venerdì 15 febbraio 2019
Moscovici finalmente denunciato! Ha turbato i mercati per danneggiare l’Italia”
Guerra contro Pierre Moscovici e Günther Oettinger, rispettivamente Commissario europeo per gli affari economici e monetari e quello per il bilancio e le risorse umane.
E, attenzione, a dichiarare guerra non è il governo italiano, o Matteo Salvini, ma due giornalisti de La vita in diretta, il programma Rai condotto da Francesca Fialdini e Tiberio Timperi. Rivela infatti Dagospia che Lorenzo Lo Basso e Francesco Palese, due cronisti della trasmissione, hanno denunciato Moscovici e Oettinger per le loro dichiarazioni sull’Italia che “hanno pesantemente turbato i mercati”.
Una decisione clamorosa, quella dei due giornalisti del servizio pubblico: come avranno reagito in Rai, si chiede Dago?
Manovra, l'Ue attacca di nuovo chiede altri tagli all'Italia: "Servono ancora tre miliardi"!
Per l'Europa mancano all'appello ancora tre miliardi. Di fatto dopo l'invio dello schema della manovra con le correzioni apportate dall'esecutivo, a quanto pare la situazione versa ancora in una fase di stallo.
Stallo che però potrebbe trasformarsi presto in un procedimento di infrazione. Il dialogo tra Tria e i Commissari Ue continua sulla linea di nuove limature. Ma da Roma i due vicepremier, Salvini e Di Maio, fanno sapere che il dialogo è chiuso e che il deficit/Pil deve restare al 2,04. La Commissione ha chiesto venerdì scorso un taglio di altri 3,5 miliardi di euro.
Tria non è riuscito nell'impresa di trovarli. La soluzione su questo fronte, come sottolinea il Corriere, tarda ad arrivare e adesso è corsa contro il tempo. L'Ue si prepara all'ultima riunione prima di Natale, poi dovrebbero arrivare le raccomandazioni per l'Italia con cui andranno corretti i conti nei prossimi anni.
Non ci sono ancora indicazioni definitive ma dall'Ue trapela la convinzione che i tagli promessi dall'Italia sono poco credibili. Il verdetto Ue comunque potrebbe arrivare il mese prossimo dai capi di Stato e di governo nel corso delle riunioni di Eurogruppo e Consiglio europeo.
In quei vertici si decideranno le sorti dell'Italia.
Per il momento il dialogo prosegue, ma non è esclusa ancora del tutto la possibilità che su Roma arrivi la richiesta di varare una manovra correttiva entro maggio o addirittura entro marzo.
Laura Boldrini è stata aggredita sul volo Roma-Milano
Laura Boldrini, ex presidente della Camera, è stata vittima di un’aggressione verbale mentre era sul volo Roma-Milano, quando un uomo di circa 60 anni le si è avvicinato durante la fase di check-in dicendole: “Pensi agli italiani, si vergogni”.
La reazione della Boldrini è stata molto pacata. L’ex presidente della Camera ha sorriso all’uomo, si è diretta verso il gate d’imbarco e ha preso posto nell’areo che l’ha condotta a Lodi, dove ha partecipato all’evento “La festa di Natale”, organizzato dalle associazioni del circolo Cerri e dal Coordinamento Uguali Doveri.
Anche l’uomo però è salito sullo stesso aereo della Boldrini e ha continuato ad attaccarla, rivolgendo contro di lei diversi insulti e aggredendola verbalmente.
“Vergognati, prima gli italiani, prima gli italiani”, ha gridato l’uomo dopo essersi avvicinato alla Boldrini.
Il portavoce dell’ex presidente della Camera, seduto in un’altra fila, è intervenuto per cercare di risolvere la situazione.
“L’ho invitato a prendere posto. A quel punto si è finalmente allontanato, grazie anche alle proteste degli assistenti di volo e delle persone che hanno assistito attoniti alla scena”.
