martedì 12 febbraio 2019

VITTORIA DEL GOVERNO: LE BANCHE CANCELLANO I MUTUI DELLE CASE NON PIU' ABITABILI...


GENOVA - Le pressioni del governo iniziano a portare i primi frutti. Il gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di avviare una serie di interventi per venire incontro alla situazione di emergenza creatasi in seguito al crollo del ponte Morandi di Genova.

In particolare, la banca ha deciso di procedere con la remissione unilaterale dei mutui prima casa a favore di tutti coloro che si trovano a pagare un finanziamento per un immobile sito nella 'zona rossa' che verrà dichiarato inagibile e non più abitabile oppure abbattuto. A tale scopo, si legge in una nota, «è stato stanziato un plafond di 4,5 milioni di euro. A tale importo, si aggiunge l'attivazione della moratoria dei finanziamenti che prevede la sospensione di 12 mesi gratuita e volontaria dei finanziamenti a privati ed imprese». Il gruppo ha inoltre messo a disposizione di famiglie e imprese un plafond di 50 milioni di euro di finanziamenti dedicati alla ricostruzione e al ripristino delle strutture danneggiate: abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigiani e aziende.

I risarcimenti

Non solo. Tutti i minori di età che nell'evento hanno perso uno o entrambi i genitori beneficeranno di una polizza vincolata fino al raggiungimento della maggiore età che prevede un capitale garantito di 100.000 euro nel caso di perdita di un genitore e di 200.000 euro se sono mancati entrambi i genitori. Inoltre, il capitale garantito verrà incrementato del 50% nel caso in cui il ragazzo completerà il percorso di studi fino al conseguimento della laurea, coerentemente fino a un massimo di 300.000 euro. Infine, sono state previste agevolazioni su prodotti e servizi per i clienti e non, al fine di supportare gli stessi in questo difficile momento. «La nostra Banca è legata in maniera profonda alla città di Genova e alle persone colpite dal crollo del ponte Morandi», ha spiegato Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. «Abbiamo riflettuto su quale tipo di intervento potevamo compiere per aiutare in modo concreto e diretto le famiglie e le imprese che vivono e operano nella cosiddetta 'zona rossa'. Cancellare completamente il debito residuo e gli interessi del mutuo acceso sulla propria abitazione resa ormai inagibile ci è sembrato il gesto più efficace per coloro che rischiano di perdere la propria abitazione. Noi siamo una banca e possiamo solo fare la banca, ma con la responsabilità di chi si sente vicino alle famiglie e a chi fa impresa».

Abi: «Sospesi i pagamenti dei mutui»

Il Direttore generale dell'Associazione Bancaria Italiana, Giovanni Sabatini, rende noto che è stata decisa la sospensione del rimborso dei mutui collegati al tragico evento del ponte di Genova, fino al perdurare dello stato di emergenza. La decisione - informa l'Abi in un comunicato - è stata assunta sia in via autonoma da alcune banche sia in termini più generali attraverso una apposta ordinanza della Protezione civile del 20 agosto, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 22 agosto. L'ordinanza dà attuazione all'accordo stipulato da Abi, dalle Associazioni dei consumatori e dalla Protezione civile nel 2015 proprio per contribuire far fronte tempestivamente ad eventi calamitosi. Le banche possono valutare l'adozione di ulteriori misure per venire incontro alle esigenze dei cittadini colpiti dal drammatico evento. Anche Deutsche Bank sospende le rate dei mutui

A seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, i clienti di Deutsche Bank (individui e famiglie) avranno a disposizione, oltre alla possibilità di richiedere una moratoria di 12 mesi sulle rate dei mutui, una cassetta di sicurezza a titolo gratuito per un anno presso uno degli sportelli di Genova. Deutsche Bank, spiega una nota, ha deciso così di fornire un proprio contributo per aiutare le persone colpite dalla tragedia.

Cene, viaggi e albergo? Boeri li fa pagare con soldi dei pensionati: non bastava lo stipendio da sultano! Ecco gli odiosi benefit del presidente Inps



Tempi duri per Tito Boeri. D’altronde che non corra buon sangue tra il presidente dell’Inps e il Governo gialloverde è cosa nota. E qualche uscita, forse anche un po’ azzardata, di esponenti dell’Esecutivo, fanno ipotizzare una sua prossima uscita di scena.

