giovedì 14 febbraio 2019
La proposta della consigliera Pd: "Adotta un musulmano"
Fa discutere la proposta, lanciata su Facebook questa mattina, della consigliera comunale pisana Francesca Del Corso del Partito democratico, affinché ciascuno "adotti un concittadino musulmano", per combattere una nuova forma di discriminazione sociale, nei confronti dei fedeli di religione islamica, che li colpirebbe soprattutto ora, cioè dopo gli attentati di Parigi.
"Non voglio - così scrive la consigliera - che si ceda alla paura! Non voglio così fare il gioco dei terroristi. Esprimo la mia solidarietà ai miei concittadini di fede islamica che in queste ore sono ingiustamente accusati e malvisti.
Siamo con voi, capiamo il vostro disorientamento. Propongo una iniziativa: che ogni credente cattolico o cristiano altro, adotti un concittadino musulmano, se ne faccia tutore e difensore da insulti ignoranti e beceri. Sarebbe bello manifestare così in piazza, a due a due". Già a gennaio la consigliera si era fatta organizzatrice della "Giornata del Dialogo Cristiano-Islamico di Pisa", subito dopo la strage all'interno della redazione del periodico satirico Charlie Hebdo.
Peccato che gli stessi sentimenti di tolleranza, solidarietà e vicinanza per il popolo musulmano non vengano utilizzati anche in altri contesti, anzi. Proprio per rimarcare il concetto che non tutti i fedeli dell'islam sono terroristi, l'esponente Pd si fa forte di un attacco offensivo a un cantante italiano che, piaccia o meno, è di grande successo in Italia e all'estero.
Neanche un giorno fa infatti sulla propria pagina Facebook la consigliera ha condiviso questo messaggio:
IMMIGRATI, VIOLENTA PROTESTA, VOGLIAMO PERMESSO SOGGIORNO SUBITO! SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI
IMMIGRATI PROTESTANO AL GRIDO "SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI".
PERMESSO DI SOGGIORNO SUBITO!
Qualcuno dovrebbe spiegare a questi signori che la resistenza è finita nel 1945 e che nessuno di loro ne ha fatto parte.
Sea Watch, è confermata la farsa dei finti minorenni! Tutti nati non solo lo stesso giorno, ma anche lo stesso anno
Per giorni il “caso Sea Watch” si è concentrato proprio sui 15 minori non accompagnati presenti a bordo della nave della Ong.
Per giorni il “caso Sea Watch” si è concentrato proprio sui 15 minori non accompagnati presenti a bordo della nave della Ong.
Sea Watch, parla il procuratore di Siracusa Sono solo una parte dei 47 immigrati sbarcati a Catania, ma quelli su cui si è più dibattuto. Ricordate gli appelli della sinistra, dell’associazione umanitaria tedesca e del garante dei minorenni? Beh, c’è un non detto, nascosto dai buonisti di ogni ordine e grado: in realtà sul’età dei “minori” del natante umanitario c’è più di un (legittimo) dubbio. E a dirlo non è un leghista qualsiasi, ma il procuratore di Siracusa Fabio Scavone.
Il pm, quando l’imbarcazione era ancora in fonda al largo di Siracusa, si era informato per verificare se vi fossero profili per aprire un fascicolo per “abbandono di minore“. Ipotesi subito crollata, visto che i “minorenni”, sebbene non accompagnati, erano comunque sotto la tutela legale del comandante della nave. Ma non è questo il punto. Ai giornalisti il procuratore Scavone ha anche spiegato chiaramente i dubbi che ruotano attorno alle dichiarazioni anagrafiche dei migranti. “Alcuni minorenni – diceva – hanno età dubbia perché non hanno documenti con sé ed è riportato solo l’anno di nascita”. Si parla di quasi tutti gli immigrati che hanno dichiarato di essere alla soglia dei 17 anni, ovvero 14 su 15 in totale. “Riportano tutti come data di nascita o 1 gennaio o solo l’anno di nascita, quindi il 2002”. Solo uno è un quindicenne.
