giovedì 14 febbraio 2019

Basta megastipendi. Il Cda della Rai ridiscute il contratto di Vespa. Per 120 puntate di Porta a Porta viale Mazzini spende 1 milione e 200mila euro


Razionalizzazione e contenimento dei cachet per conduttori e talent: questa è la linea del nuovo ad Rai Fabrizio Salini. In quest’ottica è stata rinviata a marzo l’opzione per il rinnovo del contratto di Bruno Vespa (nella foto), per discutere al meglio i dettagli dell’accordo.

Nell’ultimo rinnovo, annunciato in Cda a settembre 2017, il contratto di Vespa era già stato sforbiciato di oltre il 30%, arrivando a 1 milione 200mila euro per 120 serate. La decisione di Viale Mazzini è stata salutata con entusiasmo dal Movimento 5 stelle: “Finalmente nella Rai del cambiamento iniziamo a vedere i primi risultati.

Ci aspettiamo adesso che non solo quello di Vespa, ma anche tutti gli altri mega compensi vengano rivisti e ridiscussi”, ha commentato la deputata della commisisone Vigilanza Maria Laura Paxia.

"Ma cosa esultate, offendendo Conte ha offeso tutto il Paese!" Mentana entra a gamba tesa contro gli idioti che hanno esultato alle offese del parassita dell'UE al Premier


Il leader dei liberali europei, Guy Verhofstadt ha definito il presidente del Consiglio italiano «un burattino», mosso dai vicepremier Di Maio e Salvini.

Questo non si può accettare, è un’offesa a tutti noi, a chi ha votato per le forze che poi hanno sottoscritto il contratto di governo, a chi ha votato per i loro avversari, e anche a chi non ha votato. Ciascuno di noi può pensare quello che vuole, il meglio o il peggio, di chi ci governa o ci ha governato.

Ma in un Paese a democrazia rappresentativa, come il nostro, gli eletti del popolo votano la fiducia a un Governo, legittimandolo a operare in nome del Paese. E chi guida un governo della Repubblica italiana rappresenta la nostra nazione, è il volto dell’Italia, la sua voce. Sempre, in democrazia. Anche se – poniamo – fosse l’ultima persona che avremmo scelto, anche se le sue idee fossero le più distanti dalle nostre. Ieri invece il leader dei liberali europei, Guy Verhofstadt, parlando nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo, e avendo di fronte proprio lui, Conte, ha definito il presidente del consiglio italiano «un burattino», mosso dai vicepremier Di Maio e Salvini. Questo non si può accettare, è un’offesa a tutti noi, a chi ha votato per le forze che poi hanno sottoscritto il contratto di governo, a chi ha votato per i loro avversari, e anche a chi non ha votato.

Tocca ripeterlo: si può avere anche l’opinione peggiore possibile del premier, del governo, dei vicepremier e dei ministri. Ma sono al governo perché espressione diretta di due forze politiche che hanno vinto libere elezioni. Rappresentano con piena legittimità il nostro Paese, e oltretutto lui, il premier, come tutti i suoi predecessori ha ottenuto il mandato di formare questo governo dal presidente della Repubblica, non dalla Spectre o dall’Internazionale sovranista. Piuttosto, l’autore di quell’offesa, e di altre pronunciate davanti all’Europarlamento contro l’Italia e i suoi rappresentanti, è per caso lo stesso Guy Verhofstadt che due anni fa annunciò solennemente la nascita di un’alleanza liberale per l’Unione Europea proprio con il M5s, salvo rinunciarvi precipitosamente quando i suoi gli spiegarono che si sarebbe giocato tutto se fosse andato a cercar nuove glorie europee a braccetto di Beppe Grillo? Non è che ancora sta cercando di redimersi per far dimenticare quella alleanza?

mercoledì 13 febbraio 2019

E mentre vi parlano di manovra, l’Europa sta approvando una legge contro 60mln di italiani



Abbiamo pochi giorni per far sentire la nostra voce, tutti assieme uniti, per evitare una legge che azzererebbe la libertà di parola e di espressione di ognuno di noi, come non si vedeva dai tempi delle peggiori dittature.

Siamo pregati tutti di DiVuLGaRe questo video ad ogni cittadino prima che sia troppo tardi.



