solleva dubbi sulla gestione dei familiari dell'ex premier delle proprie società.
A Tg2 post, la leader di Fratelli d'Italia ha comunque invitato alla cautela: "Su temi come questo bisogna aspettare che la magistratura faccia il suo corso.
Noi abbiamo denunciato più volte e forse anche per primi, cose che non tornavano nella gestione di alcune vicende da parte della famiglia Renzi.
Lo abbiamo fatto - ricorda la Meloni - quando Renzi era 'potente', semplicemente per amore della verità.
Dopodiché vediamo quello che dice la magistratura".
BONAFEDE CANCELLA LA LEGGE BAVAGLIO SULLE INTERCETTAZIONI CREATA DAL PD PER LO SCANDALO CONSIP DA 2,7 MILIARDI
Un dossier che potrebbe mandare in galera Matteo Renzi. Ipotesi estrema, ma non campata in aria perché la querela di decine di pagine presentata da Luigi Di Maio alla Procura di Napoli sui presunti appalti facili finiti all'imprenditore Massimo Pessina dopo l'acquisto del quotidiano del Pd L'Unità, sottolineava il Giornale, si basa su accuse pesantissime che chiamano in causa direttamente l'ex premier e segretario democratico.
Il premier del Movimento 5 Stelle individua reati come istigazione alla corruzione, corruzione internazionale, induzione indebita, turbativa della libertà degli incanti e traffico di influenze illecite. Il conto se accolte? Una decina di anni di carcere. La "segnalazione" di Di Maio rientra nell'inchiesta napoletana (e romana) sull'imprenditore Alfredo Romeo e Consip (con Tiziano Renzi, padre di Matteo, formalmente indagato insieme all'attuale ministro dello Sport ed ex sottosegretario Luca Lotti), ed è stata girata anche all'Anac del commissario Cantone.
BELPIETRO: "GENTILONI HA FAVORITO I TRUFFATORI.PERCHÉ NESSUNO NE PARLA?"
Dove sono finiti i soldi dell'Unicef ? Belpietro ECCEZZIONALE!
“Provate a immaginarvi se un governo di centrodestra, a pochi giorni dalla sua uscita di scena, avesse deciso di depenalizzare, o quantomeno trovare una formula nuova per un reato come l’appropriazione indebita. Secondo voi cosa sarebbe successo?”
Così Maurizio Belpietro in un video editoriale sulla pagina Facebook de La Verità. “Ve lo spiego subito io” continua il giornalista “avremmo visto Roberto Saviano lanciare un appello per una manifestazione per protestare contro questo provvedimento; avremmo visto Gad Lerner spiegare che insomma non si rubano i Rolex, che i Rolex bisogna pagarli; avremmo visto Vauro fare delle vignette per raccontare che a Palazzo Chigi c’è qualcuno che somiglia molto alla Banda Bassotti.
Insomma avremmo visto tutta una serie di episodi come questi”: “E in realtà invece” aggiunge Belpietro “è successo che il governo Gentiloni abbia approvato un provvedimento che di fatto rende perseguibile soltanto la querela di parte all’appropriazione indebita, quindi frappone un ostacolo sostanzialmente all’azione del pm, però nessuno si è domandato come mai, nessuno sembra interessato ad approfondire questa faccenda”. E ancora: “Non soltanto nessuno è interessato a conoscere perché il governo Gentiloni il 10 di aprile, cioè poco prima di uscire di scena, quando già il Partito Democratico aveva perso le elezioni, abbia deciso di fare questo provvedimento”.
“Ma ancora più interessante e poco indagato dalla grande stampa” prosegue Belpietro “cioè: dove siano finiti i soldi di una fondazione che doveva raccogliere quattrini per i bambini africani e invece, a quanto pare, ha destinato quei soldi a comprare delle ville in Portogallo. E dietro questa vicenda c’è indagato il cognato di Matteo Renzi: ma ovviamente nessuno vuole sapere altro”. BRAVO DEL PIETRO !