Difficile dire se le dichiarazioni sono vere o false. Bisognerebbe indagare e probabilmente la prefettura lo farà. Anche perché è questione dirimente per ottenere o meno l’asilo in Italia: i migranti minori non accompagnati, infatti, sono di diritto considerati degni di ottenere un permesso di soggiorno per protezione internazionale. Dichiararsi 17enne potrebbe diventare, in alcuni casi, un espediente per strappare un documento senza averne il diritto.
E pensare che per giorni la sinistra ha costruito la sua propaganda proprio facendo leva sui “giovani” immigrati. “I minori a bordo della Sea Watch vanno incontro a rischi sempre più grandi: devono sbarcare immediatamente”, diceva la senatrice Vanna Iori, capogruppo del Pd nella Commissione Istruzione. E ancora: “Non sono numeri, ma ragazzi che hanno vissuto il trauma della guerra e della fame”. Non solo. Oltre 50 organizzazioni – in una lettara indirizzata a Giuseppe Conte – avevano definito “di urgenza improrogabile” il loro sbarco, senza però ricordare che sulla loro data di nascita c’è più di una controversia. Perché non dirlo?
Non lo ha spiegato bene neppure la stessa Sea Watch, che nei sei giorni di stallo al largo di Siracusa ha trovato il tempo inviare una diffida alla Capitaneria di porto e alla prefettura di Siracusa “per fare sbarcare i minori proprio in virtù di quel provvedimento che porta la firma dei magistrati della Procura dei minori di Catania”. La domanda è una: lo sapevano che la maggioranza si dichiarava nata lo stesso giorno, guarda caso nel 2002?
Lo schiaffo di Emma Bonino agli italiani: regalerà il posto da capolista alle Europee alla donna che ha rovinato la vita a milioni di persone
Altro che cancellarla, come Matteo Salvini aveva promesso di fare al primo Consiglio dei ministri del Governo con i Cinquestelle. La Fornero, intesa non come la legge nel mirino del governo pentaleghista che per ora ha solo sparato solo un colpo di avvertimento con Quota Cento, bensì come la professoressa ed ex ministro Elsa molto probabilmente sarà la candidata di punta alle Europee di maggio.
Il corteggiamento che sarebbe già approdato a una decisa proposta a presentarsi capolista nella circoscrizione Nord-Ovest (Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta) per +Europa all’ex ministro del Governo di Mario Monti è stato condotto direttamente da Emma Bonino, con cui l’economista torinese coltiva una lunga e consolidata amicizia. Lei non ha ancora sciolto la riserva, ma negli ambienti della lista diventata partito con segretario Benedetto Della Vedova si respira un deciso ottimismo.
A suffragare l’ipotesi di una candidatura del ministro più impallinato del governo dei tecnici c’è anche la sua assidua presenza, non solo nel vari talk televisivi, ma anche nei convegni promossi proprio da +Europa, lista cui peraltro la Fornero non negò il suo endorsement alle scorse elezioni politiche.
ELSA FORNERO EMMA BONINO Ancora pochi giorni fa ha partecipato a un incontro pubblico a Lecco dove è stata accolta, accostandola proprio alla Bonino con la definizione: “due donne coraggiose”. Bersaglio prediletto del vicepremier leghista, piemontese di San Carlo Canavese, ordinaria di Economia Politica all’Università di Torino da cui è andata recentemente in pensione, un passato da vicepresidente della Compagnia di San Paolo e un esordio in politica in quell’Alleanza per Torino che portò lei in Sala Rossa e un altro professore, Valentino Castellani, sulla poltrona di sindaco, per la Fornero – come ormai viene chiamata accomunandola alla sua creatura normativa con il pesantissimo strascico degli esodati – quella delle europee sarebbe di fatto la seconda avventura politica dopo quella torinese di venticinque anni fa.