Repubblica? Solo quest’anno ha spacciato un’infinità di notizie false: Travaglio si è preso la briga di catalogarle una per una


Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

Hanno scritto di un’ intercettazione fra Rosario Crocetta che taceva divertito mentre un amico medico auspicava l’ assassinio di Lucia Borsellino come quello del padre Paolo, e non era vero. Hanno scritto di troll russi dietro la campagna web contro Mattarella, e non era vero. Hanno scritto che il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, nel caso Consip, era stato “smascherato come impostore e falsario di passaggi politicamente significativi dell’ inchiesta”; e aveva “consegnato a Marco Lillo la notizia del coinvolgimento di Del Sette”, insomma era lui “la mano che dà da mangiare al Fatto” per “far cadere Renzi” (fra l’ altro già caduto da solo), ma non era vero; e, quando la Cassazione scagionò Scafarto per i suoi “errori involontari”, si scordarono di informarne i lettori.

Hanno scritto che Di Maio situava Matera in Puglia anziché in Basilicata, e non era vero. Hanno scritto che l’ Italia, se rinunciasse al Tav Torino-Lione, dovrebbe pagare “penali” miliardarie, e non è vero (glielo fece notare l’ ex pm Livio Pepino in una lettera, ma non la pubblicarono). Hanno scritto che Marcello Foa, aspirante presidente Rai, è un fabbricante di fake news tant’ è che ha scritto un libro per “spiegare come si falsifica l’ informazione al servizio dei governi”, ma non è vero (il suo Gli stregoni della notizia, al contrario, smonta le fake news al servizio dei governi). Hanno scritto che c’ è la Russia di Putin dietro le fake news filo-M5S&Lega, e non era vero.

Hanno scritto che il premier Conte voleva trasferirsi dalla cattedra di Firenze a quella di Roma con un concorso “confezionato su misura”, e non era vero (il bando era standard). Hanno taciuto sulla tesi di dottorato in larghe parti copiata dalla Madia. Hanno nascosto la bocciatura del Jobs Act di Renzi dalla Corte costituzionale (“Lavoro, su Jobs Act e Cig si ritorna al passato”: nessun riferimento nella titolazione alla Consulta e all’ incostituzionalità).

Hanno nascosto, mentre tutti gli altri giornali ne parlavano, l’ inchiesta per la soffiata di Renzi a De Benedetti sul decreto Banche popolari, usata dall’ Ingegnere per guadagnare in Borsa 600 mila euro in due minuti, forse perché troppo impegnati a fare decine di titoli su “Spelacchio” (un albero di Natale). Hanno fatto il taglia e cuci dei messaggi di Di Maio alla Raggi per spacciarlo come “bugiardo” e “garante” di Raffaele Marra in Campidoglio, mentre ne sollecitava il trasferimento. Hanno taciuto per giorni il nome dei Benetton, primi azionisti della concessionaria Autostrade (sponsor de La Repubblica delle Idee), dopo il crollo del Ponte Morandi.

Hanno scritto che il ponte era crollato anche per il no del M5S alla Gronda, che però fu bloccata da chi governava città e regione (centrosinistra e centrodestra) e per giunta contemplava l’ uso del viadotto Morandi. Hanno scritto di probabili legami con la Casaleggio di tal Beatrice Di Maio e delle sue fake news anti-renziane e non si sono mai scusati quando si è scoperto che era la moglie di Brunetta.

Hanno accostato le leggi razziali del fascismo al decreto Sicurezza di Salvini. Hanno pubblicato una bozza apocrifa e superata del contratto di governo giallo-verde facendo credere che prevedesse l’ uscita dell’ Italia dall’ euro e scatenando spread e mercati. Hanno nascosto il sequestro di 150 milioni e di due giornali all’ amico editore-costruttore catanese Ciancio Sanfilippo. Hanno spacciato lo scandalo Parnasi come una storia di tangenti al M5S , mentre i partiti finanziati dal costruttore sono gli altri (Pd, Lega e FI ).

Hanno elogiato Monti quando ha ritirato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 e massacrato la Raggi quando ha ritirato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Hanno scritto che le polizze intestate dal dirigente Romeo all’ ignara Raggi celavano “tesoretti segreti” per “garantire un serbatoio di voti a destra”, dunque era “vicina” l’”accusa di corruzione”, ma non era vero.