Ultima Ora: Arrestati i genitori di Matteo Renzi. Cosa ne pensate?
Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, padre e madre dell’ex premier Pd, sono agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.
La notizia è stata confermata dall’agenzia Ansa, dopo l’anticipazione del Corriere della Sera. La misura cautelare è stata applicata nell’ambito dell’inchiesta per il fallimento di tre cooperative. Si tratta di aziende collegate alla società di famiglia “Eventi 6“. Arrestato anche il vicepresidente di una delle cooperative Gian Franco Massone.
L’ordinanza è stata emessa dal gip di Firenze ed eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo toscano. Secondo il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo c’era rischio di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Sempre stando a quanto riportato dal Corriere, sono indagate anche altre 5 persone. Tra queste c’è Roberto Bargilli, che divenne famoso nel 2012 per aver guidato il camper di Renzi durante le primarie 2012.
Secondo quanto emerso dall’indagine, condotta dal procuratore Creazzo, dall’aggiunto Luca Turco e dal pubblico ministero Christine Von Borries, i genitori dell’ex premier avrebbero provocato “dolosamente” il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse ricavando così in maniera illecita svariati milioni di euro.
Sono appunto aziende collegate alla “Eventi 6”, la società della famiglia Renzi. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistentiall’interno di una delle società e, dall’altro, un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.
A occuparsi per prima del caso era stata la Verità, che da novembre 2017 aveva parlato dell’inchiesta partita da Cuneo sulla chiusura della Delivery Service Italia, avvenuta nel 2015. L’ipotesi degli inquirenti era che fosse stata la Eventi 6 in realtà a gestire la cooperativa e per questo chiesero conto al padre dell’ex premier di una fattura da 130mila euro pagata a Tiziano Renzi da una società riconducibile a Luigi Dagostino, imprenditore a lui vicino.
A ottobre 2018 invece, la procura di Cuneo aveva chiesto il rinvio a giudizio per Laura Bovoli: sotto accusa in questo caso i rapporti tra la Eventi 6 e la Direkta di Mirko Provenzano che prima di fallire nel 2014 avrebbe operato come subappaltante di Rignano restituendo una percentuale al committente. Poco dopo la notizia degli arresti domiciliari per i genitori, Matteo Renzi ha annullato l’impegno pubblico per la presentazione del suo nuovo libro a Nichelino (Torino).
In un post su Facebook ha parlato di un provvedimento “assurdo e sproporzionato”. “Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona”, ha aggiunto l’ex premier. “Sono cose che in un paese civile non accadrebbero”, lo ha difeso Silvio Berlusconi a Quarta Repubblica su Rete 4. “Credo che” Renzi “umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto”, ha aggiunto il leader di Forza Italia.
“Niente da festeggiare”, commenta il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Così come il sottosegretario M5s agli Affari Regionali Stefano Buffagni: “I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso”. Sulla stessa linea anche un altro sottosegretario Cinquestelle, Carlo Sibilia: “Chi pensa che il M5s faccia festa per gli arresti dei genitori di un ex presidente del Consiglio si sbaglia di grosso.
E’ sempre triste dover commentare presunte illegalità. Il primo pensiero è sempre per le forze dell’ordine che fanno un gran lavoro per portare a termine indagini così complicate”, ha scritto su Facebook. Bisogna “aspettare che la magistratura faccia il suo corso, noi abbiamo denunciatopiù volte che c’era qualcosa che non tornava, già quando Renzi era potente”, ha detto Giorgia Meloniospite di Tg2 Post. “Solidarietà” e “vicinanza” all’ex premier arrivano da Andrea Marcucci, capogruppo del Partito democratico in Senato: “La giustizia farà il suo corso”, scrive su twitter.
lunedì 18 febbraio 2019
Sondaggio del Parlamento europeo: boom della Lega e dei sovranisti, crollano popolari e socialisti
Boom della Lega e dei sovranisti, crollano Ppe, Socialisti ed Ecr, ma anche Verdi. E' quanto emerge dal sondaggio diffuso oggi lunedì 18 febbraio dal Parlamento Europeo, con le proiezioni dei seggi, in vista delle prossime elezioni europee, realizzato da Kantar Public sulla base delle intenzioni di voto rilevate all'inizio di febbraio.