Un regalo alla Lega, con l’ormai storico bersaglio messo lì in bella vista per la campagna elettorale in cui ricordare “il disastro”, come spesso l’ha definita con epiteti e insulti vari a corredo? Il rischio c’è, inutile negarlo. Ma di converso potrebbe essere l’effetto anti-Salvini incarnato dalla professoressa torinese e, quindi, in grado di attrarre voti alla lista europeista da chi non sopporta il Capitano e magari non è, come dire, proprio ammaliato dalle proposte del Pd. Competenza e antisfascismo contrapposto alla propaganda populista e al dilettantismo gialloverde.
“Ritengo che i metodi di Salvini siano neofascisti. A me sembra una persona spregiudicata che usa gli argomenti che servono ad accrescere il consenso: in questo è molto bravo, ma non è credibile nella sua trasformazione da lupo in agnello” disse poco tempo fa lei. E lui, prontamente, replicò: “Che vergogna. Mi onoro, con quota100, di restituire vita e dignità agli italiani che la legge della signora aveva rovinato e tradito, alla faccia dei suoi insulti, per me medaglie“.
Insomma, i presupposti per una campagna elettorale tutt’altro che in punta di fioretto da parte del leader della Lega verso il suo nemico pubblico numero uno ci sono tutti. E, come detto, anche questo potrebbe paradossalmente, ma poi neppure troppo, giovare all’economista che +Europa vorrebbe portare a Strasburgo.
Lei non nega la passione politica, anche se in una recente intervista ne ha svelato un’altra assai più bucolica: “Quando posso vado in campagna, dove ho un orto, che purtroppo mi viene un po’ danneggiato dalle lumache perché non uso il diserbante. Cosa pianto nel mio campo? Ora spinaci e rape, ne faccio cinque o sei a settimana, e le mangio tutte io. Poi d’estate mi crescono i pomodori e le patate”.
Se cresceranno anche i voti per la lista europeista, grazie alla candidatura della Fornero, lo si vedrà: alle politiche in Piemonte +Europa si attestò sul 4% arrivando però al 7% a Torino. Cifre che supportano la speranza di spedire almeno un consigliere a Palazzo Lascaris nelle concomitanti elezioni regionali. La decisione di non entrare nell’ipotizzato listone del centrosinistra sembra non essere in discussione. Così come il nome su cui puntare: quello di Silvio Viale (compagno di avventura della Fornero, assieme a Carmelo Palma, all’epoca di Alleanza per Torino). L’altra figura di spicco, Igor Boni potrebbe trovare ospitalità nel listino del presidente.
Ma è sulla decisione, attesa a breve, della Fornero che si concentrerà l’attenzione: di chi la apprezza e chi la detesta. Toccherà a lei decidere se scendere l’agone contro il suo acerrimo accusatore Salvini (come peraltro sta già facendo sul terreno mediatico), oppure continuare a vedersela solo con le lumache che le insidiano l’orto.
Basta megastipendi. Il Cda della Rai ridiscute il contratto di Vespa. Per 120 puntate di Porta a Porta viale Mazzini spende 1 milione e 200mila euro
Razionalizzazione e contenimento dei cachet per conduttori e talent: questa è la linea del nuovo ad Rai Fabrizio Salini. In quest’ottica è stata rinviata a marzo l’opzione per il rinnovo del contratto di Bruno Vespa (nella foto), per discutere al meglio i dettagli dell’accordo.
Nell’ultimo rinnovo, annunciato in Cda a settembre 2017, il contratto di Vespa era già stato sforbiciato di oltre il 30%, arrivando a 1 milione 200mila euro per 120 serate. La decisione di Viale Mazzini è stata salutata con entusiasmo dal Movimento 5 stelle: “Finalmente nella Rai del cambiamento iniziamo a vedere i primi risultati.