Hanno dipinto l’ assessora Paola Muraro come infiltrata di Mafia Capitale e della “destraccia” nella giunta capitolina, salvo poi intervistarla dopo le dimissioni come grande esperta di rifiuti. Hanno nascosto l’ attacco di Rondolino, che sull’ Unità dava del “mafiosetto di quartiere” a Saviano, reo di aver criticato la Boschi, mentre il Fatto restò solo a difenderlo. Hanno minimizzato le epurazioni dalla Rai renziana di Gabanelli, Giannini e Giletti come ordinaria amministrazione.

Hanno fatto questo e altro, i giornali del gruppo Gedi (Repubblica-Espresso-Stampa), ma noi siamo solidali con loro per gli attacchi di Di Maio, per tre motivi. 1) Nessun politico deve permettersi di dare pagelle ai giornalisti, tantopiù se sta al vertice del governo. 2) Quando il Fatto subiva trattamenti anche peggiori da Renzi e dai suoi killer, non ci giunse alcuna solidarietà, ma noi non siamo come loro. 3) Finché usciamo tutti in edicola, la gente può notare la differenza.

Ps. Per la serie “Chiamate la neuro”, segnaliamo i delirii di Carlo Bonini (Repubblica) all’ autorevole Radio Cusano Campus: “Il Fatto Quotidiano specifica che non prende alcun finanziamento pubblico? È una furbizia. Siccome i lettori del Fatto sono in buona parte elettori del M5S , è un modo per raffigurare ai lettori del M5S che la terra è tonda e non quadrata, dopodiché la terra è tonda”. Il pover’ uomo ignora che il Fatto è nato prima del M5S e la nostra scelta di non ricevere finanziamenti pubblici prescinde dalle intenzioni di voto dei nostri lettori (peraltro note solo a lui).

Volendo, Bonini potrebbe raccontarci degli aiuti statali (o a spese degli altri giornalisti) ricevuti dal suo gruppo per contratti di solidarietà, prepensionamenti & affini. E regalarci una delle sue grandi inchieste sui vertici Gedi indagati per una truffa milionaria all’ Inps.

FRANCIA, I GILET GIALLI SONO ARRIVATI IN ITALIA! BLOCCATO IL CASELLO A VENTIMIGLIA: peccato nessuno ti racconti cosa stia accadendo oggi in Francia


I manifestanti francesi, dunque, sono sconfinati in Italia, occupando la barriera autostradale dell’A10, a Ventimiglia.

Una manifestazione sicuramente non autorizzata Con un blitz di quelli improvvisati, ma soprattutto inaspettati, un centinaio di gilet gialli hanno raggiunto, stamani, in scooter l’Italia, scortati da una “safety car”, bloccando il traffico in entrata e uscita dall’Italia.

I manifestanti, dunque, sono sconfinati nel nostro territorio, occupando la barriera autostradale dell’A10, a Ventimiglia. Una manifestazione sicuramente non autorizzata. Un presidio al momento pacifico, anche se sono stati accesi alcuni fumogeni, a scopo dimostrativo. La manifestazione ha provocato chilometri di coda, in maniera alternata, in entrambe le direzioni di marcia.

I gilet gialli hanno bloccato i caselli e il traffico, facendo passare alcuni mezzi alla spicciolata. ”Siamo sul posto per cercare di gestire la situazione in maniera equilibrata – commenta il questore di Imperia, Cesare Capocasa -. È stata una iniziativa istantanea”.

Poco prima di arrivare in Italia, i manifestanti francesi, circa duecento, sono partiti dal Municipio di Mentone, al confine franco italiano, per marciare a piedi sulla frontiera a mare di ponte San Ludovico, a Ventimiglia, dove hanno intonato la “La Marsigliese” e slogan (alcuni di insulti) contro Macron.

A un certo punto, quando la manifestazione sembra ormai finita, hanno abbandonato la frontiera per recarsi in sull’Autofiori, in territorio italiano.

Giorgia Meloni replica a Oliviero Toscani: "Sei un miserabile"


Il post di Giorgia Meloni dopo le parole di Toscani -

"Il radical chic (con tessera Pd in tasca) Oliviero Toscani, fotografo di Benetton, dice alla trasmissione 'La Zanzara' che io sono 'brutta e volgare', che 'gli dà fastidio la mia estetica' e che 'sono ritardata'. Non risponderei a qualcuno che disistimo così profondamente, se non ci fossero in queste poche parole svariate forme di razzismo viscerale", scrive su Facebook Giorgia Meloni. "Razzismo contro le donne, costrette - indipendentemente da ciò di cui si occupano - a dover rendere conto del loro aspetto fisico. E, molto peggio, razzismo verso il dramma di chi soffre di disturbi psichici. Voglio dire che sono profondamente fiera che la mia presenza dia fastidio a una persona così miserabile", conclude la leader di FdI.

