martedì 19 febbraio 2019

BONAFEDE CANCELLA LA LEGGE BAVAGLIO SULLE INTERCETTAZIONI CREATA DAL PD PER LO SCANDALO CONSIP DA 2,7 MILIARDI


Un dossier che potrebbe mandare in galera Matteo Renzi. Ipotesi estrema, ma non campata in aria perché la querela di decine di pagine presentata da Luigi Di Maio alla Procura di Napoli sui presunti appalti facili finiti all'imprenditore Massimo Pessina dopo l'acquisto del quotidiano del Pd L'Unità, sottolineava il Giornale, si basa su accuse pesantissime che chiamano in causa direttamente l'ex premier e segretario democratico.

Il premier del Movimento 5 Stelle individua reati come istigazione alla corruzione, corruzione internazionale, induzione indebita, turbativa della libertà degli incanti e traffico di influenze illecite. Il conto se accolte? Una decina di anni di carcere. La "segnalazione" di Di Maio rientra nell'inchiesta napoletana (e romana) sull'imprenditore Alfredo Romeo e Consip (con Tiziano Renzi, padre di Matteo, formalmente indagato insieme all'attuale ministro dello Sport ed ex sottosegretario Luca Lotti), ed è stata girata anche all'Anac del commissario Cantone.

BELPIETRO: "GENTILONI HA FAVORITO I TRUFFATORI.PERCHÉ NESSUNO NE PARLA?"


Dove sono finiti i soldi dell'Unicef ? Belpietro ECCEZZIONALE!

“Provate a immaginarvi se un governo di centrodestra, a pochi giorni dalla sua uscita di scena, avesse deciso di depenalizzare, o quantomeno trovare una formula nuova per un reato come l’appropriazione indebita. Secondo voi cosa sarebbe successo?”

Così Maurizio Belpietro in un video editoriale sulla pagina Facebook de La Verità. “Ve lo spiego subito io” continua il giornalista “avremmo visto Roberto Saviano lanciare un appello per una manifestazione per protestare contro questo provvedimento; avremmo visto Gad Lerner spiegare che insomma non si rubano i Rolex, che i Rolex bisogna pagarli; avremmo visto Vauro fare delle vignette per raccontare che a Palazzo Chigi c’è qualcuno che somiglia molto alla Banda Bassotti.

Insomma avremmo visto tutta una serie di episodi come questi”: “E in realtà invece” aggiunge Belpietro “è successo che il governo Gentiloni abbia approvato un provvedimento che di fatto rende perseguibile soltanto la querela di parte all’appropriazione indebita, quindi frappone un ostacolo sostanzialmente all’azione del pm, però nessuno si è domandato come mai, nessuno sembra interessato ad approfondire questa faccenda”. E ancora: “Non soltanto nessuno è interessato a conoscere perché il governo Gentiloni il 10 di aprile, cioè poco prima di uscire di scena, quando già il Partito Democratico aveva perso le elezioni, abbia deciso di fare questo provvedimento”.

“Ma ancora più interessante e poco indagato dalla grande stampa” prosegue Belpietro “cioè: dove siano finiti i soldi di una fondazione che doveva raccogliere quattrini per i bambini africani e invece, a quanto pare, ha destinato quei soldi a comprare delle ville in Portogallo. E dietro questa vicenda c’è indagato il cognato di Matteo Renzi: ma ovviamente nessuno vuole sapere altro”. BRAVO DEL PIETRO !

Ultima Ora: Arrestati i genitori di Matteo Renzi. Cosa ne pensate?


Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, padre e madre dell’ex premier Pd, sono agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.

La notizia è stata confermata dall’agenzia Ansa, dopo l’anticipazione del Corriere della Sera. La misura cautelare è stata applicata nell’ambito dell’inchiesta per il fallimento di tre cooperative. Si tratta di aziende collegate alla società di famiglia “Eventi 6“. Arrestato anche il vicepresidente di una delle cooperative Gian Franco Massone.