Ci aspettiamo adesso che non solo quello di Vespa, ma anche tutti gli altri mega compensi vengano rivisti e ridiscussi”, ha commentato la deputata della commisisone Vigilanza Maria Laura Paxia.
"Ma cosa esultate, offendendo Conte ha offeso tutto il Paese!" Mentana entra a gamba tesa contro gli idioti che hanno esultato alle offese del parassita dell'UE al Premier
Il leader dei liberali europei, Guy Verhofstadt ha definito il presidente del Consiglio italiano «un burattino», mosso dai vicepremier Di Maio e Salvini.
Questo non si può accettare, è un’offesa a tutti noi, a chi ha votato per le forze che poi hanno sottoscritto il contratto di governo, a chi ha votato per i loro avversari, e anche a chi non ha votato. Ciascuno di noi può pensare quello che vuole, il meglio o il peggio, di chi ci governa o ci ha governato.
Ma in un Paese a democrazia rappresentativa, come il nostro, gli eletti del popolo votano la fiducia a un Governo, legittimandolo a operare in nome del Paese. E chi guida un governo della Repubblica italiana rappresenta la nostra nazione, è il volto dell’Italia, la sua voce. Sempre, in democrazia. Anche se – poniamo – fosse l’ultima persona che avremmo scelto, anche se le sue idee fossero le più distanti dalle nostre. Ieri invece il leader dei liberali europei, Guy Verhofstadt, parlando nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo, e avendo di fronte proprio lui, Conte, ha definito il presidente del consiglio italiano «un burattino», mosso dai vicepremier Di Maio e Salvini. Questo non si può accettare, è un’offesa a tutti noi, a chi ha votato per le forze che poi hanno sottoscritto il contratto di governo, a chi ha votato per i loro avversari, e anche a chi non ha votato.
Tocca ripeterlo: si può avere anche l’opinione peggiore possibile del premier, del governo, dei vicepremier e dei ministri. Ma sono al governo perché espressione diretta di due forze politiche che hanno vinto libere elezioni. Rappresentano con piena legittimità il nostro Paese, e oltretutto lui, il premier, come tutti i suoi predecessori ha ottenuto il mandato di formare questo governo dal presidente della Repubblica, non dalla Spectre o dall’Internazionale sovranista. Piuttosto, l’autore di quell’offesa, e di altre pronunciate davanti all’Europarlamento contro l’Italia e i suoi rappresentanti, è per caso lo stesso Guy Verhofstadt che due anni fa annunciò solennemente la nascita di un’alleanza liberale per l’Unione Europea proprio con il M5s, salvo rinunciarvi precipitosamente quando i suoi gli spiegarono che si sarebbe giocato tutto se fosse andato a cercar nuove glorie europee a braccetto di Beppe Grillo? Non è che ancora sta cercando di redimersi per far dimenticare quella alleanza?
mercoledì 13 febbraio 2019
E mentre vi parlano di manovra, l’Europa sta approvando una legge contro 60mln di italiani
Abbiamo pochi giorni per far sentire la nostra voce, tutti assieme uniti, per evitare una legge che azzererebbe la libertà di parola e di espressione di ognuno di noi, come non si vedeva dai tempi delle peggiori dittature.
Siamo pregati tutti di DiVuLGaRe questo video ad ogni cittadino prima che sia troppo tardi.
Repubblica? Solo quest’anno ha spacciato un’infinità di notizie false: Travaglio si è preso la briga di catalogarle una per una
Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”
Hanno scritto di un’ intercettazione fra Rosario Crocetta che taceva divertito mentre un amico medico auspicava l’ assassinio di Lucia Borsellino come quello del padre Paolo, e non era vero. Hanno scritto di troll russi dietro la campagna web contro Mattarella, e non era vero. Hanno scritto che il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, nel caso Consip, era stato “smascherato come impostore e falsario di passaggi politicamente significativi dell’ inchiesta”; e aveva “consegnato a Marco Lillo la notizia del coinvolgimento di Del Sette”, insomma era lui “la mano che dà da mangiare al Fatto” per “far cadere Renzi” (fra l’ altro già caduto da solo), ma non era vero; e, quando la Cassazione scagionò Scafarto per i suoi “errori involontari”, si scordarono di informarne i lettori.
