domenica 17 febbraio 2019

Giorgia Meloni replica a Oliviero Toscani: "Sei un miserabile"


Il post di Giorgia Meloni dopo le parole di Toscani -

"Il radical chic (con tessera Pd in tasca) Oliviero Toscani, fotografo di Benetton, dice alla trasmissione 'La Zanzara' che io sono 'brutta e volgare', che 'gli dà fastidio la mia estetica' e che 'sono ritardata'. Non risponderei a qualcuno che disistimo così profondamente, se non ci fossero in queste poche parole svariate forme di razzismo viscerale", scrive su Facebook Giorgia Meloni. "Razzismo contro le donne, costrette - indipendentemente da ciò di cui si occupano - a dover rendere conto del loro aspetto fisico. E, molto peggio, razzismo verso il dramma di chi soffre di disturbi psichici. Voglio dire che sono profondamente fiera che la mia presenza dia fastidio a una persona così miserabile", conclude la leader di FdI.

Toscani: "Meloni? Mi dà fastidio, è brutta e ritardata" - Alla trasmissione radiofonica Toscani aveva detto rispondendo a una domanda dei conduttori: "Giorgia Meloni? Poveretta, lei è una ritardata. E’ brutta e volgare, mi dà fastidio la sua estetica. E’ proprio fastidiosa e quindi tutto ne risente, anche l’estetica".

Messaggi di solidarietà per la parlamentare di FdI - Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua solidarietà a Giorgia Meloni dopo i "beceri" attacchi di Oliviero Toscani. Oltre al premier anche molti politici dal Partito democratico al M5s hanno espresso la loro solidarietà in Rete.

Manovra, Marine Le Pen svela la vergogna europea per colpire L’Italia


La bocciatura della manovra italiana da parte della EU mette a fuoco una situazione complicata per il governo italiano che come annunciato in passato non è disposto a cambiare una virgola sulla manovra.

Gli ultimi atteggiamenti da Parte dell’ EU nei confronti dell’Italia ha acceso dibattiti e teorie sulle decisioni imposte contro il nostro Paese.

Dopo le dichiarazioni fatte da Nigel Farage, dopo che aveva dichiarato che ‘L’Europa fa bullismo nei confronti dell’Italia’. arrivano anche le dichiarazioni di Marine Le Pen, leader del Raggruppamento nazionale

La verità è che l’Unione europea voleva colpire Matteo Salvini. A sostenerlo, in un’intervista alla Stampa, è Marine Le Pen, leader del Raggruppamento nazionale, sovranista della prima ora e grande nemica del socialista Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici in prima fila nella procedura d’infrazione contro l’Italia.

“La Francia per anni ha superato per il deficit pubblico il 3% del Pil, mentre l’Italia restava sotto. Il nostro debito è salito più velocemente del vostro e, anche se minore, è ormai pari al 100% del Prodotto interno lordo, senza contare l’enorme deficit nella bilancia commerciale mentre l’Italia assicura sempre un surplus.

Matteo Salvini, il sondaggio più impensabile: quale regione si prende, il Pd sconvolto


Bye bye Emilia rossa. Che di rosso, nella terra di Peppone, fosse rimasto solo il Lambrusco si era capito da tempo.

Le elezioni di marzo erano state l' ennesima sveglia, con la Lega che aveva quadruplicato i suoi consensi, arrivando al 19,2% e il Pd in crollo verticale.

E non è un episodio. Tutto lascia pensare che le prossime amministrative, in primavera, segneranno il passaggio definitivo: da rossa a verde. L' ultimo segnale è un sondaggio fatto da Ipsos e pubblicato dal Corriere di Bologna: il Carroccio è il primo partito in Emilia Romagna in termini di fiducia. Lo studio si riferisce all' ultimo semestre del 2018. La fiducia nel partito guidato da Matteo Salvini arriva al 23%, quattro punti in più rispetto al 19,2% delle ultime politiche. Solo un punto in meno rispetto alla fiducia registrata a livello nazionale, che si attesta, secondo Ipsos, al 24%.

Al secondo posto, ma con ampio margine di distacco, c' è il Pd, fermo al 17% contro il 14% nazionale. I dem non solo crollano, ma perdono quasi dieci punti rispetto alle ultime politiche, dove erano riusciti a mantenere il 26,4% dei voti.