Si prevede quindi un'Aula in cui i Socialisti e i Popolari non avranno più la maggioranza. Ma già un'alleanza tra Socialisti, Popolari e Liberali avrebbe una maggioranza confortevole, che diverrebbe inattaccabile se imbarcasse anche i Verdi.
Il gruppo che guadagna più seggi, comunque è quello dell'Enf, in cui siede la Lega, il partito che in Europa, secondo queste proiezioni, dovrebbe fare il salto maggiore.
In particolare, il Ppe passerebbe da 217 seggi a 183, scendendo da 28 a 23 delegazioni nazionali; l'Italia passa da 13 a 8 seggi nel gruppo Ppe. Il gruppo dei Socialisti e Democratici, S&D, passa da 186 a 135, perdendo 51 seggi (con 26 delegazioni nazionali, ne perde due); l'Italia qui è più che dimezzata, passando da 31 a 15 seggi e cedendo lo scettro di delegazione più numerosa ai Socialisti. Prima la Lega al 32,4%, con 27 seggi. Secondo il Movimento Cinque Stelle al 25,7%, con 22 seggi. Terzo il Partito Democratico al 17,3%, con 15 seggi, poi Forza Italia all’8,7%, con 7 seggi e Fratelli d'Italia al 4,4%, con 4 seggi. Sotto la soglia di sbarramento, e quindi con zero seggi, sono Più Europa (3,3%), Potere al Popolo (2,2%), Articolo 1-Mdp (1,9%) e altri partiti (4,1%).
Francia, bloccati al confine i treni per Lourdes con i malati: l’allucinante infamata del governo Macron
En marche. Con le sedie a rotelle. E le stampelle in spalla. Il presidente Emmanuel Macron mostra finalmente il volto nuovo dell’ Europa solidale: infatti ha fermato i treni degli invalidi diretti a Lourdes. Sui binari francesi possono passare i convogli ad alta velocità, non quelli dell’ Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali). Ma si capisce: che vogliono questi malati?
La prossima volta imparino la lezione: anziché presentarsi con quelle bende bianche che non sono per nulla chic, si mettano un bel completo grigio di Yves Saint Laurent. Invece dell’ acqua benedetta si facciano portare champagne. E quando alla frontiera qualcuno chiederà «dove state andando?», dimentichino la grotta della Vergine e rispondano a una voce: «A chiedere il miracolo a Bruxelles». Vedrete che Macron sarà molto più conciliante.
Del resto lui è fatto così: moderno, elegante, alla moda, un figo che piace alla gente che piace, insomma, il simbolo europeo del bene: può forse mescolarsi con chi sta male? Le flebo, si sa, non s’ intonano con le copertine di Vanity fair, i cerotti stridono con il bacio a Brigitte. E dunque basta con questi pellegrini che, pensate un po’, aspirano a inginocchiarsi davanti alla Madonna. Anziché inginocchiarsi davanti ad Angela Merkel, come europeismo oblige. Voi pensate che stiamo esagerando? Macché. È stata proprio l’ Unitalsi a denunciare il blocco dell’ invalido alla frontiera di Mentone, la dura reazione di Parigi di fronte al pericoloso assalto delle Brigate Pannolone. Il tradizionale pellegrinaggio da Verona (quasi mille persone) doveva partire il giorno di Pasquetta.