L’ordinanza è stata emessa dal gip di Firenze ed eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo toscano. Secondo il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo c’era rischio di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Sempre stando a quanto riportato dal Corriere, sono indagate anche altre 5 persone. Tra queste c’è Roberto Bargilli, che divenne famoso nel 2012 per aver guidato il camper di Renzi durante le primarie 2012.

Secondo quanto emerso dall’indagine, condotta dal procuratore Creazzo, dall’aggiunto Luca Turco e dal pubblico ministero Christine Von Borries, i genitori dell’ex premier avrebbero provocato “dolosamente” il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse ricavando così in maniera illecita svariati milioni di euro.

Sono appunto aziende collegate alla “Eventi 6”, la società della famiglia Renzi. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistentiall’interno di una delle società e, dall’altro, un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.

A occuparsi per prima del caso era stata la Verità, che da novembre 2017 aveva parlato dell’inchiesta partita da Cuneo sulla chiusura della Delivery Service Italia, avvenuta nel 2015. L’ipotesi degli inquirenti era che fosse stata la Eventi 6 in realtà a gestire la cooperativa e per questo chiesero conto al padre dell’ex premier di una fattura da 130mila euro pagata a Tiziano Renzi da una società riconducibile a Luigi Dagostino, imprenditore a lui vicino.

A ottobre 2018 invece, la procura di Cuneo aveva chiesto il rinvio a giudizio per Laura Bovoli: sotto accusa in questo caso i rapporti tra la Eventi 6 e la Direkta di Mirko Provenzano che prima di fallire nel 2014 avrebbe operato come subappaltante di Rignano restituendo una percentuale al committente. Poco dopo la notizia degli arresti domiciliari per i genitori, Matteo Renzi ha annullato l’impegno pubblico per la presentazione del suo nuovo libro a Nichelino (Torino).

In un post su Facebook ha parlato di un provvedimento “assurdo e sproporzionato”. “Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona”, ha aggiunto l’ex premier. “Sono cose che in un paese civile non accadrebbero”, lo ha difeso Silvio Berlusconi a Quarta Repubblica su Rete 4. “Credo che” Renzi “umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto”, ha aggiunto il leader di Forza Italia.

“Niente da festeggiare”, commenta il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Così come il sottosegretario M5s agli Affari Regionali Stefano Buffagni: “I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso”. Sulla stessa linea anche un altro sottosegretario Cinquestelle, Carlo Sibilia: “Chi pensa che il M5s faccia festa per gli arresti dei genitori di un ex presidente del Consiglio si sbaglia di grosso.

E’ sempre triste dover commentare presunte illegalità. Il primo pensiero è sempre per le forze dell’ordine che fanno un gran lavoro per portare a termine indagini così complicate”, ha scritto su Facebook. Bisogna “aspettare che la magistratura faccia il suo corso, noi abbiamo denunciatopiù volte che c’era qualcosa che non tornava, già quando Renzi era potente”, ha detto Giorgia Meloniospite di Tg2 Post. “Solidarietà” e “vicinanza” all’ex premier arrivano da Andrea Marcucci, capogruppo del Partito democratico in Senato: “La giustizia farà il suo corso”, scrive su twitter.

lunedì 18 febbraio 2019

Sondaggio del Parlamento europeo: boom della Lega e dei sovranisti, crollano popolari e socialisti


Boom della Lega e dei sovranisti, crollano Ppe, Socialisti ed Ecr, ma anche Verdi. E' quanto emerge dal sondaggio diffuso oggi lunedì 18 febbraio dal Parlamento Europeo, con le proiezioni dei seggi, in vista delle prossime elezioni europee, realizzato da Kantar Public sulla base delle intenzioni di voto rilevate all'inizio di febbraio.

 Si prevede quindi un'Aula in cui i Socialisti e i Popolari non avranno più la maggioranza. Ma già un'alleanza tra Socialisti, Popolari e Liberali avrebbe una maggioranza confortevole, che diverrebbe inattaccabile se imbarcasse anche i Verdi.

Il gruppo che guadagna più seggi, comunque è quello dell'Enf, in cui siede la Lega, il partito che in Europa, secondo queste proiezioni, dovrebbe fare il salto maggiore.