Nel frattempo, però, il professor Boeri può continuare a viaggiare, mangiare e dormire a spese dei contribuenti. Tutto legittimo, per carità. Parliamo, infatti, di uno dei tanti privilegi che vivono e vegetano nei gangli della Pubblica amministrazione e di cui anche l’acerrimo nemico dei vitalizi, suo malgrado, gode.

Accanto alla retribuzione che legittimamente gli spetta (peraltro non è nemmeno tra le più alte del mondo dirigenziale statale) e che ammonta a circa 104mila euro lordi annui, il presidente ha diritto a spese per vitto, alloggio e viaggi interamente coperte dalle casse pubbliche.

E così scopriamo che nei primi sei mesi del 2018, secondo il report pubblicato direttamente dall’Istituto previdenziale, sono stati spesi circa 23mila euro: 11.368 euro dal primo gennaio 2018 al 31 marzo, e 11.575 euro dal primo aprile al 30 giugno. Nel dettaglio parliamo di poco più di 1.163 euro per il vitto, 9.858 euro per l’alloggio e quasi 12mila euro per viaggi e spostamenti.

Per alcuni potrebbero sembrare pochi spiccioli. Eppure, volendo considerare una ventina di giorni lavorativi al mese e dunque 120 circa nel giro di sei mesi, tutto questo significa che il presidente dell’Inps è costato agli italiani 191 euro al giorno solodi viaggi, vitto e alloggio.

PRONTI, PARTENZA, VIA Ma c’è di più. In quest’ultimo anno, infatti, l’economista ha di fatto speso più rispetto agli anni scorsi. Basta, anche in questo caso, avvalersi dei documenti che la stessa Inps mette a disposizione sulla sezione “amministrazione trasparente” del sito istituzionale.

Facendo un conto complessivo delle spese di viaggio, vitto e alloggio passate, scopriamo che dal primo gennaio 2017 al 31 marzo 2017 sono stati sborsati 10.277 euro; dal primo aprile al 30 giugno 9.179 euro; dal primo luglio al 30 settembre 9.504 euro; dal primo ottobre al 31 dicembre 10.883.

Se contiamo anche in questo caso ipotetici venti giorni lavorativi (e dunque 240 annui), ecco che scopriamo che in media l’anno scorso Boeri ha speso per vitto, viaggi e alloggio circa 166 euro al giorno. Ergo: da gennaio 2018 il presidente dell’Inps spende in media 25 euro in più ogni 24 ore. Non male.

IL FONDO A DISPOSIZIONE C’è da dire, però, che il “privilegio” toccherà anche ad un eventuale sostituto di Boeri a capo dell’Istituto previdenziale. Che, anzi, potrà osare anche di più. Come ci fa sapere l’ufficio stampa dell’Inps, infatti, “il limite di spesa trimestrale per l’alloggio è di 5.400 euro” (Boeri arriva poco al di sotto).

Il limite per il vitto, invece, è giornaliero ed è fissato a 81 euro (arrotondato per difetto). Quindi “ipotizzando 20 giorni lavorativi mensili – dicono ancora dall’ufficio stampa – ciò implica 4.860 euro a trimestre di spese per il vitto”. In questo caso, come dimostrato, il presidente si è dimostrato decisamente parsimonioso.

Vedremo se lo saranno anche i suoi successori. Infine ci sono le spese per i viaggi, per i quali, al contrario delle prime due voci, non sono previsti limiti, ma “vengono rimborsati esclusivamente i viaggi fatti per motivi istituzionali e i viaggi da e per il luogo di residenza”. E questo spiega il motivo del gravoso esborso per Boeri, essendo l’economista residente a Milano.

Scamarcio, che schiaffo ai radical-chic: ho votato per loro e li appoggio. Non mi faccio abbindolare dalla propaganda buonista


Riccardo Scamarcio, tra gli attori italiani più quotati, oggi a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1 ha espresso il suo giudizio sull’operato del nuovo governo M5S-Lega, che sta provocando molte critiche di eccessiva durezza al nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte.

Come ha vissuto la chiusura dei porti decisa dal Ministro Salvini? “Chiusura dei porti è una semplificazione, non diciamo cose che non sono corrette. C’è stata una presa di posizione dell’Italia che ha prodotto due incontri bilaterali con Francia e Germania.