Non è la prima volta che la Boldrini viene attaccata verbalmente e in un’altra occasione si è trovata al centro di una polemica relativa al posto da lei occupato in un volo Alitalia.
La Boldrini mesi fa era stata accusata da un imprenditore piemontese di aver occupato il suo posto in un volo di Alitalia.
L’uomo si sarebbe dovuto sedere in prima fila, avendo pagato anche un extra per il suo biglietto, ma al momento dell’imbarco gli è stato chiesto di occupare un posto in fondo al velivolo per lasciare il suo a un passeggero con disabilità. L’imprenditore credeva che in realtà il suo posto fosse stato assegnato alla Boldrini, accusata tra l’altro di aver volato con la scorta, ma la notizia è stata in seguito smentita.
Milioni rubati all’Africa? Scovata una parte del bottino spazzolato: indovinate in quale cassa si trova
Famiglia Renzi, i 38 mila euro per l’Africa ancora in cassa Il caso finisce in Portogallo –
Parte dei soldi sono stati usati dalla società del parente Conticini per immobili a Lisbona di Marco Lillo per Il Fatto quotidiano
La signora Laura Bovoli, mamma di Matteo Renzi, è una persona cortese. Quando la contattiamo per capire che fine abbiano fatto i soldi versati nella società di famiglia nel 2011 da Alessandro Conticini (indagato dai pm insieme al fratello, Andrea Conticini, il marito della figlia Matilde Renzi e all’altro fratello, Luca) la signora non ci prende a male parole, come pure era lecito attendersi, ma ci risponde. La domanda era un po’ rude: signora Renzi, perché la società di famiglia non regala all’Unicef i soldi incassati nel 2011 da Alessandro Conticini, visto che i pm sostengono che li avrebbe distolti dai fini previsti, insomma ‘rubati’ all’Unicef stessa e ad altre organizzazioni?
Per i pm, Alessandro Conticini, 42 anni, come titolare della Play Therapy Africa Ltd e poi dell’Ida S.a. e dell’Ida Ltd, avrebbe incassato 10 milioni di dollari in gran parte da Unicef (3 milioni e 882 mila euro) e dalla Fondazione Ceil and Michael E. Pulitzer (5,5 milioni di dollari) per portare il sorriso sulla bocca dei poveri bambini africani. Invece di fare la terapia del gioco, secondo i pm, Conticini avrebbe fatto passare i soldi sui suoi conti di Bologna e Capo Verde.
Secondo i pm l’appropriazione indebita sarebbe pari a 6 milioni e 600 mila euro. Il rivolo più velenoso del fiume di soldi è rappresentato dai 133 mila e 900 euro finiti nel periodo 21 febbraio-7 marzo 2011 alla società Eventi6, di cui Matteo Renzi è stato un dirigente in aspettativa fino al 2014, mentre la mamma e le sorelle di Matteo sono socie. Nel 2011, quando Eventi6 non se la passava bene, Conticini fece un finanziamento per 130 mila euro e un aumento di capitale con sovraprezzo per 50 mila euro.
La mamma di Matteo Renzi replica sul punto: “La nostra società ha restituito totalmente ad Alessandro Conticini il finanziamento infruttifero ricevuto l’otto marzo 2011”. Poi prosegue: “La prima e la seconda rata, ciascuna di 26 mila euro, tramite Unicredit Banca il giorno 11 marzo del 2013. La terza rata di 28 mila, con la stessa modalità il giorno 26 giugno 2013. La quarta rata di 10 mila euro il 4 luglio 2013. La quinta rata sempre di 10 mila euro il 12 novembre 2013. Il giorno 24 marzo del 2014, con l’ultimo bonifico di 30 mila euro, il finanziamento è stato azzerato”.
Un mese dopo il giuramento di Matteo Renzi la famiglia del premier aveva chiuso i conti con il finanziamento contestato dalla Procura di Firenze ad Alessandro Conticini e Andrea, il marito di Matilde Renzi. Andrea – quale procuratore del fratello – è accusato di avere impiegato parte del provento criminoso nella società dei Renzi. I pm contestano solo il finanziamento soci per 133.900 euro.