L'ONDA SALE I primi mesi del governo gialloverde, insomma non solo non hanno intaccato la fiducia degli emiliani nei confronti della Lega, ma l' hanno aumentata. Ma non riguarda tutta la maggioranza. Prova ne è il pessimo risultato del Movimento 5 stelle, che passa dal 27,5% delle Politiche (erano il primo partito in regione) al 15%. Resta una grande fascia di indecisi: il 38%. Positivo è anche il giudizio sul governo: il 48% degli emiliano-romagnoli dà un parere positivo. Piace il premier Giuseppe Conte (53%), seguito da Matteo Salvini (42%) e da Luigi Di Maio (37%). Nel complesso, la Lega incassa il 44% dei giudizi positivi, contro il 38% del M5S.

Numeri che fra qualche mese, quando si voterà in 236 comuni emiliano-romagnoli, di cui 5 capoluoghi di provincia, potrebbero materializzarsi in una piccola valanga verde. I capoluoghi che andranno al voto sono Ferrara, Cesena, Forlì, Modena, Reggio Emilia. In tutti il sindaco uscente è sostenuto dal centrosinistra. Ma la tradizione che continua ininterrotta dall' inizio della Repubblica potrebbe interrompersi.

Almeno in tre capoluoghi di provincia, infatti, la Lega potrebbe vincere. E sarebbe un fatto clamoroso. La partita dove ha più chance è Ferrara, dove il Pd ancora non ha scelto un candidato. Prima di Natale, inseguiti dalla Lega sui temi della sicurezza e dell' immigrazione, i dem avevano pensato di schierare Fulvio Bernabei, ex comandate provinciale della Guardia di finanza. Ma dopo un tira e molla di alcune settimane, l' ex comandante si è tirato indietro.

OCCHIO A BOLOGNA Era spuntata l' idea di una candidatura civica, ma non tutti nel Pd erano d' accordo. Morale, l' alternativa è tra Aldo Modonesi, attuale assessore ai Lavori pubblici e Marcella Zappaterra, ex presidente della provincia. Ma con possibilità di vittoria bassissime: nel caos del Pd crescono sempre di più le chance del leghista Alan Fabbri, per due legislature sindaco di Bondeno, paesino dell' Alto ferrarese, e ora capogruppo della Lega in Regione. Ancora non è ufficiale, ma il Carroccio proverà a schierare lui. Del resto un sondaggio pubblicato in luglio dava la Lega nella città estense al 29,9% con il Pd al 23,2%. E con un 6% in più al Carroccio, nel caso a guidarlo fosse stato Fabbri.

E la Lega potrebbe spuntarla anche a Modena e Forlì. Fabbri non è stupito dai sondaggi. «Solo chi non vive qui può stupirsi. Abbiamo lavorato sul territorio, abbiamo creato una nuova classe dirigente e ora si raccolgono i frutti». C' è una mutazione genetica nell' elettorato emiliano? «La mutazione è nel Pd. La Lega ha raccolto il voto di tanti elettori di sinistra. Siamo in mezzo alla gente, rispondiamo sui temi della sicurezza, dell' immigrazione e del lavoro, per questo cresciamo». E nel 2020 c' è Bologna. «Si può vincere, come in Regione». A primavera, il primo test.

Milano, preso il pirata di piazzale Loreto: è un 24enne, era ubriaco e con patente sospesa “



Preso il pirata della strada di Loreto: è un 24enne, era ubriaco e senza patente „

Tre ore dopo, quando i vigili sono andati a casa sua, era ancora ubriaco. L'etilometro, nonostante il tanto tempo passato, ha dato ancora esito positivo. E forse era fuggito proprio per quello lasciando due uomini a terra. Ma i ghisa ci hanno messo pochissimo ad arrivare a lui.

È stato trovato il pirata della strada che all'alba di sabato - alle 5.30 - ha falciato due motorini in piazzale Loreto per poi scappare senza preoccuparsi delle condizioni dei feriti. Si tratta di M.V., un ragazzo italiano di ventiquattro anni, con diversi precedenti penali.