Non sono d’accordo sul fatto che Malta, primo porto che avrebbe dovuto accogliere quella nave, poi non l’abbia accolta”. E’ stato giusto non accogliere l’Aquarius? “Non è che non l’abbiamo accolta, sono stati protetti e garantiti. Abbiamo sollevato un problema anche verso altri stati europei”. C’è chi dice che Salvini abbia dei comportamenti razzisti.

“Non sono assolutamente d’accordo con chi semplifica dicendo che questo sia un governo razzista. A tutti i pensatori di sinistra che si fanno abbindolare dalla stampa mainstream dico che all’interno di questo governo ci sono persone che hanno sempre votato a sinistra, che sono degli intellettuali, e che si sono candidati con Lega e M5S”.

Quindi questo non è un governo di destra. “No, è un governo che ingloba anche una larga parte di pensiero nazionalista nel senso più nobile nel termine”. Lei ha votato uno dei due partiti che sono al governo? “Si”. M5S o Lega? “Non ha importanza”. Meglio la Flat Tax o il reddito di cittadinanza?

Immigrati, due africani della Diciotti trascinano Salvini e Toninelli a processo


I giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo hanno deciso di processare i ministri Danilo Toninelli e Matteo Salvini per alcune loro dichiarazioni sui migranti della nave Vos Thalassa fatte a luglio 2018.

La Cedu ha accolto il ricorso di un immigrato sudanese e uno ghanese che hanno denunciato i due ministri italiani per violazione dell'articolo 6 della Convenzione, quello che stabilisce il diritto a un equo processo. Il rimorchiatore italiano Vos Thalassa l'8 luglio 2018 aveva salvato 65 persone dopo un naufragio e aveva ricevuto l'ordine di riportare tutti in Libia.

A bordo era scoppiata la protesta dei naufraghi che avevano circondato il comandante, spingendolo a fare retromarcia. Era poi intervenuta la nave Diciotti, che aveva imbarcato i 65 immigranti, senza poter attraccare a Trapani se non dopo 5 giorni di scontri politici.

 Una volta sbarcati in Sicilia, un sudanese e un ghanese sono stati fermati e accusati di violenza, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e atti diretti a procurare illegalmente l'ingresso a stranieri. Nei loro confronti si erano espressi i ministri del governo italiano.

Prima Toninelli con un tweet del 10 luglio, quando parlava di "facinorosi" da "punire" e "senza sconti". Poi Salvini, che su Facebook e in tv aveva annunciato che "i delinquenti" e i "violenti dirottatori dovranno scendere in manette", e "finire in galera".

Alessandro Di Battista scaricato da Luigi Di Maio, retroscena-terremoto: "Meglio Giuseppe Conte"


Meglio Giuseppe Conte di Alessandro Di Battista. Il premier è più rassicurante, più convincente del "Che" pentastellato. Questa è la nuova idea che circola nel Movimento 5 stelle dopo la legnata che il partito di Luigi Di Maio ha preso alle elezioni in Abruzzo.

E sembra essere l'unica certezza nel caos in cui vivono in questo momento i grillini. Del resto, lo stesso Dibba dopo la sonora sconfitta, tace. E mentre lui sta zitto i Cinque stelle si sfogano. Tutta colpa dell'"appiattimento alla Lega", dei "temi razziali e della sicurezza" che "hanno compromesso l'identità plurale, sociale e tollerante del M5S", si sfoga Giorgio Trizzino secondo quanto riporta La Stampa.

 Tra gli strateghi della Casaleggio, qualcuno osserva che Di Battista "non ci fa sta facendo così bene". Dal Venezuela, al sostegno ai gilet gialli, alla crisi con la Francia, fino all'attacco a Bankitalia, il M5s cassa Dibba per lasciare più spazio a Conte. "Abbiamo bisogno di figure più come la sua - si ragiona - Avete visto i sondaggi? Ha un consenso altissimo".