Al Fatto, però, risulta che Conticini entra nella società dei Renzi partecipando a un aumento di capitale e versa il 21 febbraio 2011 altri 50 mila euro per comprare una quota che ha un valore nominale di 12 mila euro, con il meccanismo del sovraprezzo. In pratica il capitale passa da 10 mila a 60 mila euro ma a pagare per l’aumento è solo un socio: Conticini. Alla fine lui avrà solo il 20 per cento della società, mentre le sorelle, senza tirar fuori un euro, avranno il 36 per cento a testa (di un capitale di 60 mila) e la mamma di Matteo l’8 per cento.
Quando Conticini esce nel 2013 però retrocede a Matilde Renzi la sua quota al prezzo nominale di 12 mila euro. Quindi nel capitale della società restano i 38 mila euro di differenza. Alla signora Bovoli abbiamo chiesto: “Perché non donate i 38 mila euro rimasti all’Unicef?”. Inizialmente ha tentato di sostenere che non c’era la differenza. Dopo avere ricevuto via Whatsapp la foto dell’atto, ha corretto il tiro: “Grazie del consiglio ma scelgo da sola (…) domani con l’aiuto del commercialista risolvo il resto”.
Il Fatto intanto ha seguito la pista portoghese. I pm indagano Alessandro e l’altro fratello, Luca Conticini, perché sostengono che un milione e 965 mila euro dal novembre 2015 all’aprile del 2017 è stati distolto dalle iniziative a favore dell’Africa per finire in “un investimento immobiliare in Portogallo”. Ieri La Verità ha scoperto la società immobiliare Cosmikocean Ltd, creata nel gennaio del 2017 di cui è stato gestore Alessandro Conticini a Lisbona. Ora il gestore è Alessandro Radici, un dirigente della Safilo in Portogallo. La società ha sede in rua Santa Marta 66, in un vecchio palazzo in ristrutturazione.
Nel giugno scorso la società ha presentato una domanda urbanistica al comune. Sui siti di agenzie immobiliari di lusso come Sotheby’s si scopre che nel palazzo di rua Santa Marta 66 sono in in vendita almeno quattro appartamenti. Si va da un prezzo di 980 mila euro fino a un milione 390 mila euro. Sui siti ci sono le foto degli interni. Sono le stesse pubblicate da un operatore specializzato in disegni architettonici e foto che attribuisce le case fotografate a “Conticini/Radici”. Contattato dal Fatto, l’autore dice di avere conosciuto Conticini per il lavoro anche se ha ricevuto l’incarico da un’agenzia. Abbiamo chiesto ieri inutilmente ad Andrea Conticini, di rintracciare Alessandro per chiedergli delucidazioni. Andrea ha declinato.
ARRESTATI 2 GIUDICI! MIGLIAIA DI EURO DI TANGENTI: ECCO COME FUNZIONAVA LA GIUSTIZIA PER QUESTI “SIGNORI”
Tangenti a Milano, arrestati due giudici tributari
L’inchiesta della procura ha svelato un collaudato sistema di corruttele: soldi in cambio di sentenze “addolcite” dai giudici Mazzette per “addolcire” le sentenze sui contenziosi fiscali. Nuovo terremoto a Milano nel mondo delle Commissioni tributarie.
L’inchiesta della procura, dopo l’arresto del professore Luigi Vassallo, giudice tributario in Appello, detenuto a Opera, porta in carcere Marina Seregni, commercialista 70enne di Monza. La misura cautelare emessa oggi coinvolge entrambi i giudici, e riguarda nuovi presunti episodi di corruzione.