A restare sull'asfalto sono stati un 36enne e un 42enne, che erano entrambi in scooter. Fortunatamente le due vittime se la sono cavata con qualche ferita non grave. Entrambi hanno avuto un prognosi di venti giorni: uno è stato trasportato in codice giallo alla clinica Città Studi, mentre l'altro in verde al Niguarda.

Stando a quanto ricostruito dai vigili, anche grazie alle telecamere, il pirata proveniva da corso Buenos Aires e avrebbe svoltato a sinistra, in un punto vietato, per imboccare viale Brianza. Proprio in quel momento da viale Monza sarebbero arrivati i due motorini che hanno centrato in pieno la macchina, poi sparita nel nulla dopo aver perso la targa.

Patente sospesa e alla guida ubriaco Gli agenti della Locale, dopo aver ascoltato alcuni testimoni e visto le immagini, sono andati praticamente a colpo sicuro e dopo tre ore si sono presentati a casa dell'autista, in zona Niguarda, dove è stata trovata anche l'auto.

Il giovane, risultato positivo all'alcol test, è stato denunciato per guida in stato di ebrezza e omissione di soccorso ed è stato multato per la svolta vietata e perché era alla guida con la patente sospesa.

Nel suo curriculum da autista, i ghisa hanno trovato altri due precedenti per guida sotto l'effetto di alcol e stupefacenti.

Gli stessi ghisa stanno invece ancora dando alla caccia all'uomo che un paio di ore prima in viale Monza aveva travolto con il suo Suv ungherese una Lancia Ypsilon con due donne a bordo. Una delle due, la passeggera, è in condizioni gravissime al San Raffaele.

Sindaco choc: «Sì, siamo razzisti e qui neri e rom rischiano la pelle»


ALBETTONE – «Immigrati? Se ce li mandano muriamo le case e le riempiamo di letame; siamo orgogliosamente razzisti».

Lo ha detto Joe Formaggio, sindaco di Albettone ( Vicenza) a La Zanzara su Radio 24. «Non vogliamo negri e zingari, da noi rischiano la pelle – ha aggiunto Formaggio esponente di Fratelli d’Italia non nuovo a frasi choc anche sugli omosessuali -.

Esportiamo cervelli e importiamo negri» che «sono meno intelligenti di noi, sono inferiori». E contro l’Islam ed una eventuale moschea si dice pronto ad aprire un «grande allevamento di maiali». «Se un prefetto manda i profughi qui ad Albettone le barricate di Gorino passeranno in secondo piano – ha sottolineato -.

Qui non vogliamo extracomunitari, negri e zingari. Abbiamo un poligono di tiro, il più alto numero di porto d’armi di tutta la regione Veneto. E non vogliamo nessuno che venga a rompere. Da noi rischiano la pelle».

Luigi Di Maio, Movimento 5 Stelle: "Sarà un'agonia lenta e faticosa, ma alla fine spariranno nel nulla"


Ci vorranno anni, l'agonia sarà "lenta e faticosa".

Ma alla fine il Movimento 5 Stelle sparirà. Nel nulla. La da dove era arrivato. E "nessuna capriola li salverà". L'editoriale "terminale" lo scrive su Italia Oggi Giuseppe Turani, il quale approfitta del momento di grave difficoltà dei grillini per spiegare che cosa, a suo avviso, ne provocherà l'estinzione.

 Non la mancanza di titoli di studio, di una laurea, di un curriculum che si possa definire tale. "Giuseppe Di Vittorio - scrive - è forse stato il miglior sindacalista italiano e una figura mitica del mondo del lavoro, e aveva imparato a leggere e e scrivere da solo".

Perchè quel che conta - continua Turani - e "il saper fare le cose, avere esperienza, avere testa, come da sempre è in politica. Ma alla Casaleggio non sanno nemmeno cosa sia la politica e quindi, stufi di esibire gente come Barbara Lezzi o Laura Castelli, ora le vogliono laureate, magari in tacco 12 e minigonna".

Ma il problema, dei 5 Stelle, è che "non sanno niente, pensano solo ai voti e non hanno mai saputo come si amministra un Paese".