L'unico che può davvero competere con Matteo Salvini. Con idee opposte a quelle di Dibba. Tanto che è proprio il premier a ricucire con la Francia, a mediare col Venezuela e con Bankitalia. Il M5s è comunque in preda a contraddizioni. La rottura con la Lega è ormai uno scenario possibile. Potrebbero farlo sulla Tav o sulla legge sulle autonomie. Ma davvero conviene a Di Maio rompere con Salvini? La verità è che potrebbe crollare ulteriorimente.

Ultima ora: Libia, un barcone alla deriva: ci sono 150 migranti a bordo... L'ITALIA E' MALTA SONO STATE AVVISATE...


Barcone alla deriva al largo della Libia con 150 migranti a rischio: l'allerta è lanciata da Alarm Phone, il numero di emergenza attivato dalla rete internazionale Borderline Europe e da Watch The Med.

Secondo quanto riferito, sul natante "proveniente da Khoms in Liba, ci sono 50-60 donne e 30 bambini. Ci sono malati e persone incinte. Il loro motore ha smesso di funzionare.

Nessun salvataggio in vista. Le autorità in Italia e Malta sono state informate intorno a mezzogiorno". "Chiediamo l'immediato intervento degli assetti della Marina militare e della Guardia costiera italiane e maltesi - prosegue la nota di Mediterranea - Chiediamo che venga diramato l'SOS ad ogni nave presente nell'area, senza che questo significhi in alcun modo, come avvenuto nel recente passato, ordinare ai cargo commerciali di riportare le persone soccorse in Libia. Ricordiamo che ciò configura una gravissima violazione di tutte le Convenzioni internazionali sui diritti umani e del diritto del mare".

E ancora: "Ricordiamo infine il terribile naufragio del 18 gennaio scorso su cui pesa un'inchiesta già avviata. Ci sono esseri umani che rischiano la vita in queste ore. Nessuno può dire di non sapere - conclude Mediterranea- e le responsabilità ricadrebbero su tutti i governi che non approntassero ogni mezzo per salvarle."

Elezioni Abruzzo: ecco la pagliacciata di Martina. Guardate cosa ha detto e diteci la vostra.


Il Partito Democratico ottiene l’11 per cento alle elezioni in Abruzzo ma i suoi esponenti di punta, Carlo Calenda e Maurizio Martina, lo vedono come un buon segnale da cui ripartire.

I due, infatti, contano la percentuale del centrosinistra, che è arrivato al 31,1% per cento grazie a sette listarelle che hanno ottenuto tra l’1 e il 5 per cento.

Ecco di seguito i risultati:
Partito democratico 11,1%
Legnini Presidente 5,6%
Abruzzo in Comune – Regione Facile 3,9%
Progressisti – Liberi e Uguali 2,8%
Abruzzo Insieme – Abruzzo Futuro 2,7%
Centro Democratico +Abruzzo 2,3%
Centristi X l’Europa 1,3%
Avanti Abruzzo – Italia dei Valori 0,9%

“Grazie a Giovanni Legnini e al PD per l’impegno straordinario in Abruzzo. Siamo l’unica alternativa alla destra. La propaganda 5 Stelle sbatte contro la realtà. Un nuovo centrosinistra aperto al civismo è la strada da percorrere per tornare a vincere #fiancoafianco,” ha commentato Martina.

In realtà, come spiegato dalla candidata presidente del M5S Sara Marcozzi, ai 5Stelle “è stata confermata la fiducia di 5 anni fa”. Semmai, ha aggiunto, “la debacle è del Pd dal 25% del 2014 al 9-10% di quest’anno, stessa cosa per Forza Italia dal 16% al 10%. È successo quello che dicevamo da anni. Queste grandi coalizioni formate da liste civetta, non civiche, per rastrellare i voti dei cittadini abruzzesi, hanno fatto questo risultato”.

“Troppi distinguo e perdite di tempo. Inizio a pensare che forse va davvero costruito qualcosa di nuovo lasciando il vecchio centrosinistra e cespugli vari al loro destino,” ha scritto su Twitter Calenda.

“In bocca al lupo al nuovo presidente dell’Abruzzo. Vittoria netta della destra. Crollano i 5stelle. Il centrosinistra riparte da un +12% rispetto alle politiche grazie a Giovanni Legnini. Il Pd è a disposizione di un nuovo centrosinistra. Alle primarie del Pd ora serve una bella partecipazione una leadership forte,” ha scritto su Twitter Matteo Ricci, responsabile Enti Locali del Pd.