Ma andiamo con ordine. Le manette sono scattate il 17 dicembre scorso per Vassallo, colto in flagranza mentre incassava 5 mila euro, prima tranche di una tangente da 30mila. Ora la stessa sorte è toccata alla Seregni, rinchiusa nel carcere di San Vittore, e accusata di aver diviso con Vassallo i proventi di una nuova bustarella da 65mila euro, versata dalla Swe-co Sistemi Srl, una società che aveva subito una contestazione fiscale dell’Agenzia delle entrate di 14 milioni di euro.
Le Commissioni tributarie sono poco note: nominate con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Economia, sono presiedute da magistrati, e composte da avvocati, notai, commercialisti e ufficiali della Guardia di finanza.
Vassallo, 58 anni, è un avvocato cassazionista e, dal 1988 è giudice tributario. Docentedell’Università di Pavia, per quattro anni presidente dell’Associazione magistrati tributari della Lombardia, nel 2013 nominato nell’Osservatorio della mediazione tributaria su incarico del direttore dell’Agenzia delle entrate.
A dare il via alle indagini sull’insospettabile giudice è stata la denuncia della Dow Europe Gmbh, multinazionale con un fatturato da 58 miliardi di dollari l’anno. I rappresentanti della società, contattati da Vassallo per “accordarsi” sul contenzioso in corso, non si sono piegati alla logica corruttiva e hanno denunciato tutto. Così i magistrati hanno deciso di infiltrare degli uomini delle Fiamme gialle tra gli impiegati della società nel giorno della consegna del denaro che doveva avvenire nello studio della Crowe Horwath Saspi di Milano. Mentre Vassallo incassava la prima tranche della tangente sono scattate le manette.
Qualche giorno più tardi i pm hanno interrogato un altro giudice tributario, Marina Seregni. La sua voce era stata registrata dalla segreteria del 58enne: la telefonata tra i due giudici aveva fatto sorgere sospetti tra gli investigatori. Il collega le comunicava di avere urgenza di parlare con lei a proposito di due processi e anche di “una pratica” che gli interessava. La commercialista monzese però, davanti al pubblici ministeri milanesi Eugenio Fusco e Laura Pedio, coordinati dal procuratore aggiunto Giulia Perotti, aveva respinto ogni addebito e anzi si era dichiarata “vittima di una millanteria”.
Ma grazie al materiale sequestrato nello studio di Vassallo i finanziari del gruppo Tutela spesa pubblica sono arrivati a lei.
Secondo le accuse formulate dalla procura i due giudici tributari erano d’accordo e hanno agito in concorso tra loro, dividendosi i proventi. Entrambi sono accusati di corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità. Ma dalle carte emergerebbe un collaudato sistema di corruttele, al punto che non si possono escludere ulteriori colpi di scena.
giovedì 14 febbraio 2019
La lezione di Conte a Moscovici: così ha inchiodato l’aguzzino francese al soldo della massoneria
Giuseppe Conte: “A Pierre Moscovici ho detto che la stabilità sociale conta più di quella finanziaria”
“La partita con l’Europa non sarà facile, lo so bene. Ho detto alla Commissione: Aiutateci. Ma le riforme le facciamo, non torniamo indietro. Il problema”, dice il premier Giuseppe Conte in una conversazione informale con il Corriere della Sera, “è farle bene. E se sarà possibile recuperare dei soldi, lo faremo, possibilmente destinandoli agli investimenti. Io non cerco alibi, ma non ne darò”.
Il presidente, sempre in tema di manovra, racconta anche di aver avvertito il commissario europeo Pierre Moscovici che “la stabilità sociale conta più di quella finanziaria: basta vedere le proteste dei gilet gialli in Francia”. E sostiene di essere consapevole “di essere salito, non sceso in politica”.
NOTIZIA CENSURATA DA TUTTI MA CONTE HA OTTENUTO UNA VITTORIA STRAORDINARIA PER GLI ITALIANI
“La visita di Giuseppe Conte a Washington, a soli due mesi dall’insediamento del nuovo governo, è stata un successo.”
Lo scrivono i 5Stelle sul proprio blog ufficiale.