Toscani: "Meloni? Mi dà fastidio, è brutta e ritardata" - Alla trasmissione radiofonica Toscani aveva detto rispondendo a una domanda dei conduttori: "Giorgia Meloni? Poveretta, lei è una ritardata. E’ brutta e volgare, mi dà fastidio la sua estetica. E’ proprio fastidiosa e quindi tutto ne risente, anche l’estetica".

Messaggi di solidarietà per la parlamentare di FdI - Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua solidarietà a Giorgia Meloni dopo i "beceri" attacchi di Oliviero Toscani. Oltre al premier anche molti politici dal Partito democratico al M5s hanno espresso la loro solidarietà in Rete.

"Abbiamo scoperto il più grande scandalo di sempre" la denuncia del M5S censurata da tutti i media


Opere pubbliche, M5S Puglia: ‘Abbiamo fatto luce su uno dei più grandi scandali di sempre’

“Dopo quasi un anno di approfondimenti e indagini, il M5S Puglia ha fatto luce su uno dei più imponenti scandali riguardanti la realizzazione di un’opera pubblica avvenuti in Italia: sto parlando della realizzazione della nuova sede del Consiglio regionale”.

Lo ha denunciato su Facebook l’esponente pentastellata pugliese Antonella Laricchia, la quale ha spiegato che si tratta di un’opera non ancora terminata dopo 15 anni di attesa e la cui entità dei lavori è passata da 39,5 milioni a 95 milioni.

Secondo Laricchia questo è uno “spreco gigantesco per cui adesso chiederemo giustizia alle autorità a nome di tutti i pugliesi”.

La costruzione della nuova sede del Consiglio regionale pugliese inizialmente, si parla del 2003, era costata 39,5 milioni. Nei sette anni successivi, però, sono state aggiunte al progetto delle varianti che hanno aumentato l’entità dei lavori di 27 milioni di euro.

Per poi aumentare di altri 27 milioni dopo il 2012. Totale: 95 milioni di euro, ovvero 55 in più rispetto a quanto previsto inizialmente (il 240% in piú).

I pentastellati pugliesi hanno indagato sui motivi dell’incremento dei costi e hanno scoperto, ad esempio, che “nella 5a variante si decide di sostituire delle plafoniere a neon con delle plafoniere a led. Scelta legittima se non fosse che si sceglie inspiegabilmente di acquistare delle plafoniere ‘esclusive e ricercate”’ al costo di 637€ cad.”. Eppure, ha osservato Antonella Laricchia, “plafoniere con prestazioni illuminotecniche identiche sul mercato avrebbero avuto un costo che oscilla tra i 130-150€”.

Secondo il M5S la responsabilità di tutto ciò è degli esponenti dei vecchi partiti sia di destra che di sinistra come Raffaele Fitto, Nichi Vendola e Michele Emiliano.

“Il M5S Puglia – ha fatto sapere Laricchia – presenterà un esposto alla Corte dei Conti, all’Anac e alla Procura della Repubblica e una mozione urgente per fermare il pagamento delle parcelle dei progettisti per gli ultimi 4 milioni circa rimasti e recuperare gli 8 milioni già erogati”.

Travaglio contro i NO TAV, non sanno cosa contestare! Guardate e condividete.


Tav? Io non ho letto neppure una riga di un solo contestatore dell’analisi costi-benefici, che riesca a smontare un calcolo fatto da questa commissione, composta, peraltro, damassimi esperti. E le argomentazioni di quelli che li confutano sono le stesse dei No Vax e di quelli del metodo stamina. Ce l’hanno, cioè, con la scienza e con la competenza”. competenza”.

Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, durante Otto e Mezzo, su La7. E spiega: “Ci sono 80 pagine di calcoli e di tabelle. Il professor Ponti lavora su quello da una vita, insegna al Politecnico di Milano, collabora da anni con le istituzioni europee.

Chi vuole contestare quell’analisi dica che una somma o una sottrazione o una moltiplicazione o un divisione è sbagliata. Non è che si può dire che quelli sono dei cialtroni, perché, in realtà, sono tra i massimi esperti di economia dei trasporti che esistono in Italia“.