Firenze, “i milioni per l’Africa sui conti del cognato di Renzi e dei fratelli”. Ma per la riforma Orlando indagine rischia lo stop


L'inchiesta, resa nota nel 2016 da La Nazione, è nata da movimenti bancari anomali segnalati dalla Banca d'Italia e dai dubbi di Monika Jephcott quando era direttrice di Play Therapy ltd Londra, la casa madre.

La donna manifestò ai pm dubbi su come impiegasse i soldi Play Therapy Africa. La società aveva intanto ricevuto circa 10 milioni di dollari di donazioni: secondo la procura ne avrebbe distratti oltre 6. Ora però ai pm serve una querela delle parti offese per continuare a indagare.

 Ricevevano generose donazioni da Unicef, Fondazione Pulitzer e altre onlus americane ed australiane per finanziare attività benefiche nei confronti dei bambini africani. Ma invece di spedire quei soldi in Eritrea, Burundi o Sierra Leone attraverso la Play Therapy Africa, sostiene la procura di Firenze, li giravano sui loro conti bancari.

Lo avrebbero fatto con circa 6,6 dei 10 milioni di dollari ricevuti. Per questo il cognato di Renzi, Andrea Conticini, sposato con sua sorella Matilde, e i fratelli Alessandro e Luca sono indagati da due anni con l’accusa di riciclaggio e – solo Alessandro e Luca – anche di appropriazione indebita aggravata. I pm Luca Turco e Giuseppina Mione, in base alle rogatorie internazionali, hanno ricostruito l’entità e i giri delle somme dirottati prima sui conti personali e poi impiegate, sostengono, per investimenti immobiliari in Portogallo e in altri Paesi esteri.

 A causa della riforma Orlando, però, buona parte dell’indagine rischia di diventare carta straccia. Perché la nuova legge prevede che il reato di appropriazione indebita sia procedibile solo per querela delle parti offese. Così, nelle scorse settimane, la procura ha dovuto fare una rogatoria verso Unicef, Fondazione Pulitzer e le altri parte offese spiegando la situazione e che, senza una loro denuncia, il procedimento non potrà andare avanti.

L’inchiesta, resa nota nel 2016 da La Nazione, è nata da movimenti bancari anomali in Emilia segnalati dalla Banca d’Italia e dai dubbi di Monika Jephcott quando era direttrice di Play Therapy ltd Londra, la casa madre. La donna manifestò ai pm dubbi su come impiegasse i soldi Play Therapy Africa, consociata fondata da Alessandro Conticini che aveva ottenuto il permesso di usare lo stesso nome e a cui successivamente, però, la direttrice revocò l’autorizzazione.

 La società di Conticini aveva intanto ricevuto cospicue donazioni dagli Usa, in particolare da Unicef (3,8 milioni di dollari tra 2008 e 2013) e Fondazione Pulitzer (5,5 milioni di dollari tra 2009 e 2016 transitati dalla onlus Operations Usa). Altri 900mila dollari complessivi sarebbero arrivati dalle ong Australian High Commission, Avsi, Fxb, Mobility without barriers foundation, Oak, Undp, France Volontaires.

I pm ritengono che i 6,6 milioni di dollari finiti nei conti dell’agenzia della Cassa di Risparmio di Rimini a Castenaso sia una somma sproporzionata – anche rispetto a eventuali compensi e spese sostenuti da Alessandro Conticini per i suoi impegni con la Play Therapy Africa -, sul totale dei 10 milioni donati. E le rogatorie e altri accertamenti avrebbero ricostruito che parte dei soldi avrebbe preso vie diverse dall’Africa.

Così, Andrea Conticini, cognato di Matteo Renzi, è indagato per aver prelevato soldi dai conti e averli destinati a tre società dell’inner circle renziano: la Eventi6 di Rignano (133.900 euro) riferibile proprio ai familiari dell’ex presidente del Consiglio; la Quality Press Italia (129.900 euro); oltre a 4mila euro per la Dot Media di Firenze, che organizzava la Leopolda. Luca Conticini e Alessandro Conticini devono invece rispondere anche di appropriazione indebita perché avrebbero usato parte del denaro per un investimento immobiliare in Portogallo da 1,9 milioni di euro e per un prestito obbligazionario da 798mila euro emesso dalla società estera Red Friar Private Equity Limited Guernsey.