Ma, sapendo che ci sarebbero stati degli scioperi, gli organizzatori hanno anticipato tutto alla sera di Pasqua. «Così eviteremo l’ intoppo», hanno pensato. Illusi. Lo spostamento organizzativo è stato inutile. Le Ferrovie francesi non hanno avuto pietà. Per salvaguardare la clientela più pregiata, hanno deciso di limitare comunque le corse sui binari francesi: avanti i treni ad alta velocità, fermi gli altri. Compresi i malati diretti a Lourdes. Che per poter giungere a destinazione sono stati obbligati a trasbordare su pullman, tre dei quali attrezzati per malati gravi.
Un disagio, simile a una deportazione, che avrebbe irritato anche i partecipanti a una gita scolastica. «Ce l’ abbiamo fatta», ha invece commentato con soddisfazione Raffaello Ferrari, presidente di Unitalsi Verona, «malgrado le molte difficoltà. C’ è stata un po’ di preoccupazione, ma poi tutto si è risolto». Nella splendida visione della nuova Europa di Macron, evidentemente, non c’ è spazio per gli invalidi e tanto meno per le loro preghiere.
Non è la prima volta, infatti, che si verificano disagi di questo genere. Al punto che i dirigenti dell’ Unitalsi ora stanno pensando di abbandonare per sempre il tradizionale mezzo di trasporto su rotaia: troppi ostacoli, troppe discriminazioni. Una volta si andava a Lourdes sperando nel miracolo, adesso bisogna sperare nel miracolo per arrivarci. Non è esagerato? E così il presidente Macron potrebbe aggiungere al suo curriculum costruito in laboratorio un altro titolo di merito: da oltre 100 anni i treni Unitalsi solcano la Francia. Nessun altro è mai andato così vicino a eliminarli.
En marche, ma non troppo. Un altro motivo per continuare a ammirare questo bell’ esemplare di europeista à la page, non vi pare? Dopo aver chiuso le frontiere di Ventimiglia, trattando l’ Italia come un’ appendice dell’ Africa, considerandola in pratica la succursale della Libia; dopo aver cercato di fregarci un pezzo di territorio nazionale con il gioco delle tre cartine; dopo averci dichiarato guerra sui cantieri navali e, da ultimo, dopo avere invaso bellamente i nostri confini senza chiedere permesso né scusa, adesso scatena l’ offensiva finale contro i malati diretti a Lourdes.
Ci resta soltanto che vieti agli studenti italiani di salire sulla tour Eiffel a meno che non accettino di scendere con il paracadute e che se la pigli con la Gioconda prendendola a scudisciate sulla pubblica piazza («così impara a sorridere meglio di me») e poi lo potremo definitivamente proclamare santo protettore della nuova Europa unita e solidale. Dalla grotta di Lourdes al grottesco di Macron, il miracolo è servito. E pazienza se i malati Unitalsi non ci potranno più sperare nella guarigione. Del resto loro, per quanto sofferenti, in tutta questa storia sembrano essere i più sani.
BENETTON, E’ CONFERMATO! FUORI DALLE BALLE- Conte lo ha dichiarato esplicitamente: iniziato l’iter per la revoca delle concessioni miliardarie ai mafiosi delle autostrade
Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova il governo revoca la concessione ad Autostrade per l’Italia.
A confermalo è il premier Giuseppe Conte, al termine dell’incontro con il governatore della Liguria Giovanni Toti. Dura l’accusa alla famiglia Benetton: “A loro spettava l’onere di garantire la sicurezza per gli utenti di quella tratta”, ha motivato la decisione il premier, spiegando anche che in futuro il governo intende applicare regole più stringenti nella concessione della gestione dei tratti autostradali, obbligando i concessionari privati a reinvestire una parte significativa dei proventi dai pedaggi nella sicurezza e nella manutenzione.