Travaglio aggiunge: “Quando un governo commissiona un’analisi costi-benefici a degli esperti, questi ultimi la consegnano e questa analisi è devastantemente negativa, al punto di calcolare perdite per 8 miliardi di euro, i casi sono due: o questo governo decide di andare contro se stesso e di tornare a casa, smentendo quello che c’è scritto nel suo programma e quello che ha stabilito la sua commissione, oppure in un Paese serio mette tutte le cose a posto per bloccare un’opera che costerebbe ai cittadini inutilmente 8 miliardi”.

Stefano Zurlo, inviato de Il Giornale, obietta: “E come mai, invece, i francesi vogliono fare la Tav?” Il direttore del Fatto risponde: “I francesi non vogliono fare un bel niente. Hanno invogliato i francesi con quel tunnel di 60 km che vogliono costruire nelle Alpi: per due terzi è nel territorio francese e per un terzo in quello italiano. I francesi pagano di quel tunnel un terzo, gli italiani due terzi. Ti pare normale? E perché questo? Perché i francesi non ne hanno mai voluto sapere”.

Tenetevi forte! L’ultima folle accusa dell’UE: il governo minaccia troppo i giornalisti. Vi rendete conto cosa arrivano a dire?


L’Italia è lo Stato Ue con il più alto numero di minacce effettive alla libertà di stampa: sono 19 casi segnalati da giugno, senza che le autorità italiane rispondessero ad alcun allarme lanciato. Ad intimorire i media è lo stesso governo: «I due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno regolarmente espresso attraverso i social una retorica particolarmente ostile ai giornalisti» sostiene il Consiglio d’Europa nel suo rapporto sulla libertà di stampa nel vecchio continente.

 Lo studio evidenzia come la maggior parte delle segnalazioni del 2018 sia arrivata dopo l’insediamento del nuovo esecutivo, il primo giugno. L’analisi entra nel dettaglio e cita espressamente gli episodi più controversi: il leader leghista «ha minacciato di revocare la scorta al giornalista Roberto Saviano, nonostante le note minacce di morte da parte della criminalità organizzata» (la revoca al collega Sandro Ruotolo è stata sospesa in extremis).

E c’è n’è anche per l’alleato 5 Stelle, che «ha insultato i giornalisti e avviato una politica di abolizione dei finanziamenti pubblici alla stampa», scrive il Consiglio facendo così proprio l’alert della Fnsi sul «rischio continuo di violenza alimentato dalla retorica ostile della maggioranza».

Ma, a onor del vero, non va meglio nel resto dei paesi membri, dove attacchi e minacce ai giornalisti, incluse quelle di morte, sono raddoppiate nel 2018; mentre non si riscontrano progressi nei numerosi casi d’impunità per omicidi e detenzioni arbitrarie di reporter e cronisti.

E tutte le nuove iniziative legislative attualmente al vaglio dei diversi governi non sembrano interessate a valorizzare il diritto fondamentale a un’informazione plurale.

Il giornalista Scanzi scrive una lettera a Di Maio: "Presidente, imiti Conte: meno chiacchiere, più lavoro"


Ecco la lettera del giornalista Andrea Scanzi inviata a Luigi Di Maio: "Egregio Vicepresidente Di Maio, le scrivo la presente, che spero leggerà.

Sono uno dei tanti che non rimpiangerà mai quella tragedia storica chiamata renzismo e ride molto quando i fan vedovili di Boschi & altri demoni gridano ora al “peggior governo di sempre”. Poveretti: neanche ricordano il Berlusconi 2001-2006, autentica vergogna a cui il centrosinistra si oppose con la fermezza di un fagiolo depresso.

Il Salvimaio, invero sempre più bruttino, contiene buone cose e troiai autentici. E – soprattutto – al Salvimaio subentrerà il Salvusconi: ovvero il male assoluto. Avverto, in giro, un grande senso di “disillusione e smarrimento”.

Che è poi anche il mio. Aggiungo che non me ne frega nulla di Macron, che ogni volta che usano a caso le parole “fascismo” e “razzismo” mi vien quasi voglia di difendere Salvini (è un paradosso, eh) e che tutti i media che vi tratteggiano come “brutti sporchi e cattivi”, da ultimo lo scatenato Pansa ospite del mansueto Formigli, fanno il vostro gioco. Godete di un’opposizione quasi sempre ridicola e insopportabile, e (solo?) per questo avete ancora come governo il 60% o giù di lì dei consensi.