Nei confronti di tutti e tre i fratelli, la procura ha notificato un invito a comparire per il 14 giugno scorso: nessuno di loro si è presentato negli uffici dei pm di Firenze. “I tempi della difesa li decide la difesa”, ha risposto l’avvocato Federico Bagattini, difensore dei Conticini. “A dicembre scorso – ha aggiunto – avevamo chiesto noi di comparire davanti al pm, ma non ce lo ha concesso”.

Il senatore di Rignano, invece, attraverso una nota del suo ufficio stampa annuncia di voler procedere “in sede civile e penale contro chiunque accosti il suo nome a una vicenda giudiziaria che da due anni ciclicamente viene rilanciata sulla stampa e che riguarderebbe un fratello del marito di una sorella di Renzi. I processi si fanno in aula, non sui media. Al termine del processo si fanno le sentenze. E le sentenze si rispettano. Anche quelle sui risarcimenti”.

lunedì 11 febbraio 2019

“Kyenge ti devi vergognare e chiedere scusa agli italiani” Giordano in diretta asfalta la congolese


Secondo Mario Giordano l’europarlamentare del Pd, Cécile Kyenge , dovrebbe vergognarsi e scusarsi con il nostro Paese (che ormai è anche il suo) per aver organizzato una iniziativa Politicamolto discutibile, almeno secondo il giornalista Mediaset.

La colpa dell’ex ministro del governo Letta, originaria del Congo, sarebbe quella di aver presentato a Modena, proprio durante questo fine settimana, il suo progetto politico denominato Afroitalian Power Initiative. La Kyenge, infatti, ha intenzione di dare voce a tutte quelle persone che lei stessa definisce afro-italiani, ovvero tutti i protagonisti della diaspora africana in Italia.

Non ancora un partito, dunque, ma un movimento politico in nuce che secondo Giordano rappresenta un insulto per l’Italia, Paese che l’ha accolta consentendole di fare anche una luminosa carriera.

Giordano accusa Cécile Kyenge: ‘Si dovrebbe vergognare’ È un Mario Giordano ancora più ‘Fuori dal coro’ del solito (nome della trasmissione da lui condotta su Rete 4) quello che, un paio di sere fa, prende di mira l’esponente politico del Pd Cécile Kyenge. Nella sua breve ma violenta intemerata contro la donna di origini africane [VIDEO], il giornalista classe 1966, non le perdona il fatto di aver dato vita alla Afroitalian Power Initiative. “Vorrei dire una cosa all’ex ministro Kyenge - esordisce Giordano - Lei è arrivata dal Congo, ha studiato in Italia, poi è stata eletta deputato provinciale, poi è stata eletta deputato nazionale, poi è stata eletta eurodeputato nazionale”.

Insomma, una carriera politica travolgente ma non solo, perché, prosegue il conduttore di Fuori dal coro, “le abbiamo pagato lo stipendio per fare il deputato, l’eurodeputato. Ha fatto il ministro. Ha avuto la cittadinanza onoraria da tre Comuni”. Tutto questo spinge Giordano a pensare che “la signora Kyenge dovrebbe ringraziare l’Italia, baciare la terra italiana che l’ha accolta e le ha dato queste possibilità. Non insultarla così”. Parole dure completate con una frase a effetto: “Io credo che lei si dovrebbe vergognare per le parole che ha detto e dovrebbe chiedere scusa”. Embedded video

Ma perché Mario Giordano ce l’ha tanto con Cécile Kyenge? Il motivo, come già accennato, risiede nella convocazione a Modena (il 9 e 10 novembre) della Afroitalian Power Initiative. Una iniziativa totalmente politica che, come annunciato in un video Fb dalla politica Pd, vuole “dare voce a chi voce non ne ha”, con lo scopo dichiarato di “esprimere un nuovo approccio alla partecipazione politica, sociale ed economica degli afro-italiani”. Insomma, non un nuovo partito politico degli afro-italiani, ma qualcosa di molto simile.

Guai a criticare Baglioni, ma se Lorella Cuccarini sostiene le politiche del Governo va censurata.