 In particolare, il Ppe passerebbe da 217 seggi a 183, scendendo da 28 a 23 delegazioni nazionali; l'Italia passa da 13 a 8 seggi nel gruppo Ppe. Il gruppo dei Socialisti e Democratici, S&D, passa da 186 a 135, perdendo 51 seggi (con 26 delegazioni nazionali, ne perde due); l'Italia qui è più che dimezzata, passando da 31 a 15 seggi e cedendo lo scettro di delegazione più numerosa ai Socialisti. Prima la Lega al 32,4%, con 27 seggi. Secondo il Movimento Cinque Stelle al 25,7%, con 22 seggi. Terzo il Partito Democratico al 17,3%, con 15 seggi, poi Forza Italia all’8,7%, con 7 seggi e Fratelli d'Italia al 4,4%, con 4 seggi. Sotto la soglia di sbarramento, e quindi con zero seggi, sono Più Europa (3,3%), Potere al Popolo (2,2%), Articolo 1-Mdp (1,9%) e altri partiti (4,1%).

Francia, bloccati al confine i treni per Lourdes con i malati: l’allucinante infamata del governo Macron


En marche. Con le sedie a rotelle. E le stampelle in spalla. Il presidente Emmanuel Macron mostra finalmente il volto nuovo dell’ Europa solidale: infatti ha fermato i treni degli invalidi diretti a Lourdes. Sui binari francesi possono passare i convogli ad alta velocità, non quelli dell’ Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali). Ma si capisce: che vogliono questi malati?

La prossima volta imparino la lezione: anziché presentarsi con quelle bende bianche che non sono per nulla chic, si mettano un bel completo grigio di Yves Saint Laurent. Invece dell’ acqua benedetta si facciano portare champagne. E quando alla frontiera qualcuno chiederà «dove state andando?», dimentichino la grotta della Vergine e rispondano a una voce: «A chiedere il miracolo a Bruxelles». Vedrete che Macron sarà molto più conciliante.

Del resto lui è fatto così: moderno, elegante, alla moda, un figo che piace alla gente che piace, insomma, il simbolo europeo del bene: può forse mescolarsi con chi sta male? Le flebo, si sa, non s’ intonano con le copertine di Vanity fair, i cerotti stridono con il bacio a Brigitte. E dunque basta con questi pellegrini che, pensate un po’, aspirano a inginocchiarsi davanti alla Madonna. Anziché inginocchiarsi davanti ad Angela Merkel, come europeismo oblige. Voi pensate che stiamo esagerando? Macché. È stata proprio l’ Unitalsi a denunciare il blocco dell’ invalido alla frontiera di Mentone, la dura reazione di Parigi di fronte al pericoloso assalto delle Brigate Pannolone. Il tradizionale pellegrinaggio da Verona (quasi mille persone) doveva partire il giorno di Pasquetta.

Ma, sapendo che ci sarebbero stati degli scioperi, gli organizzatori hanno anticipato tutto alla sera di Pasqua. «Così eviteremo l’ intoppo», hanno pensato. Illusi. Lo spostamento organizzativo è stato inutile. Le Ferrovie francesi non hanno avuto pietà. Per salvaguardare la clientela più pregiata, hanno deciso di limitare comunque le corse sui binari francesi: avanti i treni ad alta velocità, fermi gli altri. Compresi i malati diretti a Lourdes. Che per poter giungere a destinazione sono stati obbligati a trasbordare su pullman, tre dei quali attrezzati per malati gravi.

Un disagio, simile a una deportazione, che avrebbe irritato anche i partecipanti a una gita scolastica. «Ce l’ abbiamo fatta», ha invece commentato con soddisfazione Raffaello Ferrari, presidente di Unitalsi Verona, «malgrado le molte difficoltà. C’ è stata un po’ di preoccupazione, ma poi tutto si è risolto». Nella splendida visione della nuova Europa di Macron, evidentemente, non c’ è spazio per gli invalidi e tanto meno per le loro preghiere.