“Il presidente del Consiglio – spiegano i pentastellati – ha ottenuto da Donald Trump un pieno riconoscimento per il nostro Paese che torna ad essere protagonista a livello internazionale, recupera centralità nel Mediterraneo e capacità di attrarre investimenti”.
Il M5S elenca quindi i 4 risultati ottenuti da Giuseppe Conte nella sua visita a Washington:
1. “Nasce, con l’ok dell’amministrazione americana, una cabina di regia permanente “Italia-Usa” per il Mediterraneo allargato. Questo significa che il nostro Paese diventa l’interlocutore privilegiato degli Stati Uniti in Europa per tutte le più importanti sfide da affrontare, dalla lotta al terrorismo alla gestione dell’immigrazione illegale fino alla complessa partita della stabilizzazione della Libia”.
2. “Il sostegno del Presidente americano alla Conferenza internazionale sulla Libia che il nostro Paese sta organizzando proprio in Italia nel prossimo autunno, con l’obiettivo di coinvolgere tutti i principali protagonisti del processo di stabilizzazione del paese nord africano”.
3. “Il nuovo approccio italiano al fenomeno dell’immigrazione illegale viene indicato da Trump come modello per gli altri leader europei”.
4. “L’appello del Presidente della prima potenza economica mondiale agli investitori: “Vi consiglio di investire in Italia, nazione grandiosa con gente grandiosa”. Questo significa che Trump condivide la politica economica che il nostro governo sta realizzando per rilanciare la crescita e l’occupazione. Un percorso che abbiamo avviato con il decreto dignità e che proseguirà con la riforma fiscale e il reddito di cittadinanza”.
“Tutto ciò rappresenta un riconoscimento importantissimo del cambiamento che abbiamo messo in moto in appena due mesi di governo, risultato che qualche giornale ha provato a mettere in ombra ma inutilmente,” commentano i 5Stelle, secondo i quali “i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Piegatevi all’Europa altrimenti vi facciamo morire: così il crucco ci minaccia impunemente
Pieno di dottoroni tedeschi che sparano ad alzo zero sull’Italia.
E di giornali italiani, ostili al governo gialloverde, che li vanno a cercare e intervistare. L’ultimo della lista è tale Lars Feld (alzi la mano chi lo conosceva prima che la Repubblica lo arruolasse tra gli anti Salvini-Di Maio), che scopriamo essere uno dei cinque consiglieri del governo di Angela Merkel. E che tanto per cambiare spiega che “l’Italia rappresenta ora uno dei maggiori rischi economici per la Germania e l’Eurozona.
Ha un debito eccessivo e per questo i mercati stanno reagendo male alla manovra che ha illustrato a Bruxelles. Quando lo spread raggiungerà quota 400, allora si porrà la sostenibilità a lungo termine del debito”.
Dopo questa bella gufata sullo spread, Feld aggiunge che “l’unica cosa che funzionerebbe è una retromarcia sul rapporto deficit/Pil, oppure le banche andranno in affanno e si rischia una stretta sul credito. Il crollo del sistema bancario significherebbe la bancarotta dello Stato“.
“Sei il nulla mascherato da falso” Savona che goduria! Così smaschera il giornalista del Corriere che sperava di sputtanarlo
Lo scandalo Euklid sollevato contro Paolo Savona (accusato di mancate dimissioni dall’omonimo fondo di investimento e, dunque, più o meno indirettamente di insider trading visto il suo ruolo di ministro degli Affari Ue) si ritorce contro il Corriere della Sera. Il fondo ha comunicato le dimissioni avvenute, e lo stesso Savona attraverso il sito Scenarieconomici ha deciso di rispondere punto per punto al giornalista che lo ha attaccato, Federico Fubini.