Anche questi sono i nostri democratici! Quando Claudio Baglioni usa la conferenza stampa del Festival di Sanremo (evento che costa agli italiani circa 20 milioni di euro) per fare dichiarazioni di carattere politico va bene, anzi guai a contestargli il fatto che non sia quello il palco giusto per parlare di immigrazione. Poi se la mitica Lorella Cuccarini rilascia una intervista su Oggi in cui critica il Papa e sostiene indirettamente le politiche di questo Governo, allora per due giorni si scatena il caos.

Perchè la libertà di opinione in questo Paese, dipende dal merito delle opinioni stesse.

Cosa sarebbe mai successo se Baglioni avesse espresso una opinione per sostenere questa o quella politica di Salvini o del Governo Conte? Guai solo a pensarlo, ricorsi alla vigilanza Rai, caschi blu dell’Onu che entrano a Viale Mazzini e liberano la sede romana dal potere sovranista!

O stabiliamo che tutti possano esprimere la propria opinione o stabiliamo che le opinioni personali ce le teniamo tutti per noi stessi e magari chiudiamo anche i social network come in un una democrazia popolare di matrice sovietica.

Resta il fatto che tra i due episodi di Baglioni e della Cuccarini, il primo ha utilizzato una conferenza di un evento che viene pagato da tutti i cittadini e che qualora dovesse andar male nella raccolta pubblicitaria degli sponsor creerebbe un danno diretto all’azienda Rai.

Cosa avvenisse se un solo sponsor si ritirasse dal Festival a seguito delle dichiarazioni del cantante romano, chi pagherebbe i danni ai contribuenti?

Che la Lorella Cuccarini abbia espresso le sue opinioni ad un giornale, Oggi, è una notizia più o meno importante di un personaggio pubblico che rilascia dichiarazioni su proprie opinioni, senza mettere in nessun modo a rischio soldi dei contribuenti.

Cosa ha detto la Cuccarini di tanto scandaloso? Ecco la dichiarazione:

“Sarebbe bello che il Papa si esprimesse anche su altre situazioni, oltre che sui migranti . Ci sono rimasta male quando ha detto ‘meglio atei e buoni, che cristiani e odiatori’. Per un cristiano, Cristo è fondamentale e il posto in cui lo incontri è la chiesa; e anche se sei un cattolico tiepido incontrare Cristo in quella eucaristia è la cosa più preziosa. Bisogna distinguere buoni e buonisti: i cattolici devono essere buoni, ma devono difendere i propri figli”.

A chi ha immediatamente etichettato la Lorella nazionale per persona di destra, lei ha risposto in maniera chiara e decisa affermando: “Ma quali politiche di destra? Ha fatto più cose di sinistra questo governo di quelli precedenti. Io vorrei che i miei figli fossero liberi di scegliere se andare fuori o rimanere in un Paese che offra loro delle possibilità. Invece qui non riesci a fare nulla, siamo in austerity, abbiamo un tasso di disoccupazione altissimo, 5 milioni di poveri. E mi dite che bloccare l’immigrazione è di destra? È sacrosanto”. TRA 5 MESI SI VOTA PER LE ELEZIONI EUROPEE. SE RICEVESSI OG

Arriva la benedizione di Luttwak: “Salvini-Di Maio? Stanno facendo bene, stanno cercando di riportare l’Italia alla legalità. Perché se io arrivo a Fiumicino, esigono di vedere il mio passaporto. Per quale ragione se vengono in mille in barca non devono vedere il loro passaporto? “



ADESSO SI ALLARGA IL CONSENSO NEI CONFRONTI DI QUESTI RAGAZZI. SENTITE COSA HA AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE DINANZI ALLA STAMPA CHE REMA CONTRO DI LORO. ASSOLUTAMENTE DA VEDERE E DIFFONDERE, FORZA!

“Salvini? Sta facendo bene, sta cercando di riportare l’Italia alla legalità. Perché se io arrivo a Fiumicino, esigono di vedere il mio passaporto. Per quale ragione se vengono in mille in barca non devono vedere il loro passaporto? Non hanno il visto del consolato italiano del paese. L’unica ragione che è permessa dalla legge, è essere profugo di guerra. Il 90% di quelli venuti non sono profughi di guerra”.