Non è la prima volta, infatti, che si verificano disagi di questo genere. Al punto che i dirigenti dell’ Unitalsi ora stanno pensando di abbandonare per sempre il tradizionale mezzo di trasporto su rotaia: troppi ostacoli, troppe discriminazioni. Una volta si andava a Lourdes sperando nel miracolo, adesso bisogna sperare nel miracolo per arrivarci. Non è esagerato? E così il presidente Macron potrebbe aggiungere al suo curriculum costruito in laboratorio un altro titolo di merito: da oltre 100 anni i treni Unitalsi solcano la Francia. Nessun altro è mai andato così vicino a eliminarli.

En marche, ma non troppo. Un altro motivo per continuare a ammirare questo bell’ esemplare di europeista à la page, non vi pare? Dopo aver chiuso le frontiere di Ventimiglia, trattando l’ Italia come un’ appendice dell’ Africa, considerandola in pratica la succursale della Libia; dopo aver cercato di fregarci un pezzo di territorio nazionale con il gioco delle tre cartine; dopo averci dichiarato guerra sui cantieri navali e, da ultimo, dopo avere invaso bellamente i nostri confini senza chiedere permesso né scusa, adesso scatena l’ offensiva finale contro i malati diretti a Lourdes.

Ci resta soltanto che vieti agli studenti italiani di salire sulla tour Eiffel a meno che non accettino di scendere con il paracadute e che se la pigli con la Gioconda prendendola a scudisciate sulla pubblica piazza («così impara a sorridere meglio di me») e poi lo potremo definitivamente proclamare santo protettore della nuova Europa unita e solidale. Dalla grotta di Lourdes al grottesco di Macron, il miracolo è servito. E pazienza se i malati Unitalsi non ci potranno più sperare nella guarigione. Del resto loro, per quanto sofferenti, in tutta questa storia sembrano essere i più sani.

BENETTON, E’ CONFERMATO! FUORI DALLE BALLE- Conte lo ha dichiarato esplicitamente: iniziato l’iter per la revoca delle concessioni miliardarie ai mafiosi delle autostrade


Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova il governo revoca la concessione ad Autostrade per l’Italia.

A confermalo è il premier Giuseppe Conte, al termine dell’incontro con il governatore della Liguria Giovanni Toti. Dura l’accusa alla famiglia Benetton: “A loro spettava l’onere di garantire la sicurezza per gli utenti di quella tratta”, ha motivato la decisione il premier, spiegando anche che in futuro il governo intende applicare regole più stringenti nella concessione della gestione dei tratti autostradali, obbligando i concessionari privati a reinvestire una parte significativa dei proventi dai pedaggi nella sicurezza e nella manutenzione.

Tutto lascia supporre, poi, che il governo intenda revocare l’intera concessione ad Autostrade per l’Italia, e non solo quella della tratta autostradale in Liguria. Il Gruppo Atlantia Spa (che nel frattempo è crollato in Borsa, con i bond a scadenza luglio 2027 in calo del 4,01% a 92,8), gestisce tra le altre tratte autostradali la A1 Milano-Napoli, la A4 Milano-Brescia, la A14 Bologna-Taranto. Un colosso nazionale.

Conte ha inoltre definito la nomina di un commissario governativo ad hoc, come chiesto da Toti, e lo stanziamento di 5 milioni “per l’emergenza immediata. Sgombero case, evacuazione, rimozione delle macerie. Poi arriveranno altre risorse”. Istituiti 12 mesi di stato d’emergenza e, a livello simbolico, “una giornata di lutto nazionale, che faremo coincidere con la data della cerimonia funebre delle vittime”. Il bilancio aggiornato è di 39 morti.

HA L’ELICOTTERO PRONTO PER SCAPPARE! MACRON CHE CONIGLIO: da quando sono comparsi i giubbotti gialli sul tetto dell’Eliseo è pronto in qualunque momento per salvargli la pelle


Le rotatorie della Francia profonda sono diventate le loro nuove agorà, luoghi di dibattito e condivisione di idee, dove preparare le manifestazioni.