Vittorio Feltri demolisce Berlusconi: In tutti gli anni di governo non ha fatto un cazzo poveraccio...


“E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più”. Il direttore diLibero Vittorio Feltri in collegamento con La Zanzara su Radio 24 parla così degli ebrei al termine di un battibecco con uno dei due conduttori, David Parenzo. Poco più di tre settimana fa proprio il quotidiano diretto da Feltri aveva fatto clamore per il titolo: “Calano fatturato e Pil, ma aumentano i gay”.

E in occhiello: “C’è poco da stare allegri”. Una prima pagina arrivata a dieci giorni di distanza da un’altra apertura molto discussa: “Comandano i terroni”. Ora le frasi contro gli ebrei e la Shoah.

Feltri comincia il collegamento bevendo una coppa di champagne e viene attaccato da Parenzo: “Ma ti pare che uno dice che i meridionali sono pigri e poi alle otto di sera si mette a bere champagne?”. Il direttore di Libero replica: “Ho lavorato da stamattina alle dieci fino alle venti, dov’è il problema? Non sarò libero di andare a mangiarmi un boccone e bere un po’ di champagne? Alla faccia di Parenzo. Ma che te frega, Parenzo, perché voi ebrei non bevete lo champagne? Bevetelo sto champagne, così sareste un po’ più allegri e non mi rompereste i coglioni con la Shoah. E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più”.

Feltri ne ha anche per Silvio Berlusconi quando dice che gli italiani sono fuori di testa perché non lo votano: “Qualcuno invece dice che gli italiani erano rincoglioniti quando votavano Berlusconi. E’ tutto da discutere. Sto dicendo che erano più rincoglioniti quando votavano lui. Berlusconi alla fine con tutti gli anni di governo non ha fatto un cazzo, poveraccio. Lui era anche pieno di buona volontà, voleva fare la rivoluzione liberalee poi l’ha affidata ad un socialista, cioè a Tremonti (ex ministro dell’Economia, ndr). Che sarebbe come affidare l’Avis a Dracula”.

Nel corso del suo intervento nella trasmissione condotta da Giuseppe Cruciani, Feltri difende invece il consigliere di Fratelli d’Italia che voleva distribuire frittelle solo a bimbi italiani: “Uno non può nemmeno distribuire le frittelle a chi cazzo vuole? L’anno scorso questo signore diede le frittelle pure ai bambini stranieri. Quest’anno no, non mi sembra il caso di aggredirlo”. Per Feltri ha ragione anche il parlamentare belga Guy Verhofstadt quando chiama ‘burattino’ il premier Giuseppe Conte: “Lo condivido, non mi sembra una cosa così drammatica. Un po’ burattino lo è, perché sappiamo che dipende sia da Salvini che da Di Maio. Direi che è fattuale. E poi io non mi sono sentito offeso perché a me dell’Italia non frega nulla, assolutamente nulla. Prima dell’Italia per me viene Bergamo che poi è una dependance della Svizzera. Quindi non c’entriamo niente noi con l’Italia, con questo Paese cialtrone”.

La difesa di Feltri continua con il ministro Bussetti, dopo la polemica per aver detto che al Sud devono impegnarsi di più: “Ma dov’è l’offesa? Ormai tutti si offendono se usi un termine, se ne usi un altro. Ma porca miseria, dire che al Sud bisogna impegnarsi di più non mi sembra così drammatico. D’altronde non risulta che nell’ospedale di Bergamo ci siano le blatte, sinceramente io a Bergamo non ho mai visto uno scarafaggio. Al Sud c’è una pigrizia organizzativa, non di tipo intellettuale. L’organizzazione ce l’ha solo la ‘ndrangheta che è molto ben organizzata. Ed è il motivo per cui lo Stato non riesce a sconfiggerla. Se lo Stato fosse organizzato come la ‘ndrangheta, sconfiggerebbe la ‘ndrangheta. Non mi sembra così difficile da capire”. Intanto in Veneto qualcuno suggerisce di istituire l’albo delle prostitute: “Questa è un’ottima idea. Se c’è l’albo dei giornalisti, ci deve essere anche l’albo delle puttane”, conclude Feltri.

sabato 16 febbraio 2019

FINALMENTE E' STATA UMILIATA LA FORNERO DAVANTI A MILIONI DI SPETTATORI, LEI A SOLO GIOCATO SPORCO RACCONTANDO SOLO BALLE AGLI ITALIANI!