Lo dice il politologo americano Edward Luttwak a La Zanzara su Radio 24. Salvini viene accusato di essere disumano perché ha bloccato l’Aquarius: “Le Ong vanno ribattezzate Onc, cioè Organizzazioni Non Controllate, cioè un gruppo di scalmanati qualsiasi che si sono autoeletti e riescono a persuadere qualche vedova a dargli i soldi, questi si comprano una barca e poi fanno quello che vogliono. Queste persone non sono nella legalità. Il primo dovere di ogni governo è quello di applicare la legge”.

Perché hanno vinto Cinque Stelle e Lega?: ”Perché i politici normali, professionisti, non ascoltano il popolo perché devono ascoltare George Clooney e il Papa, allora il popolo poi è costretto a rivolgersi ad altri. Il politico normale in Europa Occidentale oggi vuole essere ben visto da George Clooney e dal Papa. E quindi se ne infischia di ciò che vuole il popolo”. Come giudica Soros?: “E’ uno che dice che essere buonista è più importante della volontà del popolo. Lui vuole che i governi mandino a casa il popolo e ne eleggono uno nuovo”.

“Quello che è importante – dice ancora Luttwak – è l’opinione di George Clooney e del Papa. Il Papa è un extracomunitario e naturalmente vuole riempire l’Italia di extracomunitari. Lo capisco, è normale. Ma nessuno ha diritto di violare la legge e nessuno ha diritto di sopprimere la voce del popolo. In nome dell’Euro, in nome di George Clooney o in nome del Papa. Molti preti sono contro Salvini perché il Vaticano è contro. Il Pontefice vuole che l’Italia apra le frontiere a tutti. Ma non ha il diritto di invitare gente in casa altrui”.

Poi attacca Gino Strada e ancora le Ong: “Gino Strada dice che vuol andar via dall’Italia dei fascisti come Salvini? Giusto, dovrebbe andare in un paese che ha le opinioni di Gino Strada. Ha sempre pensato che il suo dovere personale fosse quello di aiutare tutti, meno che gli italiani. Lui è andato in Afghanistan, quando un talebano veniva ferito, andava in qualche ospedale sostenuto da Gino Strada per essere curato. Dobbiamo curarli anche se poi escono per andare a uccidere qualche ragazza che terribilmente va a scuola, è intollerabile, e va uccisa. Queste organizzazioni non controllate sono piene di gente, non lo so, magari nati in Norvegia che sono disposti ad aiutare chiunque, meno i norvegesi. E in Norvegia c’è un numero enorme di anziani abbandonati, che vivono da soli. E questi invece di andare a visitare gli anziani di fronte a casa loro, vogliono andare in Birmania per aiutare non so chi… Ma quello che vive di fronte a casa loro, non lo aiutano”.

Attacca ancora il modo in cui viene trattato Trump in America: “In America se voi guardate il New York Times, il Washington Post, e tutti i media dell’èlite degli ultimi 100 giorni dicono che Trump è un ignorante e un cretino, ma non si accorgono che la disoccupazione è più bassa che mai. I negri non si accorgono del fatto che la disoccupazione fra i negri è la più bassa da quando le statistiche sono iniziate, loro sognano ancora di Obama che non ha fatto niente per i negri d’America, niente, zero, zero, mentre Trump è il diavolo”.

“Trump? Merita due Nobel per la Pace, non uno. L’ultima vittoria – dice Luttwak – è il brillante successo a Singapore. Kim Jong Un ha promesso di portare fuori dalla Corea Del Nord le armi nucleari per essere eliminate. Quella in Corea non è una pacetta, una pacina, è una pace grande grande. A Obama il Nobel l’hanno dato quando era appena arrivato, aveva aperto le valigie e messo a posto le cose alla Casa Bianca. E i norvegesi erano emozionati perché non era bianco, veniva dopo Bush, era carino e prometteva di non affrontare nessun conflitto in politica estera”.

E chiude con un elogio al nuovo governo: “Queste due persone, Salvini e Di Maio, sono comunque riusciti a fare un accordo per governare, hanno fatto un regolare contratto fra partiti. Non è una coalizione vaga per non fare nulla, quindi non sono da disprezzare. Hanno fatto un contratto forte, dove possono agire in maniera vigorosa su differenti fronti"

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