Ma i gilet gialli, il movimento sociale nato sui social network contro il caro-benzina, ha ambizioni più alte: dopo le strade e i palcoscenici televisivi, puntano a conquistare il Parlamento europeo, secondo quanto raccontato ieri dal settimanale Marianne. È Christophe Chalençon, uno dei volti mediatici di primo piano dei gilet gialli, ad aver lanciato l’ idea di una lista per le elezioni europee del maggio 2019.

L’obiettivo? «Portare la voce della ruralità e della provincia» di fronte a una Bruxelles «disumana, che si interessa esclusivamente alla finanza a discapito dei popoli». Professione fabbro, Chalençon, originario del Vaucluse, ha votato Macron al primo e al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017, ma si è pentito, e ora dice di voler cambiare la macchina europea dall’ interno, «perché è l’ unico modo per farci sentire» dall’ inquilino dell’ Eliseo.

Galvanizzato da un sondaggio pubblicato dal Journal du dimanche, che dà un’ eventuale lista dei gilet gialli al 12%, Chalençon si è già attivato per mettere in piedi il progetto, trovando un sostegno di peso: Bernard Tapie, ex presidente dell’ Olympique Marsiglia ed ex ministro delle Città sotto la presidenza Mitterrand. L’ uomo d’ affari, contattato da Marianne, ha detto di essere «profondamente toccato» dalla rabbia dei gilet gialli e di essere pronto «ad offrire uno spazio per organizzarsi ed esprimersi attraverso La Provence (quotidiano di cui è editore, ndr), per permettere loro di proporre un’ offerta politica alternativa».

«Questo movimento deve strutturarsi. Altrimenti rischia di spegnersi, o di essere strumentalizzato da un partito politico», ha aggiunto. Anche Alexandre Jardin, scrittore e fondatore del movimento civico Bleu Blanc Zèbre, ha affermato di voler sostenere questa «rivolta territoriale contro il sistema centralizzato». Intanto, l’ esecutivo, attraverso il suo portavoce, Benjamin Griveaux, ha chiesto ai gilet gialli di essere «ragionevoli» alla luce di quanto accaduto a Strasburgo, e di non scendere in piazza sabato prossimo.

Ma Priscillia Ludosky, una delle leader del movimento, ha confermato che il “V Atto” della mobilitazione si terrà. Chissà, allora, se il capo dello Stato si barricherà ancora dentro la sua fortezza. Il Canard enchaîné ha rivelato che sabato scorso il palazzo presidenziale era stato trasformato in un vero e proprio bunker, con un elicottero pronto a mettere in salvo Macron in caso di “presa dell’ Eliseo”.

Ecco la prova! Paragone inchioda il giornalista del Corriere: è a libro paga di George Soros! Adesso capite perchè spara contro il governo?


Per tutto il week end ci siamo sorbiti le inchiestone del vicedirettore del Corriere della sera, Federico Fubini, che ha accusato il ministro Savona di non essersi dimesso dal fondo inglese Euklid.

Notizia falsa, visto che il ministro ha poi dimostrato di aver lasciato il fondo ben prima della formazione del Governo gialloverde.

Una sonora smentita che ha costretto Fubini anche a cancellare precipitosamente un post su Twitter, consumando una brutta figura: sarebbe bastato ammettere che Savona era nel giusto, ma tant’è. Ora, anche noi vorremmo toglierci alcuni dubbi e ci piacerebbe sapere da Fubini – sempre cosi pungente nei suoi scritti – se gli avanza un po’ di inchiostro per spiegare ai lettori del Corriere e a chi lo guarda in tv quali rapporti intrattiene con la Open Society Foundations del finanziere speculatore Soros, uno che in passato ha fatto soldi a palate scommettendo sul crollo di monete come la lira o la sterlina.

Dalla scheda pubblicata sul sito dell’organizzazione, infatti, non solo si apprende che Fubini fa parte del board europeo di Open Society, ma addirittura “porta i suoi legami con le istituzioni politiche italiane”. Allora domandiamo: cosa significa di preciso questa missione?

Perché un giornalista che si vanta della sua imparzialità mette in relazione Open Society con la politica italiana? Non trova in questo suo ruolo un velo malizioso di… lobbismo?