Tutto lascia supporre, poi, che il governo intenda revocare l’intera concessione ad Autostrade per l’Italia, e non solo quella della tratta autostradale in Liguria. Il Gruppo Atlantia Spa (che nel frattempo è crollato in Borsa, con i bond a scadenza luglio 2027 in calo del 4,01% a 92,8), gestisce tra le altre tratte autostradali la A1 Milano-Napoli, la A4 Milano-Brescia, la A14 Bologna-Taranto. Un colosso nazionale.
Conte ha inoltre definito la nomina di un commissario governativo ad hoc, come chiesto da Toti, e lo stanziamento di 5 milioni “per l’emergenza immediata. Sgombero case, evacuazione, rimozione delle macerie. Poi arriveranno altre risorse”. Istituiti 12 mesi di stato d’emergenza e, a livello simbolico, “una giornata di lutto nazionale, che faremo coincidere con la data della cerimonia funebre delle vittime”. Il bilancio aggiornato è di 39 morti.
HA L’ELICOTTERO PRONTO PER SCAPPARE! MACRON CHE CONIGLIO: da quando sono comparsi i giubbotti gialli sul tetto dell’Eliseo è pronto in qualunque momento per salvargli la pelle
Le rotatorie della Francia profonda sono diventate le loro nuove agorà, luoghi di dibattito e condivisione di idee, dove preparare le manifestazioni.
Ma i gilet gialli, il movimento sociale nato sui social network contro il caro-benzina, ha ambizioni più alte: dopo le strade e i palcoscenici televisivi, puntano a conquistare il Parlamento europeo, secondo quanto raccontato ieri dal settimanale Marianne. È Christophe Chalençon, uno dei volti mediatici di primo piano dei gilet gialli, ad aver lanciato l’ idea di una lista per le elezioni europee del maggio 2019.
L’obiettivo? «Portare la voce della ruralità e della provincia» di fronte a una Bruxelles «disumana, che si interessa esclusivamente alla finanza a discapito dei popoli». Professione fabbro, Chalençon, originario del Vaucluse, ha votato Macron al primo e al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017, ma si è pentito, e ora dice di voler cambiare la macchina europea dall’ interno, «perché è l’ unico modo per farci sentire» dall’ inquilino dell’ Eliseo.
Galvanizzato da un sondaggio pubblicato dal Journal du dimanche, che dà un’ eventuale lista dei gilet gialli al 12%, Chalençon si è già attivato per mettere in piedi il progetto, trovando un sostegno di peso: Bernard Tapie, ex presidente dell’ Olympique Marsiglia ed ex ministro delle Città sotto la presidenza Mitterrand. L’ uomo d’ affari, contattato da Marianne, ha detto di essere «profondamente toccato» dalla rabbia dei gilet gialli e di essere pronto «ad offrire uno spazio per organizzarsi ed esprimersi attraverso La Provence (quotidiano di cui è editore, ndr), per permettere loro di proporre un’ offerta politica alternativa».
«Questo movimento deve strutturarsi. Altrimenti rischia di spegnersi, o di essere strumentalizzato da un partito politico», ha aggiunto. Anche Alexandre Jardin, scrittore e fondatore del movimento civico Bleu Blanc Zèbre, ha affermato di voler sostenere questa «rivolta territoriale contro il sistema centralizzato». Intanto, l’ esecutivo, attraverso il suo portavoce, Benjamin Griveaux, ha chiesto ai gilet gialli di essere «ragionevoli» alla luce di quanto accaduto a Strasburgo, e di non scendere in piazza sabato prossimo.
Ma Priscillia Ludosky, una delle leader del movimento, ha confermato che il “V Atto” della mobilitazione si terrà. Chissà, allora, se il capo dello Stato si barricherà ancora dentro la sua fortezza. Il Canard enchaîné ha rivelato che sabato scorso il palazzo presidenziale era stato trasformato in un vero e proprio bunker, con un elicottero pronto a mettere in salvo Macron in caso di “presa dell’ Eliseo”.
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