Hanno scritto che Di Maio situava Matera in Puglia anziché in Basilicata, e non era vero. Hanno scritto che l’ Italia, se rinunciasse al Tav Torino-Lione, dovrebbe pagare “penali” miliardarie, e non è vero (glielo fece notare l’ ex pm Livio Pepino in una lettera, ma non la pubblicarono). Hanno scritto che Marcello Foa, aspirante presidente Rai, è un fabbricante di fake news tant’ è che ha scritto un libro per “spiegare come si falsifica l’ informazione al servizio dei governi”, ma non è vero (il suo Gli stregoni della notizia, al contrario, smonta le fake news al servizio dei governi). Hanno scritto che c’ è la Russia di Putin dietro le fake news filo-M5S&Lega, e non era vero.
Hanno scritto che il premier Conte voleva trasferirsi dalla cattedra di Firenze a quella di Roma con un concorso “confezionato su misura”, e non era vero (il bando era standard). Hanno taciuto sulla tesi di dottorato in larghe parti copiata dalla Madia. Hanno nascosto la bocciatura del Jobs Act di Renzi dalla Corte costituzionale (“Lavoro, su Jobs Act e Cig si ritorna al passato”: nessun riferimento nella titolazione alla Consulta e all’ incostituzionalità).
Hanno nascosto, mentre tutti gli altri giornali ne parlavano, l’ inchiesta per la soffiata di Renzi a De Benedetti sul decreto Banche popolari, usata dall’ Ingegnere per guadagnare in Borsa 600 mila euro in due minuti, forse perché troppo impegnati a fare decine di titoli su “Spelacchio” (un albero di Natale). Hanno fatto il taglia e cuci dei messaggi di Di Maio alla Raggi per spacciarlo come “bugiardo” e “garante” di Raffaele Marra in Campidoglio, mentre ne sollecitava il trasferimento. Hanno taciuto per giorni il nome dei Benetton, primi azionisti della concessionaria Autostrade (sponsor de La Repubblica delle Idee), dopo il crollo del Ponte Morandi.
Hanno scritto che il ponte era crollato anche per il no del M5S alla Gronda, che però fu bloccata da chi governava città e regione (centrosinistra e centrodestra) e per giunta contemplava l’ uso del viadotto Morandi. Hanno scritto di probabili legami con la Casaleggio di tal Beatrice Di Maio e delle sue fake news anti-renziane e non si sono mai scusati quando si è scoperto che era la moglie di Brunetta.
Hanno accostato le leggi razziali del fascismo al decreto Sicurezza di Salvini. Hanno pubblicato una bozza apocrifa e superata del contratto di governo giallo-verde facendo credere che prevedesse l’ uscita dell’ Italia dall’ euro e scatenando spread e mercati. Hanno nascosto il sequestro di 150 milioni e di due giornali all’ amico editore-costruttore catanese Ciancio Sanfilippo. Hanno spacciato lo scandalo Parnasi come una storia di tangenti al M5S , mentre i partiti finanziati dal costruttore sono gli altri (Pd, Lega e FI ).
Hanno elogiato Monti quando ha ritirato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 e massacrato la Raggi quando ha ritirato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Hanno scritto che le polizze intestate dal dirigente Romeo all’ ignara Raggi celavano “tesoretti segreti” per “garantire un serbatoio di voti a destra”, dunque era “vicina” l’”accusa di corruzione”, ma non era vero.