Ps. A chi volesse commentare impongo subito una regola: zero offese di qualsivoglia contenuto. Io mi attengo ai fatti.

MACRON SFORA IL 3%, MA IN EUROPA I CATTIVI SONO SALVINI E DI MAIO: perchè nessuno adesso rompe le balle al burattino amante delle vecchiette?


E adesso l’Europa che fa? Già, perché Emmanuel Macron nel suo discorso alla Francia di lunedì sera ha annunciato un pacchetto di misure, tra cui l’aumento degli stipendi minimi, che porteranno il Paese a sforare il tetto del 3 per cento.

Proprio come sta cercando di fare l’Italia. Come sottolinea ilgiornale.it, lo ha confermato il presidente dell’Assemblea nazionale, Richard Ferrand, secondo cui la Francia “probabilmente aumenterà il deficit” pubblico “temporaneamente” per finanziare le misure annunciate da Macron in risposta ai gilet gialli. Ferrand, a Rtl, ha comunque assicurato che il deficit tornerà al di sotto del 3% nel 2020. Secondo il presidente dell’Assemblea nazionale, l’aumento del deficit “non sarà massiccio” e sarà in ogni caso “strettamente temporaneo” perché nel 2020 “non avremo questo effetto cumulativo delle misure e ritroveremo un ritmo inferiore al 3 per cento”

Insomma, Parigi sforerà il tetto, mister Europa Macron pronto a violare le regole. Proprio mentre lo stesso Macron, di concerto con Bruxelles, sta facendo di tutto perché l’Italia non possa sforare quel tetto. La scelta della Francia, dunque, è destinata ad avere un pesante impatto sui rapporti interni all’Europa. Soprattutto nel caso in cui le concessioni riguardassero solo Parigi e non noi. Per ora, da Bruxelles, tutto tace. O quasi. Una parola l’ha spesa Pierre Moscovici, commissario Ue per l’Economia, che ha dichiarato che la Commissione “seguirà con attenzione l’impatto degli annunci fatti dal presidente” Macron sul deficit della Francia. “Siamo in contatto costante con le autorità francesi”, ha aggiunto Moscovici, che sta partecipando alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo.

BUFERA SU GENTILONI! SONO ARRIVATI I CARABINIERI. ECCO COSA STA SUCCEDENDO


"GENTILONI INAUGURA E I CARABINIERI SEQUESTRANO.

Circa un mese fa il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inaugurato la stazione dell'alta velocità di Afragola.

Gli avevamo detto di non farlo. Era ancora un cantiere aperto e tra le altre cose è oggetto di una faida di camorra.

Ma non ci ha ascoltati. Ha voluto tagliare per forza il nastro. Poi dopo qualche giorno si è scoperto che:
- Bar e parcheggio non potevano essere aperti, poiché il Comune di Afragola ha rigettato la richiesta di Scia. Per il bar, che è stato chiuso, è stata emessa una multa pari a 5 mila euro.

Il parcheggio incassava in assenza di autorizzazione ed è stato inibito.
- L'impianto di climatizzazione e riciclo d'aria era sprovvisto del motore.
- Le uscite di sicurezza davano sull'area del cantiere ancora aperto.
- La stazione non era dotata di kit pronto soccorso nè defibrillatori.
- Il servizio taxi non poteva essere effettuato in mancanza di un bando di concorso per il rilascio delle concessioni.
- Il sottopasso è stato chiuso per mancanza di collaudo di pompe di sollevamento delle acque piovane.

Non vengano a dirci che sono stupiti. Lo sapevano e gli era stato detto. Hanno preso in giro i cittadini con l'ennesimo spot.
Ora si sbrighino a terminare i lavori (davvero) e ci risparmino l'ennesima farsa del taglio del nastro."

PANICO NEI GIORNALONI! FRECCERO LANCIA FINALMENTE IL TG SOVRANISTA PER SMASCHERARE LE BALLE DI BRUXELLES


La Rai di Marcello Foa i fuochi d’ artificio di Capodanno li ha sparati il 3 gennaio. Carlo Freccero, nuovo direttore di rete, teneva una conferenza stampa sulla nuova Rai 2 in cui, assieme ad alcune intuizioni – tipo la promessa, si vedrà se realizzabile, di riportare Daniele Luttazzi in Rai – ha annunciato un programma abbastanza indicativo del mood tele-sovranista del governo giallonero: «L’ ottavo blog».

