È l’Italia il Paese a registrare la contrazione economica più violenta a causa del coronavirus secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale (Fmi).
Il World Economic Forum redatto ogni sei mesi dall’organismo di Washington è appena uscito e rivela l’impatto devastante della pandemia sull’economia mondiale, il commercio e sui Paesi occidentali in particolare.
Quasi come fosse stata un’arma scatenata da un Paese ostile. Anche perché l’impatto più devastante sarà in Europa e Usa. Non in Asia. E’ tempo di fare pagare il conto alla Cina: chiudere le frontiere al commercio cinese e agli immigrati cinesi.
Per l’Italia la caduta del Prodotto interno lordo (Pil) nel 2020 potrebbe essere del 9,1%, seguita da un piccolo rimbalzo del 4,8% l’anno prossimo: sufficiente dunque a recuperare solo metà dei livelli di reddito perduti in questi mesi.
Si tratta della seconda peggior proiezione fra quelle di tutti i Paesi presi in conto nel World Economic Forum, con la sola Grecia che rischia di fare ancora peggio, con un crollo del Pil del 10%.
Insomma: il combinato tra governo e coronavirus affonda l’Italia.
In Germania la contrazione economica dovrebbe essere del 7% quest’anno, con un rimbalzo del 5,2% nel 2021 (qui il Fondo prende senz’altro in considerazione il forte stimolo di bilancio già varato dal governo di Berlino). In Francia si dovrebbe arrivare a un crollo del Pil del 7,2% nel 2020, seguito da un parziale recupero l’anno prossimo.
Quanto alla Spagna, altro Paese profondamente segnato dalla pandemia, l’Fmi si aspetta una brusca caduta dell’attività (meno 8% quest’anno) e un recupero di poco più di metà del terreno perduto l’anno prossimo.
Il Fondo monetario però avverte che le sue stime sono tutte basate sull’ipotesi che gli effetti della pandemia, con i lockdown che ha imposto, vengano gradualmente meno dal prossimo luglio in poi. “Così come sulla dimensione della recessione – scrive nel World Economic Outlook – c’è estrema incertezza sulla forza della ripresa. Alcuni aspetti alla base del rimbalzo potrebbero non concretizzarsi e sono possibili esiti peggiori a livello internazionale. Per esempio, una contrazione dell’economia più profonda nel 2020 e una ripresa più debole nel 2021”. Tutto dipende, ammette l’Fmi, “dal percorso della pandemia e dalla durezza delle conseguenze economiche e finanziarie ad essa collegate”.
L’emergenza porterà in alto il tasso di disoccupazione in tutte le economie mondiali: per l’Italia nel 2020 la stima è del 12,7% (una crescita del 30% in più rispetto all’anno precedente). Ma le ripercussioni più gravi sono attese in Spagna dove dal 14,1% del 2019, quest’anno si potrebbe passare al 20,8% per poi scendere leggermente al 17,5% nel 2021. Tasso raddoppiato anche nel vicino Portogallo con una stima dal 6,5% del 2019 al 13,9% quest’anno.
E questi idioti:
Dati troppo ottimistici secondo la famigerata Goldman Sachs, che prevede per l’Italia un tracollo del PIL compreso fra l’11% e l’11,5% mentre la Spagna dovrebbe riuscire a contenere la flessione a una sola cifra sebbene molto vicina al 10%. Peggiora anche la proiezione per il Regno Unito dove l’economia e’ attesa nel 2020 a un declino del 7,5% mentre la Germania farà registrare un calo pari a quello dell’eurozona, ovvero del 9%.
Fra gli impatti del crollo del Pil ovviamente la perdita di milioni di posti di lavoro in tutta Europa. Secondo gli analisti della banca d’affari americana, il tasso di disoccupazione nell’eurozona potrebbe salire all’11% entro la meta’ dell’anno con balzi particolarmente vistosi in Spagna, al 23%, e in Italia, al 17%.
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