Hanno dipinto l’ assessora Paola Muraro come infiltrata di Mafia Capitale e della “destraccia” nella giunta capitolina, salvo poi intervistarla dopo le dimissioni come grande esperta di rifiuti. Hanno nascosto l’ attacco di Rondolino, che sull’ Unità dava del “mafiosetto di quartiere” a Saviano, reo di aver criticato la Boschi, mentre il Fatto restò solo a difenderlo. Hanno minimizzato le epurazioni dalla Rai renziana di Gabanelli, Giannini e Giletti come ordinaria amministrazione.
Hanno fatto questo e altro, i giornali del gruppo Gedi (Repubblica-Espresso-Stampa), ma noi siamo solidali con loro per gli attacchi di Di Maio, per tre motivi. 1) Nessun politico deve permettersi di dare pagelle ai giornalisti, tantopiù se sta al vertice del governo. 2) Quando il Fatto subiva trattamenti anche peggiori da Renzi e dai suoi killer, non ci giunse alcuna solidarietà, ma noi non siamo come loro. 3) Finché usciamo tutti in edicola, la gente può notare la differenza.
Ps. Per la serie “Chiamate la neuro”, segnaliamo i delirii di Carlo Bonini (Repubblica) all’ autorevole Radio Cusano Campus: “Il Fatto Quotidiano specifica che non prende alcun finanziamento pubblico? È una furbizia. Siccome i lettori del Fatto sono in buona parte elettori del M5S , è un modo per raffigurare ai lettori del M5S che la terra è tonda e non quadrata, dopodiché la terra è tonda”. Il pover’ uomo ignora che il Fatto è nato prima del M5S e la nostra scelta di non ricevere finanziamenti pubblici prescinde dalle intenzioni di voto dei nostri lettori (peraltro note solo a lui).
Volendo, Bonini potrebbe raccontarci degli aiuti statali (o a spese degli altri giornalisti) ricevuti dal suo gruppo per contratti di solidarietà, prepensionamenti & affini. E regalarci una delle sue grandi inchieste sui vertici Gedi indagati per una truffa milionaria all’ Inps.
FRANCIA, I GILET GIALLI SONO ARRIVATI IN ITALIA! BLOCCATO IL CASELLO A VENTIMIGLIA: peccato nessuno ti racconti cosa stia accadendo oggi in Francia
I manifestanti francesi, dunque, sono sconfinati in Italia, occupando la barriera autostradale dell’A10, a Ventimiglia.
Una manifestazione sicuramente non autorizzata Con un blitz di quelli improvvisati, ma soprattutto inaspettati, un centinaio di gilet gialli hanno raggiunto, stamani, in scooter l’Italia, scortati da una “safety car”, bloccando il traffico in entrata e uscita dall’Italia.
I manifestanti, dunque, sono sconfinati nel nostro territorio, occupando la barriera autostradale dell’A10, a Ventimiglia. Una manifestazione sicuramente non autorizzata. Un presidio al momento pacifico, anche se sono stati accesi alcuni fumogeni, a scopo dimostrativo. La manifestazione ha provocato chilometri di coda, in maniera alternata, in entrambe le direzioni di marcia.
I gilet gialli hanno bloccato i caselli e il traffico, facendo passare alcuni mezzi alla spicciolata. ”Siamo sul posto per cercare di gestire la situazione in maniera equilibrata – commenta il questore di Imperia, Cesare Capocasa -. È stata una iniziativa istantanea”.
Poco prima di arrivare in Italia, i manifestanti francesi, circa duecento, sono partiti dal Municipio di Mentone, al confine franco italiano, per marciare a piedi sulla frontiera a mare di ponte San Ludovico, a Ventimiglia, dove hanno intonato la “La Marsigliese” e slogan (alcuni di insulti) contro Macron.
A un certo punto, quando la manifestazione sembra ormai finita, hanno abbandonato la frontiera per recarsi in sull’Autofiori, in territorio italiano.