Ciò nonostante, trovo che il suo M5S stia vivendo una fase oltremodo confusa e deludente, come confermano i sondaggi e la prevedibilissima scoppola in Abruzzo. Da qui alcune considerazioni.

1. Dire che siete meglio di Renzi è una banalità ridondante e puerile: anche un ramarro sgozzato lo sarebbe. Se io mi proponessi a una donna dicendole “Sai che son più figo di Orfini?”, lei mi sfanculerebbe subito. Giustamente.

2. Il mantra “E’ colpa di quelli di prima” è il peggio del peggio della vecchia politica. Basta.

3. Toninelli ha torto anche quando ha ragione (e ha ragione spesso, sui contenuti). Spesso vi date la zappa sui piedi da soli e il problema della classe dirigente M5S esiste eccome.

4. Gli unici che non vi criticano mai sono i tifosi talebani che, anche nei confronti di questo giornale, dicono “Che bravi!” quando vi diamo ragione e “Che servi!” quando solleviamo critiche. Siete una forza politica o una curva di calcio?

5. Lei parla di “boom economico”, Conte di “2019 fantastico”, la Trenta di “ottimismo profumo della vita”. Ecco: oltre a fracassare le gonadi, l’ottimismo stolto è esattamente ciò che ha ammazzato Renzi. Sveglia.

5 bis. Il suo post su Sanremo era una “poracciata” senza precedenti: queste cose le lasci a gente che non conta nulla, tipo Sibilia.

6. Lei dice di fregarsene dei sondaggi, perché vi sottovalutano sempre. Si ricorda per caso cosa dicevano i sondaggi del 2014 e come andò poi a finire?

7. Stare dalla parte dell’improponibile Giarrusso e non di Morra, sulla vicenda sì/no a Salvini-Diciotti, è un capolavoro di incoerenza tremebondo.

8. Salvini non fa nulla di concreto, ma sale; voi vi fate il mazzo, ma scendete. E’ solo colpa dei giornalisti cinici e bari?

9. Non parli di “democrazie millenarie”, Francia o non Francia. Nel dubbio usi sempre la parola “decennio”. La “democrazia” è di per sé labile. Praticamente impalpabile.

10. Quando parlate di Salvini fate spesso i pesci in barile e per questo avete rispolverato il randellatore Di Battista. Ma l’escamotage non sta pagando. Sappia che questa vostra pavidità nei confronti di Salvini è uno dei motivi dell’erosione di consensi.

10 e lode. Conte, con cui di recente ha litigato di brutto, è il 5 Stelle che piace di più agli italiani. Sa perché? Perché parla poco e talora male (l’inglese, quantomeno), ma lavora tanto e tutto sommato bene. Concretezza tanta, proclami pochi. Prenderlo come esempio, no? Potrei andare avanti, ma mi fermo qui. Per ora."

martedì 12 febbraio 2019

Giordano risponde alla Boschi: Quel video è vergognoso per tuo padre un pensionato si è suicidato!


Boschi contro Di Maio, Giordano la zittisce: "C'è chi si è suicidato per Banca Etruria!Con un video pubblicato sui social, l'ex ministra Maria Elena Boschi va all'attacco della famiglia

Di Maio dopo il caso sollevato da Le Iene: "Vorrei poter guardare in faccia il signor Antonio Di Maio, padre di Luigi, e dirgli: le auguro di non vivere mai quello che suo figlio e i suoi amici hanno fatto vivere a mio padre e alla mia famiglia. Caro signor Di Maio, le auguro di dormire sonni tranquilli, di non sapere mai cos'è il fango dell'ingiustizia che ti può essere gettato contro".

Ma a Fuori dal coro, su Rete 4, Mario Giordanoreplica aspramente alla deputata Pd: "Il fango dell'ingiustizia? Io voglio sapere tutta la verità su Di Maio, ma questo è inaccettabile. Il padre della Boschi, che peraltro è ancora indagato ed è stato multato dalla Consob, era vicepresidente di una banca che ha fatto un bel crack.

E in quel crack hanno perso i propri solditanti risparmiatori. Un pensionato, il signor Luigino, si è anche suicidato. Che bisogno ha di saltare addosso a Di Maio e fare la vittima? Lei da ministro si occupava di Banca Etruria. Quel video è vergognoso".

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