ù“Non c’è alcun giallo dietro le mie dimissioni da direttore di Euklid LTD e presidente del Fondo di investimento omonimo lussemburghese”, esordisce il ministro. “Il suo è il nulla mascherato da un falso, al quale ho ormai fatto l’abitudine”. Parole durissime, quelle di Savona: “Ho seguito per anni le loro performance sperimentali prima di decidere di partecipare in prima persona alla start up; essa ha avuto riconoscimenti europei e internazionali, nonché una lungimirante accoglienza inglese”. Insomma, non un semplice fondo “speculativo”.
“Capisco che questi sentimenti non albergano nell’animo di Fubini“. “Non ho mai inseguito onori e guadagni fine a se stessi – conclude l’economista – e anche per Euklid, come per le altre mie esperienze, inclusa quella in corso, sono guidato, come scrisse Keynes, dalla curiosità di sperimentare la validità di nuove idee e di nuovi metodi di calcolo, non dal desiderio di servire interessi costituiti come altrui”.
La Chiesa: gli italiani devono ospitare i migranti
ROMA – Dopo le dichiarazioni di Papa Francesco sull’immigrazione, sottolineando come anche Gesù fosse un migrante, ora si muovono anche preti e vescovi italiani. Il loro ragionamento è molto semplice: le strutture della Chiesa Cattolica, essendo al collasso e non avendo più spazio, chiedono una sorta di “collaborazione” con i cittadini italiani.
Il primo ragionamento è: dove si mangia in 3 si può mangiare in 4. Sono le testuali parole di un prete in Sicilia in un’omelia domenicale esortando i fedeli a fare un po’ di spazio a casa per ospitare chi arriva dall’Africa. Molto spesso poi si appellano al fatto che nelle case c’è sempre una mezza stanza libera.
Un prete, in una piccola parrocchia della Puglia, faceva notare come spesso i suoi fedeli sono possessori di un divano-letto e che potrebbe essere sfruttato per dare un tetto per la notte a qualche migrante.
L’ultimo ragionamento in questione riguarda anche lo spazio in casa. Secondo tantissimi preti e vescovi, gli italiani vivono in case troppo grandi per loro e sovradimensionate per il numero di persone che ci abitano. In parole povere, se vivete in 4 in un appartamento per 6 persone potreste ospitare un paio di migranti per ogni casa. Il tutto senza nessuna collaborazione sulle spese, giusto una benedizione.
E mentre i deputati cattolici stanno presentando un disegno di legge che “obbligherebbe” chi ha stanze in disuso o peggio case sfitte ad ospitare i migranti senza fissa dimora, la Chiesa Cattolica fa sapere che la maggior parte delle risorse derivanti dall’ 8 per mille delle dichiarazioni dei redditi, saranno indirizzate alle strutture per i migranti. Il tutto mentre ci sono sempre più italiani in coda alle mense o alle strutture notturne della Caritas.
Deve pagare chi ha infamato sul giornale? Così la compagna straparla di fascismo e libertà di parola
Concita De Gregorio, dramma-soldi: “Voi fascisti…”. Conto corrente sequestrato, lei perde la testa Ha perso la testa, Concita De Gregorio.
Su Twitter la penna di Repubblica si scaglia contro i “fascisti” che, a suo dire, la starebbero affamando: “Mi potete anche sequestrare i conti correnti, impedirmi di pagare l’acqua e la luce, ma non è così che avrete la mia testa e mia voce, poveri illusi.
Che ne sapete voi della libertà”. Sconcerto tra i suoi followers, che infatti le domandano: i “fascisti” non saranno mica i giudici che l’hanno condannata a risarcire un totale astronomico di 5 milioni di euro (con pignoramento della casa) per alcune cause di diffamazione quando era alla direzione de L’Unità? Lei, nel merito, non risponde ma replica compulsivamente un link a un pezzo della Stampa firmato da Mattia Feltri: “Ex terroristi, naziskin e picchiatori da stadio: ecco la Cupola mafiosa attorno al Campidoglio”.
Svelato l’arcano: si parla d quello Stefano Andrini che l’Unità della De Gregorio aveva definito “fascista” perdendo, appunto, la causa per diffamazione (con danni per 37mila euro).
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