Se il motto di Rt, la tv del Cremlino, è «question more», metti tutto in dubbio, premessa per rivedere – diciamo così – il concetto di verità nel giornalismo, la Rai 2 di Freccero-Foa propone un programma giornalistico che, parole di Freccero, sarà «una rassegna dell’ informazione che non deve essere divulgata. Lo sapete benissimo, ci sono dei giornali che ritengono queste notizie sempre complottiste, ed è sbagliata, questa cosa». Insomma, ha spiegato, un programma «sull’ attualità secondo Internet, Internet che diventa mainstream». Lo sdoganamento del complottismo.

Freccero ha citato alcuni blog e siti (L’ intellettuale dissidente, Lantidiplomatico, Il nodo gordiano), alcuni intellettuali (Enzo Pennetta, Federico Dezzani), nello stile dell’ informazione «alternativa» che piace anche a Foa.

E che va brevemente illustrata. L’ antidiplomatico è il sito non ufficiale che però dà molta della linea geopolitica grillina. I lettori della «Stampa» lo conoscono da anni: filo Putin, filo Assad, fortemente anti-europeo, e anti-israeliano. Fu registrato a nome di Alessandro Bianchi, collaboratore di Alessandro Di Battista.

Il sito ebbe per un periodo tra i collaboratori Achille Lollo, ex militante di Potere Operaio condannato per il rogo di Primavalle (fu incendiata la casa di Mattei, morirono un bambino di 10 e un ragazzo di 22, figli del segretario della sezione missina di quel quartiere romano). Il nome di Lollo scomparve dopo un articolo della «Stampa» che raccontava la cosa. L’ antidiplomatico è molto dentro la galassia social pro M5S. Ovviamente adora i gilet gialli. Molto interessanti anche gli altri due siti citati da Freccero.

«L’ intellettuale dissidente» si presenta così: «Contro il monopolio dell’ informazione di massa e la finta alternanza dei punti di vista», «luogo in cui fissare il messaggio antagonista». Le citazioni della Rivoluzione Conservatrice tedesca si sprecano (Ernst Jünger su tutte), più vario rossobrunismo e molto sovranismo. Il primo titolo ieri in home page era: «Sovranità o barbarie». Il direttore e fondatore è Sebastiano Caputo, che ha in curriculum reportage dal Medio Oriente e dal Donbass (il territorio ucraino occupato dai russi), e propone in home una bella intervista a Steve Bannon, titolata: «Dove va il populismo».

Il 24 settembre Caputo scrive: «Di passaggio a Roma sono stato uno tra i primi giornalisti italiani ricevuti nella terrazza della sua stanza d’ albergo». Dalle terrazze romane, Bannon, riferisce Caputo, racconta che il disegno è fronteggiare Cina, Iran e Turchia, e per far ciò c’ è «la necessità di riportare la Russia di Putin nel blocco occidentale», e occorre «depotenziare l’ Unione europea». Tutto molto eurasiano e rossobruno.

«Il nodo di Gordio» è una rivista online e think tank, che pubblica interviste a Michael Ledeen e Luttwak, parla bene di Trump e della Russia, male di Macron. Il direttore è Daniele Lazzeri. Suoi articoli su gasdotti e oleodotti sono apparsi, informa la sua biografia sul sito, in Francia e «in Russia, Azerbaijan, Turchia e Kazakhstan»

Lazzeri fa parte della cerchia di Savona su euro e Ue: a fine settembre scrisse su Facebok (mai smentito), e Il Nodo di Gordio lo riportò: «Questa mattina mi ha scritto il ministro Savona: “Senza una forte volontà politica non si sarebbe potuto fare nulla. Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà. Grazie e buon lavoro. Paolo”.

Grande Professore!». Siamo ansiosi di vedere questa trasmissione tv, magari già durante la campagna elettorale verso le Europee.

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