Giorgia Meloni replica a Oliviero Toscani: "Sei un miserabile"
Il post di Giorgia Meloni dopo le parole di Toscani -
"Il radical chic (con tessera Pd in tasca) Oliviero Toscani, fotografo di Benetton, dice alla trasmissione 'La Zanzara' che io sono 'brutta e volgare', che 'gli dà fastidio la mia estetica' e che 'sono ritardata'. Non risponderei a qualcuno che disistimo così profondamente, se non ci fossero in queste poche parole svariate forme di razzismo viscerale", scrive su Facebook Giorgia Meloni. "Razzismo contro le donne, costrette - indipendentemente da ciò di cui si occupano - a dover rendere conto del loro aspetto fisico. E, molto peggio, razzismo verso il dramma di chi soffre di disturbi psichici. Voglio dire che sono profondamente fiera che la mia presenza dia fastidio a una persona così miserabile", conclude la leader di FdI.
Toscani: "Meloni? Mi dà fastidio, è brutta e ritardata" - Alla trasmissione radiofonica Toscani aveva detto rispondendo a una domanda dei conduttori: "Giorgia Meloni? Poveretta, lei è una ritardata. E’ brutta e volgare, mi dà fastidio la sua estetica. E’ proprio fastidiosa e quindi tutto ne risente, anche l’estetica".
Messaggi di solidarietà per la parlamentare di FdI - Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua solidarietà a Giorgia Meloni dopo i "beceri" attacchi di Oliviero Toscani. Oltre al premier anche molti politici dal Partito democratico al M5s hanno espresso la loro solidarietà in Rete.
"Abbiamo scoperto il più grande scandalo di sempre" la denuncia del M5S censurata da tutti i media
Opere pubbliche, M5S Puglia: ‘Abbiamo fatto luce su uno dei più grandi scandali di sempre’
“Dopo quasi un anno di approfondimenti e indagini, il M5S Puglia ha fatto luce su uno dei più imponenti scandali riguardanti la realizzazione di un’opera pubblica avvenuti in Italia: sto parlando della realizzazione della nuova sede del Consiglio regionale”.
Lo ha denunciato su Facebook l’esponente pentastellata pugliese Antonella Laricchia, la quale ha spiegato che si tratta di un’opera non ancora terminata dopo 15 anni di attesa e la cui entità dei lavori è passata da 39,5 milioni a 95 milioni.
Secondo Laricchia questo è uno “spreco gigantesco per cui adesso chiederemo giustizia alle autorità a nome di tutti i pugliesi”.
La costruzione della nuova sede del Consiglio regionale pugliese inizialmente, si parla del 2003, era costata 39,5 milioni. Nei sette anni successivi, però, sono state aggiunte al progetto delle varianti che hanno aumentato l’entità dei lavori di 27 milioni di euro.
Per poi aumentare di altri 27 milioni dopo il 2012. Totale: 95 milioni di euro, ovvero 55 in più rispetto a quanto previsto inizialmente (il 240% in piú).
I pentastellati pugliesi hanno indagato sui motivi dell’incremento dei costi e hanno scoperto, ad esempio, che “nella 5a variante si decide di sostituire delle plafoniere a neon con delle plafoniere a led. Scelta legittima se non fosse che si sceglie inspiegabilmente di acquistare delle plafoniere ‘esclusive e ricercate”’ al costo di 637€ cad.”. Eppure, ha osservato Antonella Laricchia, “plafoniere con prestazioni illuminotecniche identiche sul mercato avrebbero avuto un costo che oscilla tra i 130-150€”.
Secondo il M5S la responsabilità di tutto ciò è degli esponenti dei vecchi partiti sia di destra che di sinistra come Raffaele Fitto, Nichi Vendola e Michele Emiliano.
“Il M5S Puglia – ha fatto sapere Laricchia – presenterà un esposto alla Corte dei Conti, all’Anac e alla Procura della Repubblica e una mozione urgente per fermare il pagamento delle parcelle dei progettisti per gli ultimi 4 milioni circa rimasti e recuperare gli 8 milioni già erogati”.
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