Duro scontro a Stasera Italia su Retequattro tra l'ex ministro del Governo Monti Elsa Fornero e l'economista Antonio Maria Rinaldi.

Il tema era quello delle pensioni, collegato alla manovra a cui il governo sta lavorando. Dalla Palombelli la Fornero ha recitato la solita formuletta dell'Italia "sul baratro" sostenendo che "dovevamo trovare i soldi per il giorno dopo".

Senza appello la replica di Rinaldi, che all'ex titolare del Welfare ha risposto "mi rifiuto di pensare che un Paese come l'Italia dovesse trovare i soldi per il giorno dopo. E' una cosa impossibile".

Poi, però, Rinaldi ha voluto fare una concessione alla Fornero: "Guardi, a me spiace dire queste cose, anche perchè so che lei è una persona preparata e professionale.

Credo, però, che lei abbia fatto a sua insaputa il lavoro sporco che qualcun altro, che ben sapeva come stavano le cose, le ha chiesto di fare".

 

La sciacallata infame di Zucconi: strumentalizza la paralisi di Manuel per sputare sul Governo, che così lo sputtana come merita

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Matteo Salvini torna all’attacco del giornalista Vittorio Zucconi, dopo un tweet che attribuisce al ministro dell’Interno la responsabilità per la sparatoria che ha ferito il nuotatore Manuel Bortuzzo.

La firma di Repubblica aveva scritto: “Mentre il ministro degli Interni gioca a fare il poliziotto di cartone nella Roma senza sindaco né governo si sparacchia e si stronca la vita di un giovane e di un campione. Viva il ‘decreto sicurezza’ che facilita l’acquisto di armi”.

 Durissima la reazione di Salvini, che su Facebook ha risposto a Zucconi: “Il ‘signor’ giornalista radical-chic, che dalla sua bella casa in America mi incolpa di quanto accaduto, dovrebbe solo vergognarsi.

Ma come si fa a scrivere parole del genere? Anche solo per rispetto verso Manuel e la sua famiglia”.

Gian Marco Centinaio: "Se cade il governo si vota, ma molti parlamentari preferirebbero vendere la madre"


"Se il governo salta si torna al voto ma molti in Parlamento preferirebbero vendere la madre".

Gian Marco Centinaio, ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, spiega che non c'è alcuna intenzione di andare alle urne, e non da parte della Lega, ma da molti in Parlamento.

"Prima c'era Matteo Renzi che decideva e Angelino Alfano che eseguiva ora ci sono due leader e forse l'errore che fanno è dire le cose in pubblico anziché dirsele fra loro"

Alessandro Di Battista, il M5s non ne può più dei suoi deliri: cancellato dalla presentazione del reddito


Una mina vagante. Un problema per il governo, con i suoi continui attacchi a Matteo Salvini e con i suoi deliri assortiti, gli ultimi quelli sul Venezuela e il "compagno" Maduro.

E un problema anche per i grillini, che dal suo ritorno in Italia - parlando i sondaggi - non hanno tratto alcun beneficio.

Anzi. Si parla ovviamente del grillino berciante, Alessandro Di Battista, l'urlatore professionista ritornato in Patria per sparacchiare ad alzo zero su tutto e tutti nel vano tentativo di recuperare parte di quel consenso che, giorno dopo giorno, i pentastellati stanno perdendo.

Il risultato, come detto, è però l'esatto opposto. E il fatto che Dibba, forse, sia un problema per lo stesso M5s lo dimostra quanto accaduto ieri, lunedì 4 febbraio, nel giorno del via al reddito ai fannulloni e della presentazione della "card" presentata da Luigi Di Maio in persona (con Giuseppe Conte).

Già, perché al quartier generale dell'Enel a Roma, con in prima fila i manager di Poste Italiane, Di Battista non c'era. Di lui nessuna traccia: meglio metterlo in disparte, meglio non farlo vedere. Già, perché anche il M5s ora ne è certo: fa soltanto danni.

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